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Caso Palamara, l’ex Pm e giudice Maffeo: tutti zitti da sepolcri imbiancati. L’avv. Garassini, già presidente Provincia: ‘L’unica vera casta’


Il quatodiano ‘IL FOGLIO’ titola: “Tutti Salvi”: così il pg della Cassazione ha amnistiato lo scandalo Palamara.

Da Il Foglio del 25 giugno 2022 a firma di Ermes Antonucci-

Attraverso una serie di circolari adottate dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, il caso Palamara si è risolto in un’amnistia generalizzata: esclusi i pochi capri espiatori dell’Hotel Champagne, nessun magistrato è stato sanzionato per quanto emerso dallo scandalo.

Questa è la storia di come uno dei più gravi scandali nella storia della magistratura italiana, quello nato dal caso Palamara nella primavera del 2019 (ve lo ricordate?), si è risolto in un’amnistia generalizzata, se si esclude la crocifissione di pochi capri espiatori, a cui sono stati addossati tutti i peccati. Il protagonista di questa operazione è stato Giovanni Salvi, procuratore generale uscente della corte di Cassazione (andrà in pensione il 9 luglio), titolare dell’azione disciplinare nei confronti delle toghe.

A ricostruire per filo e per segno le tappe dell’operazione, che potremmo battezzare “Tutti Salvi”, è stato Rosario Russo, ex sostituto procuratore generale presso la corte di Cassazione, ora in pensione. In un documento inviato via e-mail ai suoi colleghi, oltre che alle massime istituzioni del paese, Russo ha descritto i passaggi attraverso cui il pg Salvi ha consentito che si realizzasse un’amnistia di fatto per tanti magistrati coinvolti nello scandalo Palamara, e anche che su questa amnistia calasse una coltre impenetrabile di segretezza.

Come si ricorderà, lo scandalo delle nomine prese avvio dal celebre incontro notturno all’Hotel Champagne di Roma tra Luca Palamara, alcuni consiglieri del Csm e due deputati. Lo scandalo rivelò l’esistenza (già ben nota) di un sistema di spartizione delle nomine ai vertici degli uffici giudiziari da parte delle correnti togate. Dalle indagini, inoltre, emerse il contenuto delle chat sequestrate nel cellulare di Palamara, in cui decine di magistrati si rivolgevano all’ex consigliere del Csm implorando promozioni, trasferimenti, chiedendo raccomandazioni o favori, e pure insultando altri colleghi.

La giustizia disciplinare nei confronti dei magistrati coinvolti nell’incontro all’Hotel Champagne è stata rapidissima. Palamara è stato radiato, mentre gli altri cinque magistrati (nel frattempo dimessisi dal Csm) sono stati sanzionati con la sospensione dalle funzioni su richiesta della procura generale della Cassazione. A quel punto, però, la giustizia disciplinare sembra essersi fermata di fronte all’ondata di melma emersa dalle chat trovate nel cellulare di Palamara.

La prima tappa dell’operazione “Tutti Salvi” è avvenuta il 22 giugno 2020, quando il pg della Cassazione ha adottato una circolare in cui si stabiliva che tutti i magistrati che avevano praticato “attività di autopromozione” con Palamara non avevano commesso illecito disciplinare. “Provi taluno a calarsi nei panni del dott. Nessuno che, privo di appoggi correntizi o ‘disciplinatamente’ restio ad avvalersene, sia stato ‘scavalcato’ da un concorrente per effetto di siffatta autopromozione!”, commenta Russo nel suo documento-denuncia. “A che servono allora le procedure concorsuali (art. 97, 4° Cost.)? E l’utente finale della giustizia non preferisce il più meritevole rispetto all’autoraccomandato?”, si chiede Russo.

La vicenda è diventata ancora più paradossale quando Palamara nel suo libro ha rivelato che lo stesso Salvi in almeno due occasioni avrebbe ottenuto incontri privati con lui per caldeggiare la propria nomina a procuratore generale della Cassazione. Queste circostanze non sono mai state chiarite da Salvi e hanno spinto ben 97 magistrati a invocare pubblicamente (invano) le dimissioni del pg della Cassazione nel caso in cui non avesse smentito le accuse mossegli da Palamara.

Non pago, Salvi ha poi adottato una nuova circolare in cui si stabiliva che “anche con riguardo a condotte scorrette gravi l’illecito disciplinare può tuttavia risultare non configurabile quando il fatto è di scarsa rilevanza”. Come una condotta gravemente scorretta possa essere considerata di scarsa rilevanza non è dato sapersi.

L’ultima tappa dell’operazione è consistita nell’adozione di un’ulteriore circolare in cui il pg Salvi ha stabilito autonomamente che, a differenza di quella penale, l’archiviazione disciplinare non può essere comunicata al cittadino (o al suo avvocato) che ha segnalato l’abuso disciplinare del magistrato, riservandosi il potere di interdirne la conoscenza anche al magistrato indagato, all’Anm e perfino al Csm.

Il risultato di tutto ciò, come sottolinea Russo, è che, se si escludono le sanzioni adottate nei confronti di Palamara e dei colleghi che si ritrovarono all’Hotel Champagne, “non si ha notizia che tutte le gravissime e numerose scorrettezze documentate dalle famose chat siano state trattate e sanzionate in sede disciplinare o abbiano provocato il trasferimento d’ufficio”. Sembra incredibile, ma non solo nessuno può avere notizia dello stato dei procedimenti disciplinari, ma in caso di archiviazione non è possibile conoscere le motivazioni alla loro base (in violazione delle regole elementari dello stato di diritto).

“Nessuna rinascita della magistratura sarà possibile finché non si riaffermi la centralità della trasparenza delle archiviazioni emesse dal procuratore generale”, afferma Russo nell’e-mail inviata ai colleghi. Nel frattempo, “Tutti Salvi”.

IL POST DI FILIPPO MAFFEO, già Pm a Genova, Savona, Imperia, pretore ad Albenga,

Filippo Maffeo magistrato in pensione

giudice al tribunale di Savona – “È avvenuto. Sta avvenendo. Nel silenzio generale. Nessuno si indigna, nessuno protesta, nessuno organizza manifestazioni, cortei, passeggiate, digiuni, sit in.

Nessuno parla, Nessuno discute. Le poche voci vigili non vengono raccolte . Silenzio pudico ed organizzato. C’è da stupirsi? No. Nulla di nuovo, nulla di imprevedibile, tutt’altro.
È l’atteggiamento naturale di certa gente, che ritiene di essere sopra le regole, sopra la decenza, sopra il pudore. Sono i migliori, per definizione, per auto acclamazione, singola e di gruppo. Hanno il ditino alzato ed il sorrisetto di superiorità di serie. Sepolcri imbiancati”.

COMMENTI post- Alessandro Garassini, avvocato penalista e civilista, ex presidente della

L’avv. Alessandro Garassini per due mandati presidente della Provincia di Savona

provincia di Savona, ex direttore generale Ata-Savona: L’unica vera casta.

Garassini che in un precedente post su Facebook e letto senza reazioni di chi è chiamato in causa, per altri motivi, scriveva: “Ma l’amministrazione di Loano, da me sollecitata in argomento affinché la nuova diga soffolta fosse realizzata in modo tale da generare onde idonee per il surf, come fa progetto che oltre 20 anni or sono feci predisporre quando ero presidente della provincia, senza incremento di spesa, ha dimostrato interesse prima del voto e se ne è dimenticata il giorno dopo. E ugualmente la minoranza”.

Gli ‘inquilini di turno’, alcuni  ‘dimoranti’ da oltre un paio di decenni a palazzo Doria, non rispondono a Trucioli.it e ignorano l’ex presidente della Provincia loro concittadino e che i loro tutor leghisti parlamentari (vedi il sen. Ripamonti)  che avevano voluto Garassini al vertice di Ata Spa per un’opera disperata di risanamento finanziario e funzionalità del servizio.

 


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