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Savona? Molteni ex assessore: ‘Sta perdendo i pezzi e mi sembra smarrita. Io continuo ad amarla’. I commenti


Un post facebook dell’ex assessore comunale di Savona Ferdinando Molteni. “Non voglio farla troppo grossa, ma Savona sta perdendo i pezzi”.

Il prof. Ferdinando Molteni è stato assessore del Comune di Savona e nello staff del sindaco Berruti

“Vivo in questa città da più di trent’anni. E l’ho amata dal primo giorno. Mi hanno aiutato a conoscerla gente come Marco Sabatelli e don Botta, Renata Cuneo e Giorgio Moiso, Giannici e Carlo Giusto, e poi Renzo Aiolfi, don Bof, gli onorevoli Carlo e Nanni Russo, Scardaoni e Magliotto e Francesco Gervasio e poi Urbani e Aldo Pastore, Francesco Cesarini e Maria Bolla, don Bertolotto, Nanni de Marco e Ivo Pastorino e tanti altri. E ricordo solo quelli che non ci sono più.

In trent’anni Savona è cambiata. Dal punto di vista estetico è più bella di allora, dal punto di vista dell’identità mi sembra smarrita. E non c’entra la politica che sta facendo il suo dovere, ma c’entrano le persone che la abitano. E che ne hanno cambiato la geografia spirituale.
Negli ultimi giorni se ne sono andati Oscar Franco e Rocco Peluffo.
Io vivo a Villapiana e per qualche anno ho avuto casa a due passi da “La Coloniale” di Oscar. Era bello entrare, chiacchierare con lui della prossima mostra collettiva, o della prossima iniziativa e di Miss Villapiana. Se ne stava alla cassa, con la cappetta azzurra e mi chiamava “assessore”, anche se non lo ero più da molti anni. Amava Savona e il suo quartiere sopra ogni cosa.
Rocco era un tipo sanguigno, onesto, talora riottoso e diretto ed era, anche lui, perdutamente innamorato della sua città. Ha guidato la Campanassa come un comandante guida la propria nave nella tempesta. Perché le prime tempeste le ha vissute tutte lui. La città sta cambiando e io continuo ad amarla, come si ama la prima neve che s’incontra nei capelli dell’amata.Tuttavia comincio a chiedermi: Savona cos’è? (Ferdinando Molteni)
COMMENTI SOCIAL – Gino Rapa: E’ così. Succede anche a me per Albenga, di cui sono da sempre innamorato. Albenga cos’è?
Stefano Pezzini – Savona, Albenga, e chi più ne ha più ne metta, soffrono di una malattia che si chiama provincialismo, aggravata dai selfie che fotografano il proprio ombelico credendo che tutto giri attorno a lui. Dimenticando la propria identità, che fa rima con orgoglio, non con arroganza.
Livio di Tullio – La Savona che ricordi tu aspirava ad avere 80.000 abitanti. Il fermento in tutti i campi era elevatissimo. Io e te apparteniamo alle ultime generazioni di ” massa” o del baby boom. In una città che ha tantissimi anziani ( tra cui noi due ahimè) e così poco lavoro da non riuscire neppure ad avere la fortuna dell’arrivo di immigrati , la sensazione che provi tu è la stessa che provo io a girare alle sei di sera in una città deserta.
Alessandro Mazzitelli (Loano) – È così anche in altre città o cittadine, sono venute a mancare delle figure di riferimento che avevano il senso della comunità e noi “giovani” non siamo all’altezza, è anche la nostra epoca che non ci aiuta.
Carlo Scrivano- Io penso che guardiamo e ragioniamo con “categorie” vecchie e abbiamo perso la capacità di stupirci e di guardare più in profondità la realtà che ci circonda… a volte basta un imprevisto per salvarci…
Sergio Ravera- Com’è lo vediamo giornalmente. Ma mi chiedo: di chi è?
Paola Maria Saviozzi – Purtroppo Ferdi la demografia potrà sembrare anche fredda ma nella realtà dei fatti e nell’ astrazione delle menti più vivaci spiega molto… tutto però in sociologia e così in demografia se lo si vuole può essere modificato.
Gianni Iaccarino- Cambiano le città, ma … cambiano anche gli occhi che le guardano …
Marcello Zinola- L’identità perduta è, ormai, ovunque.

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