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Liguria e Basso Piemonte

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Riciclo RAEE, provincia di Savona in ritardo


Dal 20 Ottobre si passa al nuovo digitale terrestre. Problemi nel riciclo “RAEE” per il savonese. I “baby minatori”. La provincia di Savona sul territorio ha pochi punti di raccolta e un numero esiguo di aziende che investano nel riciclo “RAEE”.

di Gabriello Castellazzi*

Il rapporto 2020 del “Centro di Coordinamento RAEE” (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) ha registrato per la Liguria una quantità di smaltimento di materiali da trattare pari a 12.039 tonn., con un miglioramento del 1,9% rispetto ai rilevamenti dell’anno precedente (2019).

Il merito va innanzi tutto alla provincia di La Spezia con un aumento del 12% della raccolta, mentre la provincia di Savona ha fatto registrare un decremento. Il problema diventerà particolarmente delicato dal 20 ottobre perchè con il passaggio al nuovo digitale terrestre circa 15 milioni televisori dovranno essere sostituiti (o adeguati con decoder aggiornato) e il materiale da rottamare aumenterà in modo esponenziale.

La gestione corretta dei prodotti elettronici è stata ulteriormente regolamentata dall’Unione Europea   nel 2012 con norme precise sulle procedure di smaltimento. E’ noto a tutti, ormai da molti anni, che molti elementi minerali destinati a far parte dei materiali “RAEE” provengono da paesi dove, per lo più, non vengono rispettati i diritti umani e dove l’estrazione è nelle mani dei cosiddetti “signori della guerra”.

L’ Europa sta giustamente adottando una politica di controllo sull’importazione di minerali rari, quali  cobalto, tantalio, tungsteno, cadmio, cromo, manganese,  ecc., che non potrebbero entrare nei Paesi dell’Unione senza una certificazione d’origine con  precisa indicazione dei fornitori.

Ciononostante le organizzazioni umanitarie denunciano ancora lo sfruttamento di migliaia di baby-minatori i quali, per fame, sono obbligati a mettere a repentaglio la loro vita in gallerie sotterranee. Telefoni cellulari, tablet, televisori e computer, una volta usati, quando, per i più svariati motivi, vengono abbandonati, pongono il problema di come gestirne il destino finale.

Considerata la presenza nei “RAEE”di elementi preziosi (anche oro e argento in quantità) vi è un evidente interesse a riciclare tutte le materie contenute nei dispositive dismessi che dovrebbero rafforzare, in primo luogo l’economia circolare.

La strategia europea oggi inizia dagli interventi finalizzati a ridurre la perdita di valore delle apparecchiature, indicando un “diritto alla riparazione” (possibilità di aggiornare i software obsoleti, ecc). In sostanza sono quella parte di provvedimenti rientranti nell’ “elettronica circolare” che mira all’allungamento della vita dei prodotti elettronici evitando una loro prematura fine in discariche inquinanti (cromo, mercurio, ecc.). La Direttiva sulla progettazione ecocompatibile farà in modo di salvaguardare l’efficienza energetica, la riparabilità, la durata e il riciclaggio con riutilizzo virtuoso, ostacolando  l’ “obsolescenza programmata”. Infatti i sondaggi indicano come due cittadini su tre vorrebbero utilizzare più a lungo i dispositivi digitali, purché non ne vengano compromesse le prestazioni.

Ridurre lo sfruttamento delle materie prime porterebbe concreti vantaggi ambientali ed etici. Con la transizione al nuovo digitale terrestre, perfezionando le attuali tecniche di recupero e riciclo dei “RAEE”, si potranno creare in Italia 8000 nuovi posti di lavoro “green” e consentire la riduzione di un milione di tonnellate di CO².

Il nostro “Pnrr”(Piano nazionale di ripresa e resilienza) destina 1,5 miliardi di Euro per creare  nuovi impianti finalizzati alla gestione dei rifiuti elettronici ( per questo servirebbero ancora 1000 nuovi eco-point).  Un’ occasione da non perdere, specialmente per la provincia di Savona che sul territorio ha pochi punti di raccolta e un numero esiguo di aziende che investano nel riciclo “RAEE”.

Si è calcolato che 5 nuovi impianti di metallurgia leggera per il recupero delle materie prime critiche (terre rare, cobalto, litio, manganese, ecc.) creerebbero 1500 nuovi posti di lavoro. In conclusione, tenuto conto che oggi solo il 30%, dei circa 10 milioni di tonn. “RAEE” prodotte in Europa, viene gestito correttamente, la “società del riciclo” potrà avere rilevanti effetti positivi sulla crescita economica (580.000 nuovi green jobs) e preservando la qualità dell’ambiente per le generazioni future.

Gabriello Castellazzi – Europa Verde – Verdi della provincia di Savona


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