Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Mondo animali e specie rare: le ingannevoli zanne dell’idròpote inerme


L’eccezione alla regola: le ingannevoli zanne dell’idròpote inerme. Curiosità su aspetto, comportamento, abitudini di una particolare specie di cervo.
di Antonio Rossello, con immagine di Igor Belansky

Nel mondo animale vi sono specie rare che bisogna assolutamente salvare. Pertanto, l’illustratore Igor Belansky, attento osservatore dei fenomeni politici, economici e sociali, questa volta guarda alla natura. Affronta una questione che non assume puramente un carattere etico, si tratta della salvaguardia della biodiversità, in particolare delle specie rare. Rare, forse anche perché da noi poco conosciute. Ed è il caso, ad esempio, del cervide che raffigura.
La tavola restituisce l’immagine di un animale diffuso solo in Cina e nelle regioni limitrofe, sebbene alcuni esemplari, evidentemente fuggiti da allevamenti o da collezioni particolari, sembrano aver fatto razza nelle Isole Britanniche. Ne sono stati uccisi o catturati anche in Francia, di tanto in tanto. Uno di essi era divenuto la mascotte di un reggimento inglese, che l’aveva poi perso nel corso dello sbarco delle truppe alleate, all’inizio dell’ultima guerra mondiale.
Interessanti sono i tratti salienti di questa specie di piccola taglia e forma assai elegante, la quale in genere non supera il peso di quindici chili e l’altezza di circa 50 cm, essendo inoltre priva di corna. Il colore del mantello è rossastro chiaro nella stagione estiva, molto scuro in quella invernale. Ma, soprattutto, si notano i canini, fortemente sviluppati, che sporgono fuori dalle labbra. Verrebbe quindi il legittimo dubbio che questi misteriosi animali siano aggressivi e pericolosi, quasi come favolosi mostri della mitologia classica.

Ma non è così! Infatti, essi sono piuttosto timidi e paurosi; la loro cattura non è facile perché sanno nascondersi molto bene e, in caso di pericolo, fuggono con agilità straordinaria. Ulteriormente, vivono a coppie o solitari in zone acquitrinose (per cui vengono chiamati anche Cervi delle paludi), come pure nei canneti lungo le rive dei fiumi.
Tutto ciò non ci può che far tenerezza, nonostante le zanne a cui prima abbiamo accennato. Per via dell’ambiente che predilige e dei comportamenti miti che assume, in zoologia questa specie è conosciuta come idròpote inerme. Un nome che deriva dal latino scientifico Hydropotes, composto di hydro- (gr. hýdōr ‘acqua’) e gr. πότης«bevitore», con riferimento all’habitat, con l’aggiunta dell’aggettivo che proviene dal lat. Inermis, indifeso, impotente.
In questo caso, sarebbe, dunque, quanto mai improprio evocare le tipiche simbologie del cervo, qui inteso quale cervo comune, un animale legato sia alla forza istintiva del corpo e dello spirito che al potere della sessualità, alla calma e alla fecondità. Ecco l’assieme di contrasti, per il quale, nonostante lo si percepisca istintivamente come un animale tranquillo e pacifico, rimane pur sempre selvaggio e in quanto tale primitivo e difficile da domare. Ecco perché, quando ci appare in sogno, rimanda a pulsioni istintive. Pur avanzando col suo passo silenzioso, in solitudine, non si tira indietro di fronte alla lotta, specialmente quando si tratta di conquistare una femmina.
Quest’ultima caratteristica si deve in particolare alle sue corna, che esprimono il rinnovo continuo della vita, il processo di morte e rinascita. Le corna infatti si rinnovano annualmente, cadendo e rinascendo in primavera con una ramificazione in più, che simboleggia l’aumento della forza e dell’età.
Essendo in entrambi i sessi privo di palchi, anche in età adulta, l’idròpote inerme non può però sfoderare altrettanto maestose corna, simili a rami, scontrandosi con i rivali per conquistare il primato. Ed è l’eccezione alla regola, la fine di un mito, con la sua andatura in corsa a salti, simile a quella dei conigli, con la corta coda praticamente invisibile, tranne che nella stagione degli amori, in cui viene allora
si spesso mantenuta eretta dal maschio, quale unico atto distintivo.
Per completare le curiosità, esiste un altro piccolo cervo, abbastanza simile all’idròpote inerme, il Moschus moschiferus; presente nelle foreste asiatiche, anch’esso è privo di corna, con canini sviluppati e sporgenti all’esterno; i maschi possiedono ghiandole odorose che secernono una sostanza brunastra utilizzata in profumeria.
Offrendo spunto per questa dissertazione, l’intenzione di Belansky resta quella di mettere in guardia coloro che possono ritenere che le
specie rare non siano poi così importanti per il benessere degli ecosistemi. Purtroppo questa idea è più che sbagliata!
Un ambiente ricco di biodiversità ospita tipicamente poche specie dominanti e molte specie rare. Va quindi smentita l’ipotesi che le specie
rare possano non essere decisive per l’ecosistema, perché queste svolgono ruoli di replica, ovvero, svolgono funzioni che in natura vengono già assolte dalle specie più comuni. In tal senso, tornando al caso delle zanne dell’idròpote inerme e della sua importanza all’interno dell’ambiente naturale in cui vive, si potrebbe davvero dire: le apparenze ingannano, le scomparse confermano.

Antonio Rossello


Avatar

A. Rossello

Torna in alto