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Pietra Ligure incredula: ‘la strada che non c’è’. A 12 anni dalla ‘convenzione urbanistica’ di palazzi per 6.136 mc. Operazione Orsero. Interrogativi


La strada che non c’è. Eppure ci dovrebbe già essere da tempo e, da tempo, essere utilizzabile e percorribile.

Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi

Gruppo consiliare “Centrodestra”

Consigliere Mario Carrara

MOZIONE CONSILIARE

La strada che non c’è. Eppure ci dovrebbe già essere da tempo e, da tempo, essere utilizzabile e percorribile.

Si tratta della nuova strada che dovrebbe già collegare via Lombardia e via Ranzi. Invece, è ancora tutta da fare, per colpa e disinteresse di una Amministrazione imbelle, “che non vede” e non fa quello che dovrebbe. Disinteresse? Lassismo? O Favoritismo?

*****

Dopo aver letto gli atti della pratica, questa è la storia di questa “strada fantasma”.

Il 21 Ottobre 2010, veniva firmata la convenzione urbanistica tra il Comune di Pietra Ligure e la società “BLAU MEER, srl” (gruppo “Orsero”?) che, consentendo alla stessa società di costruire un consistente intervento edilizio di ben 6136 metri cubi, in localitàRocca delle fene“, la obbligava nei confronti del Comune a realizzare, tra le altre opere, la strada di collegamento tra via Lombardia (che dà su via Francesco Crispi, al lato del torrente Maremola) e via Ranzi.

Quindi, una nuova strada ben importante e di assoluta priorità perché consentirebbe di effettuare il collegamento diretto tra il Levante della città di Pietra Ligure ed i paesi dell’entroterra e della Valmaremola con la strada che porta alla frazione di Ranzi e con lo svincolo ed il casello autostradale, “scavalcando” la collina ed evitando di dover percorrere la sempre più intasata via Aurelia. Sono passati 12 anni esatti dalla stipula di quella convenzione, durante i quali i palazzi dei 6136 metri cubi sono stati costruiti e in gran parte venduti ed abitati, ma la strada in questione, che era l’opera di urbanizzazione più rilevante di quel progetto, ANCORA NON C’È.

La domanda è spontanea: cosa si è aspettato, cosa si aspetta ancora a farla realizzare, visto che l’onere di costruirla spettava e spetta a chi ha costruito e ha già venduto?

La stessa Convenzione all’art. terzo n⁰ 6, tra l’altro recita: “…al fine del rispetto degli impegni assunti nei confronti del Comune, il soggetto attuatore (cioè l’impresa) potrà conseguire la piena disponibilità delle aree di proprietà di terzi necessarie per la realizzazione della suddetta strada. Ove non sia possibile acquisire dette aree di terzi mediante cessione bonaria, il Comune provvederà ad attivare le procedure espropriative di sua competenza, senza oneri a proprio carico,
entro 60 giorni dalla richiesta che verrà a tale scopo avanzata dal soggetto attuatore. Da parte sua, il soggetto attuatore si impegna a fornire al Comune, senza oneri a carico di quest’ultimo, la più ampia collaborazione ed il necessario supporto tecnico e giuridico al fine dell’utile e sollecito
espletamento del procedimento per l’acquisizione delle aree in questione”.

Di fronte all’inequivocabile e chiara scrittura di impegni siffatti, davvero è lecito domandarsi perché si sia aspettato più di un decennio e si continui ancora ad aspettare affinché chi è obbligato a realizzare quest’opera la faccia effettivamente? In tutto questo tempo, quali sollecitazioni ha formalmente avanzato il Comune nei confronti dell’impresa, finora inadempiente o “dormiente”, affinché quest’ultima richiedesse l’intervento del Comune ad espropriare le aree che essa non riusciva ad acquisire? Impresa non certo “dormiente” per la costruzione delle sue case, che da anni sono state invece ben completate.

Significativo è il successivo art. 11⁰ della stessa Convenzione che, tra le altre cose, scrive: “…Per quanto riguarda la strada della Rocca delle fene il soggetto attuatore (cioè
l’impresa) si obbliga a completare e rendere agibile l’opera nel termine di mesi 18 decorrente dalla data di acquisizione di TUTTE le aree di proprietà
di
terzi all’uopo necessarie.”
E finora, anno 2022, il soggetto attuatore (cioè l’impresa), a quanto pare, dopo 12 anni, non le ha ancora acquisite tutte, cosicché il termine dei 18 mesi non è mai stato fatto decorrere. Ma anche qui c’è da chiedersi: ma chi “gestiva” la “delega dell’urbanistica” nel 2010 (che è lo stesso personaggio che la gestisce ancora nel 2022) come ha potuto consentire che fosse scritta una cosa del genere, cioè far decorrere il termine di ultimazione dei lavori di costruzione della strada, cioè 18 mesi dall’acquisizione di TUTTE le aree necessarie, facendo dipendere ciò unicamente dall’atteggiamento che avesse voluto tenere l’impresa? E se, tuttavia, l’impresa, nonostante le “buone intenzioni” dichiarate, poi non si fosse attivata, non si attivasse per acquisirle? Che si fa? Si va alle “calende greche”, come in effetti è successo e sta succedendo? Visto che, dopo 12 anni, è ormai dimostrato che l’impresa non si sia attivata e quindi l’opera non si fa?

Dubitiamo e ci chiediamo se questo non sia stato un atteggiamento di “sfacciato favoritismo” nel far dipendere il termine entro il quale l’impresa avrebbe dovuto far l’opera non tanto da un suo “obbligo” scritto precisamente, quanto unicamente dalla sua volontà e solerzia? È un po’ come aver lasciato all’impresa la facoltà di dire: con mio comodo cercherò di avere tutte le aree per fare la strada, poi, quando finalmente avrò acquisita anche l’ultima, sempre con mio comodo, comunicherò quando può partire il termine dei 18 mesi previsti dalla convenzione per fare la strada.

E i risultati si vedono.

Stando così le cose, come fare a non dubitare su un atteggiamento di “favoritismo” nel voler “favorire” i “movimenti” di quell’impresa; vale qui il detto: forti con i deboli e deboli con i forti?

Ciò, tenuto conto che, come si è visto al precedente art.3⁰, n.6, della convenzione il Comune avrebbe potuto, e può, sostituirsi all’impresa per espropriare le aree necessarie per il tracciato della strada che ancora non fossero state disponibili.

Per dirla tutta, considerando che l’impresa ha scritto ed attestato nelle “premesse” della convenzione, lett.”h”, di essersi attivata verso i proprietari delle aree della strada già dal 21
Luglio 2006, in ben 16 anni, non aver neanche completato le procedure per l’acquisizione delle aree medesime pare davvero una povera scusa, considerato che avrebbe potuto, come s’è visto, chiedere l’intervento del Comune per procedere all’esproprio.

Ma se siamo arrivati a questo punto, la responsabilità maggiore ce l’ha “chi” ha gestito la delega dell’urbanistica all’atto della scrittura e della stipula della convenzione, del rilascio degli atti concessori e del lassismo dimostrato in questi anni nel non aver perseguito l’interesse pubblico.

Anche perché il Comune risulta abbia ancora disponibile una consistente fideiussione pari ad €. 613.084,71 che “incamerata“, seppur svalutata rispetto a 12 anni fa, consentirebbe, comunque, di poter affrontare i costi dell’opera.

Per tutto quanto sopra esposto, si chiede al Consiglio comunale di approvare la presente Mozione nel dispositivo che segue:

Il Consiglio comunale di Pietra Ligure impegna il Sindaco e la Giunta municipale ad intraprendere tutte le iniziative amministrative e legali necessarie al fine di ottenere il sollecito adempimento degli obblighi convenzionali da parte della “BLAU MEER,srl, in relazione alla convenzione urbanistica per l’attuazione del SUA d’iniziativa privata…. “Rocca delle fene”, del 21 Ottobre 2010, in particolare per quanto riguarda la realizzazione della strada di collegamento tra via Lombardia e via Ranzi, a tutt’oggi non solo non realizzata ma neppure iniziata.

Pietra Ligure, 12 Ottobre 2022

Mario Carrara, consigliere comunale



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