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Ranzi orfana di negozi, bar, pizzerie. Carrara: Si ristrutturi edificio comunale e basta ‘bla bla’. Velo pietoso sulle promesse e tre proposte


A Ranzi di Pietra Ligure sono anni che non c’è più un negozio, un bar, una pizzeria, quindi un centro di aggregazione sociale. Il Comune è proprietario dell’edificio sulla piazza centrale  S. Bernardo. Il consigliere Mario Carrara ha proposto la ristrutturazione e una gestione con un bando pubblico di un edificio comunale. Ranzi che ha vinto l’annosa battaglia con l’installazione della mega barriera antirumore sull’Autofiori imponendo un investimento milionario alla Spa di Beniamino Gavio di Tortona.

MOZIONE CONSILIARE

Giusto: “Il Comune se vuole e se ritiene la questione degna di rilevanza sociale“. È tutto qui il “succo” della stessa questione! Infatti, ormai sono anni che a Ranzi non esiste più un negozio di generi di prima necessità; ancor più anni che non esiste più il bar, che eserciva anche l’attività di pizzeria e che, essendo posto al centro del paese, svolgeva l’importantissimo ruolo di centro di aggregazione sociale.

Sono altrettanti anni che si parla della necessità che un’attività “polifunzionale” di carattere “misto”, “commerciale ed esercizio pubblico e ristorazione” possa riaprire, ma di “concreto”, finora, non è stato fatto niente: solo “chiacchiere”; solo “bla bla bla” elettorali. E basta.

Se Ranzi non avesse un edificio di proprietà “pubblica” da adibire e destinare a questi scopi, bisognerebbe rassegnarsi ad attendere solo qualche improbabile iniziativa di carattere  “privato”; tuttavia, ciò, per fortuna, non è così. Il Comune è proprietario dell’edificio posto nella piazza centrale, già sede del Comune di Ranzi-Pietra, che già era stato adibito ad esercizio pubblico.

Stendiamo “un velo pietoso” sull’inerzia di questi ultimi anni in cui, quando si sapeva che ormai l’esercizio pubblico avrebbe chiuso, non è stato fatto assolutamente niente per porvi dei rimedi e cercare delle soluzioni alternative; né è stato fatto nulla “dopo” la sua chiusura. Come, pure, “stendiamo quello stesso velo”, sull’inerzia dei rapporti tra il Comune, proprietario dell’edificio e chi era suo reale concessionario. Inerzia che è arrivata, stancamente, a produrre la squallida situazione di oggi.

Come pure, nulla accenniamo al fatto che il Comune, nei suoi atti del 2015 e 2016 di “Alienazione e valorizzazione degli immobili comunali” avesse ricompreso proprio l’edificio comunale di piazza S. Bernardo di Ranzi tra i beni “da vendere (dimostrando di non avere proprio un’idea di come utilizzarlo), per poi, in seguito alle nostre proteste in Consiglio, “dirottarlo” tra quelli “da valorizzare…”.

Ora, resta il fatto che, per fortuna, quello stesso edificio c’è ancora in quanto “proprietà pubblica” e in quella medesima funzione riteniamo che debba essere mantenuto al servizio della collettività: al più presto.

Nel 2018, la Giunta comunale deliberò con il suo provvedimento n⁰121 del 19 Settembre, di indire un pubblico bando destinato a chi fosse interessato alla gestione di quei locali. Di quel “pubblico bando”, che aveva come termine il 16/1/2019, non se ne è saputo più nulla. Il tecnico che è indicato dal bando come “responsabile unico del procedimento” è pure andato in pensione. La questione, a parte i soliti “bla, bla..” propagandistici, è oggi “lettera morta” perché non risulta alcuna vera iniziativa in tal senso.

Per poter esercire una qualsiasi attività pubblica in quei locali “comunali”, occorre una radicale “ristrutturazione” perché quegli immobili sono oggi fatiscenti.

Chi fosse animato da spirito d’iniziativa per tentare la gestione di un’attività mista “commerciale-esercizio pubblico di bar e ristorazione”, ma dovesse sobbarcarsi pure l’onere finanziario della ristrutturazione degli immobili in questione, saprebbe già dall’inizio di lavorare “in perdita” per diversi anni, visto l’ingente peso finanziario della ristrutturazione stessa. Ciò considerando che trattasi di un locale e di attività, non posti sulla costa, in “riva al mare”, bensì a Ranzi, che lavorerebbero a pieno regime solo nei mesi estivi e nei fine settimana; mentre per la parte commerciale si tratterebbe di offrire un servizio di “prossimità” per i 450 abitanti di Ranzi, specie per gli anziani.

Sarà ben difficile, quindi, che si possa trovare qualcuno che, oltre alle spese “d’impianto” indispensabili come l’acquisto di attrezzature varie e mobili, oltre agli oneri finanziari d’inizio attività (tasse, contributi previdenziali, personale), debba pure sobbarcarsi quello della ristrutturazione edilizia degli immobili. Sarebbe una spesa che graverebbe per molti anni, senza lasciar margini per un minimo “utile d’impresa”, ma, al contrario, con l’esigenza di ripianare un passivo già iniziale.

Detto tutto questo, ma essendo convinti che a Ranzi debba essere garantito un servizio “sociale” come quello dell’acquisto dei generi commestibili di prima necessità, specie per i tanti anziani che vi risiedono; come pure si debba favorire la riapertura di un bar/ristorazione che rivesta, com’è sempre stato, pure valenza di luogo di “aggregazione”, riteniamo che il Comune debba “investire” finanziariamente, di proprio per raggiungere questi obiettivi.

L’assessore Daniele Rembado ha la delega alla Frazione Ranzi

Se a Ranzi non ci fosse la Chiesa e l’attività meritoria e lodevole dell’attuale Parroco che promuove iniziative di incontro sociale, di cultura e convivialità, come, pure, se non ci fosse il ristorante “il Capanno” che presenta un’offerta di ristorazione di qualità e livello (non solo per Ranzi, ma per tutta Pietra Ligure), a Ranzi non ci sarebbe completamente nulla.

È per tutto quanto sopra scritto che il Comune, riteniamo, debba provvedere direttamente  alla ristrutturazione ed all’adeguamento dei suoi locali di piazza S. Bernardo da destinare all’attività “commerciale e di esercizio pubblico” e, successivamente, proporre un nuovo pubblico bando per la gestione delle attività in questione.

Non si venga a dire che mancano i soldi: quest’anno il bilancio del Comune è risultato attivo di ben oltre 4 milioni di euro (com’era normale che fosse, viste tutti i tributi comunali volutamente imposti al massimo possibile) ed è risultata una somma di oltre € 400.000 disponibili e “liberi” per le spese dell’amministrazione De Vincenzi.

Quindi, se si vuole, la disponibilità finanziaria c’è. Basta volerlo, come scrivevamo all’inizio.

Per tutto quanto sopra scritto ed argomentato, si chiede al Consiglio comunale di approvare la presente Mozione nel dispositivo che segue:

Il Consiglio comunale di Pietra Ligure, vista la situazione sussistente a Ranzi, in cui non vi è  più un negozio di commestibili, né un esercizio pubblico che, esercitando le funzioni di bar-ristorazione, al contempo, offra anche l’occasione di luogo di “incontro ed aggregazione sociale”, considerata l’esistenza degli immobili di proprietà comunale, siti in piazza San Bernardo, già sede del Comune di Ranzi-Pietra, che sarebbero adatti ed ideali per ospitare attività di tal genere, impegna il Sindaco e la Giunta comunale a: 1) voler far espletare una perizia tecnica di stima del costo dei lavori di ristrutturazione ed adeguamento dei locali per renderli utilizzabili all’uopo; 2) voler individuare e destinare nel prossimo bilancio preventivo, in fase di elaborazione, la cifra risultante dalla perizia di cui sopra per l’effettuazione dei lavori e, quindi, attivare le procedure per la loro esecuzione; 3) successivamente all’ultimazione degli stessi lavori di ristrutturazione ed adeguamento dei locali, indizione di un bando pubblico rivolto a coloro che fossero interessati alla gestione dell’attività mista “commerciale-esercizio pubblico-ristorazione.

Tutto ciò considerando il superiore interesse pubblico della stessa frazione di Ranzi a poter di nuovo disporre di un punto di incontro ed aggregazione sociale”.

Pietra Ligure, 23/10/2021- Mario Carrara, consigliere comunale


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