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Liguria e Basso Piemonte

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I Verdi finalesi: Liguria fanalino di coda nel fotovoltaico. Dimenticata la ‘centrale solare’ nelle ex cave Arene Candide. E opportunità per 185 piccoli Comuni


La Liguria  fanalino di coda nel fotovoltaico. Una Centrale solare per il recupero delle ex-cave “Arene Candide”. Le “Comunità energetiche” per i piccoli Comuni liguri.

di Gabriello Castellazzi

Andrea Benveduti assessore regionale

Nelle settimane scorse Andrea Benveduti – Assessore per l’Energia e l’ Innovazione tecnologica –  ha  espresso la necessità di attrarre “investimenti verdi” per la nostra Regione che in Italia si trova, con un misero 9% rispetto al fabbisogno energetico, nella posizione di fanalino di coda per gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico).

Questo dato risulta dal “GSE” (Rapporto Statistico per l’Energia) il quale indica come l’insieme delle Regioni del Nord Italia raggiungano complessivamente il 45% di potenza installata.

L’Assessore Benveduti precisa come in Liguria sia “difficile trovare un ettaro libero in cui piazzare un parco solare” e sia quindi necessario “puntare su piccoli impianti mettendo in campo una collaborazione tra pubblico e privato, spingendo al massimo sul risparmio energetico”, aggiungendo  che, a differenza di altre Regioni, si debba “seguire una strada differente, puntare non su grandi parchi eolici e fotovoltaici”.

Mentre risulta assolutamente necessario non deturpare il paesaggio ligure con la costruzione di “parchi eolici”invasivi, non si comprende come, dopo tanti anni si continui ad ignorare la possibilità di realizzare una “centrale solare” a Finale Ligure, nelle ex-cave Arene Candide. Un’opera che conseguirebbe due importanti risultati: risanare un’area totalmente degradata nel  paesaggio costiero e ottenere nello stesso tempo una grande quantità di energia elettrica. Il sito dell’ex-cava, tra l’altro, è esposto a sud, verso il massimo dell’irraggiamento solare.

L’ing. Gianpiero Suetta

Dal lontano 2005  il “Solar Tecnology Group” di Savona  insiste per la realizzazione del  progetto dell’Ing. Gianpiero Suetta: una grande centrale solare di 11.250 mq. (utilizzando i gradoni scavati nella parte alta della Caprazoppa). Un impianto con potenza di 1125 KW per una quantità annua di elettricità pari a 1.123.000 Kwh con risparmio di 670 tonn/anno di CO2.

Perchè si continua ad ignorare questa proposta? Quale progetto alternativo può cacellare una ferita così profonda nel paesaggio costiero?

La Liguria è in grave ritardo nel settore degli investimenti “verdi” e le responsabilità sono molteplici, ma adesso bisogna guardare al futuro e recuperare il tempo perduto.

Il riscaldamento globale in atto indica l’urgenza di attuare vere azioni di contrasto perchè nuovi ritardi aggraveranno una crisi ormai evidente (in agricoltura, per le risorse idriche ,ecc.).

La tecnologia del  fotovoltaico rappresenta la risorsa primaria per potersi allontanare dalle fonti di combustibile fossile e oggi si afferma  in tutti gli Stati europei una nuova strategia che consiste nella realizzazione di “Comunità energetiche”: una modalità di produzione e autoconsumo di energia elettrica, con recupero economico  e vantaggi per l’ambiente.

Le “Comunità energetiche” attuano uno scambio comunitario di energie rinnovabili. Questo consente alle Amministrazioni comunali, alle imprese e ai cittadini di diventare protagonisti della rivoluzione energetica nel rispetto degli “Accordi di Parigi”.

Questa forma associativa, istituita con la Legge 162/2019 , rappresenta un vantaggio perchè permette la produzione di elettricità nell’area dove viene poi utilizzata. Il coinvolgimento sociale fa considerare l’energia non come un bene elargito, ma qualcosa da gestire, risparmiare, usare con intelligenza.

Per questo il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede finanziamenti destinati a ridurre i costi dell’energia. Significativo è l’impegno finanziario destinato ai Comuni sotto i 5000 abitanti (2,2 miliardi di Euro quando si associano e collaborano tra loro).

In Liguria ci sono 185 “piccoli Comuni” in grado di utilizzare questi finanziamenti (è difficile sapere quante Amministrazioni abbiano già avviato l’iter burocratico associativo).

Legambiente è impegnata in attività di informazione per la realizzazione dei progetti e segnala alcuni Comuni piemontesi pronti ad avviare gli scambi comunitari avendo concluso le complesse pratiche che la burocrazia richiede:  Pradleves con  altri Comuni di Val Grana e Val Maira,  hanno sottoscritto nello scorso dicembre uno “Statuto” che consentirà loro di effettuare il primo collegamento alla rete già dal prossimo 7 febbraio e riuniti nell’Associazione “CER -Nuove energie alpine” sono disponibili ad aiutare, per quanto possibile, tutti coloro che si trovano in difficoltà operative in vista dell’ annunciato decreto del Ministero per la Transizione ecologica; questo, con nuove regole, renderà facilmente disponibili gli incentivi, consentendo inoltre le installazioni che producono elettricità fino a 2 gigawatt di potenza.

Gabriello Castellazzi – Europa Verde- Verdi finalesi


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