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Varazze, il libro. Un uomo. Paolo Caccia Dominioni. Volontario di guerra a 19 anni


Il colonnello Cacciaguera presenta «Un uomo – Paolo Caccia Dominioni» a Varazze. Per il volume edito dalla Rivista Militare dell’EI, folta partecipazione, in sala anche il labaro dell’ANVG.

di Antonio Rossello

Varazze. Dopo la sua partecipazione in qualità di relatore alla conferenza su «Storia e significato del Milite Ignoto», lo scorso mese di novembre, in occasione della commemorazione del centenario della traslazione nel sacello dell’Altare della Patria, e il conferimento della cittadinanza onoraria allo stesso da parte della locale Amministrazione, il 7 febbraio nella locale Biblioteca Civica «Eugenio Montale» il colonnello Giuseppe Cacciaguerra ha presentato il libro «Un uomo – Paolo Caccia Dominioni.

Il prezioso volume, di grande valore sociale e morale, giunto alla quarta ristampa, raccoglie le opere più significative prodotte, nella sua lunga e irripetibile esistenza, dal colonnello del Genio Paolo Caccia Dominioni, nato a Nerviano (Milano) nel 1896 e scomparso a Roma nel 1992. Volontario di guerra a 19 anni, fu prima sottotenente del Genio Pontieri e poi comandante di una sezione lanciafiamme impiegata sul fronte del Carso. Conseguite le lauree in ingegneria e architettura, tra il 1920 e il 1935 lavorò in Medio Oriente e in Africa settentrionale, dove apri uno studio di ingegneria al Cairo. Richiamato alle armi, nel 1936, allo scoppio del conflitto etiopico, fu impegnato prima in una rete di spionaggio, quindi come comandante di una pattuglia informativa.

Nel secondo conflitto mondiale, fu comandante del XXXI Battaglione Guastatori in Africa settentrionale nella battaglia di El Alamein, dunque ad Asiago, sino all’8 settembre 1943. Dopo l’armistizio prese parte alla Resistenza, venendo per due volte catturato e imprigionato. La fine della guerra lo trovò Capo di S.M. del Corpo dei Volontari della Libertà, a Milano. Venne ferito due volte e decorato cinque volte al valore militare nel Carso, in Libia, in Etiopia, a El Alamein e infine nella Resistenza.

Nella sua copiosa fatica letteraria ricordiamo: «Amhara», 1937; «Takfir», 1947; «Alamein 1932-1962», 1962; «1915-1919», 1965; «Ascari K7», 1966; «Le 300 ore a Nord di Qattara», 1972; «Alpino alla macchia – Cronache di latitanza 1943-1945», 1977.

Inoltre, interessante e pregevole il suo repertorio di schizzi e disegni che hanno accompagnato la produzione letteraria personale e non solo. Suoi sono anche molteplici progetti per monumenti militari fra cui: i Sacrari militari di El Alamein, Murchison, Bari, gli Infoibati, il Tempio votivo del Morbegno; i monumenti al Paracadutista, Viterbo e Livorno, all’Artigliere Alpino di Udine, alla «Folgore» di Castromarina, al Duca d’Aosta a Gorizia.

Il suo pregio artistico è visibile ulteriormente nel Museo delle Truppe Alpine sul Doss di Trento e nel piccolo Oratorio di San Rocco, situato nei pressi di Palleroso, un paesino della Garfagnana sulla ex Linea Gotica, Sacrario dei Caduti della Divisione Monterosa.

Ma la maggior impresa di Paolo Caccia Dominioni, che, oltre a far comprendere profondamente i valori ed il temperamento dell’Uomo, gli valse riconoscenza internazionale, fu la rischiosa e intensa missione per la raccolta delle salme di ogni bandiera sui campi di battaglia del deserto, dove si isolò per circa 12 anni dopo il 1948, che, con tappe successive, comportò la realizzazione dell’attuale Sacrario di El Alamein. Per questa grandiosa opera umana e civile, gli fu concessa la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito alla memoria.

L’Esercito ha pertanto inteso rendere un doveroso omaggio a questo Eroe con un volume, la cui edizione è avvenuta sotto la supervisione dell’Ispettorato dell’Arma del Genio attraverso un lungo lavoro di ricerca e raccolta delle fonti, ovvero quanto poteva essere reperito sulla vita e le realizzazioni di Dominioni, in forma completamente illustrata.

Nel corso di una brillante carriera nelle Forze armate, già comandante del Reggimento Lancieri di Montebello, il colonnello Giuseppe Cacciaguerra è attualmente direttore della Rivista Militare dell’Esercito, con il suo primo numero uscito nel 1856, una delle più antiche pubblicazioni italiane, assieme a Civiltà Cattolica risalente al 1850. È, inoltre, figlio di Corrado, conosciuto scultore in bronzo e in marmo, ma soprattutto mosso da una grande passione per le forme ricavabili dalla lavorazione del legno, e presidente dell’Associazione Artisti Varazzesi, trasferitosi negli anni Settanta in Liguria dalla natia Piazza al Serchio, in provincia di Lucca.

All’evento, svoltosi nell’ambito della rassegna «Lunedì letterario», erano presente la cittadinanza, i rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni civili e d’arma, tra le quali la Federazione provinciale di Savona dell’Associazione Nazionale Volontari di Guerra, al seguito del proprio labaro intitolato alle M.O.V.M. Col. Caminati e Cap. Raimondi.

Antonio Rossello

 

 


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A. Rossello

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