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Turismo integrato: apriti sesamo!


Il turismo integrato: apriti sesamo dell’Italia e del Sud. Il miglioramento del turismo per Draghi e il core business di Mara Carfagna al ministero del Sud.

di Sergio Bevilacqua

Il Presidente Mario Draghi coglie subito uno dei 3 temi, di sicuro quello più importante e di maggior potenziale per il Prodotto Interno Lordo italiano, lo sviluppo dell’economia e della società italiana: l’Economia Turistica, e, aggiungo io, “Integrata“. Ed è particolarmente preziosa questa specificazione per il tipo di infrastrutturaziome da attuare, dunque per le decisioni politiche da prendere al riguardo e per le sue favorevoli conseguenze.
Prima di addentrarmi nei 10 punti dell’Integrazione turistica, va ricordato un fattore strategico: l’Economia Turistica, e Integrata, è l’Apriti Sesamo delle enormi ricchezze dell’Italia è soprattutto del suo Mezzogiorno. Ministro Mara Carfagna, “qui si parrà la tua nobilitate!”
Ed ecco le 10 integrazioni da considerare per la progettazione economico turistica nel terzo millennio della globalizzazione, dell’antropocene e della comunicazione.
Dunque, Economia Turistica Integrata, ma come?
1. Integrata all’interno del ciclo di fruizione: sì deve far evolvere l’offerta turistica verso una fruizione equilibrata e sistemica delle ricchezze e piacevolezze del nostro Paese, con una progettazione che inizia dall’aeroporto di partenza e lì ritorna, dopo aver offerto saturazione capillare del tempo del soggiorno (impostazione di “pacchetto”, orizzonte settimanale).
2. Integrata alla enorme varietà di elementi attrattivi di tipo artistico, storico, naturale (flora, fauna, montagna, mare, particolarità naturalistiche, ecc.), culturale, gastronomico, dell’intrattenimento offerti dal territorio, raccolti in insiemi tematici, verso la costruzione di una narrazione intrinseca al soggiorno.
3. Integrata all’enorme ricchezza dell’economia identitaria, basata su quella estrema varietà di base, da cui discende una manifattura speciale in termini di varietà e qualità, in particolare nei settori dell’agro-alimentare, del tessile, di certa edilizia, delle nicchie.
4. Integrata alla società civile dei residenti, ove la oculata organizzazione del turismo non deve gravare, anzi deve, perché può!, costituire schietto elemento di valore civile,  con la moltiplicazione dei servizi ai residenti.
5. Integrata alla cultura dei residenti, che interpretino il loro principale ruolo di essere orgogliosi ospiti e propositori dell’esperienza di bellezza italiana, da cui traggono il raddoppio della loro qualità della vita su tutti i piani delle misurazioni.
6. Integrata all’ambiente (cioè green), che deve trarre beneficio e non consumo, ottenendo dall’economia turistica quella cura di bellezza, armonia e vitalità che ne migliorino la condizione di habitat, sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista del benessere e della salute.
7..Integrata rispetto alle culture e civiltà del mondo, perché l’Italia è tempio di tutta la enorme varietà espressa dall’Umanità contemporanea, che è Occidentale od occidentalizzata come stile di vita ed economia.
8. Integrata agli equilibri socio-economici delle aree locali, ove le Aree di Destinazione Turistica si appoggiano, solo e unicamente valorizzandone e facendone fiorire la bellezza e varietà.
9. Integrata alla vera natura del business turistico attuale, basata su tre dimensioni logistiche (a. extracontinentale, b. continentale c. nazionale) e due modalita (a. il turismo organizzato da tour operator e agenzie e b. l’autoorganizzazione)
10. Integrato alle esigenze di tutela sanitaria in epoca pandemica, con quindi una offerta di sicurezza sanitaria garantita dell’estrema efficienza di strutture ospedaliere, di primo soccorso e di emergenza, dimensionate quantitativamente con un coefficiente 1.3 rispetto alla popolazione e ai più alti standard di qualità mondiale.
Facciamo ora alcune riflessioni a caldo all’appello di Draghi sul fatto che il turismo deve cambiare:
1. Non è vero che il business turistico è il 14% del PIL: questo dato è quello del settore HRC (Hotellerie. Ristorazione e Caffetteria). Esclude il settore cultura e l’indotto commerciale. Siamo intorno a oltre il 25 % del PIL, cioè già intorno a 500 MLD. Ciò non toglie che potrebbe contare su 800 MLD a medio-lungo termine, con una buona visione economica (vedi 2., 3. seguenti)
2. Occorre reimpostare le strategie del settore in ottica di business, basandosi sul concetto “industriale” di Area di Destinazione Turistica – ADT (dimensione principale: da 5000 a 10000 posti-letto) per intercettare il mercato globale e soprattutto quello extra-continentale.
3. Occorre migliorare la qualità del servizio con  una riforma dell’organizzazione dell’HRC con la revisione della regola organizzativa di manifattura e servizio secondo il modello anglo-americano, che vede il servizio pagato direttamente al personale esecutivo.
4. Occorre indirizzare risorse del Next Generation Plan, per poi declinarle nell’impianto logico previsto, per circa 120 MLD alla realizzazione di 200 ADT, per produrre il salto di PIL atteso dal turismo. 200 ADT consentono in 3-4 anni di aggiungere almeno 200 MLD di PIL a quello storico 2019.
5. Il programma in 4. richiede una forte comunione d’intenti tra Stato e Privato, con impianto istituzionale leggero e diffuso, costituito da accordi pubblici (“di programma”) tra enti locali e prefetture, consorziati a panel di operatori privati.
Questa grande rivoluzione del senso del territorio, unicamente benefico, legato alla Economia Turistica Integrata è obiettivo di visione da grande statista, che rimodella la società civile italiana e in particolare del Sud per il bene dei residenti, dell’Italia e del mondo.
Accanto, e come ulteriori linee di programma, lo sviluppo economico delle attività macroartigianali e industriali identitarie e le azioni per il miglioramento della competitività dell’industria del Nord, cui dedicherò prossimi testi mirati.

Sergio Bevilacqua


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