Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Don Farinella, la crisi e le gite scolastiche?
La Scuola Pubblica non più una ‘missione’
è agenzia di affari indecenti. Calamandrei…


La Scuola deve educare alla uguaglianza dove spazia l’emulazione non la competizione. A questo fine, le gite “comuni”, scolastiche e proprio per questo “pubbliche”, devono essere a carico dello Stato, altrimenti diventano strumenti di denigrazione del Diritto e della Dignità delle Persone. Le gite scolastiche come sono organizzate oggi sono un’arma di distruzione di massa da parte di una Scuola Pubblica che ha abdicato alla sua “missione” e si è trasformata in agenzia di affari indecenti. (Sul prossimo numero di trucioli.it daremo conto di alcuni esempi, costi inclusi a carico dei genitori, di gite organizzate da Istituti scolastici  superiori e dopo aver ricevuto segnalazioni da parte di famiglie ndr).

Lo spot e la satira: W la Gita Scolastica. I viaggi di istruzione, più comunemente chiamati gite scolastiche, offrono ai studenti la possibilità di visitare bellissime città in Italia ed Europa, ammirare monumenti ..e opere d’arte, visitare le stazioni sciistiche e sciare sulla neve (munirsi dell’abbigliamento o affittarlo….), di conoscere in modo diretto ciò che studiano sui libri, favorendo contemporaneamente il legame tra compagni creando più armonia nella classe. Il costo del soggiorno, trasporto e pasti non è per ora a carico dello Stato e non serve neppure esibire l’Ise
Tutti in gita scolastica ? Non è così, molte famiglie non possono permetterselo e i figli si ritrovano mortificati ed umiliati.

Due sole possibilità possono darsi. La prima. Le gite scolastiche sono parte integrante del programma didattico comunitario della Scuola. In questo caso, esse dovrebbero essere obbligatorie per tutti e gratuite per tutte. I cestini da viaggio, o il magiare dovunque si va dovrebbe essere uguale per tutti e dovrebbe prepararlo la scuola, secondo logicamente le esigenze dei singoli alunni (malattie, allergie, diete, religione, ecc.). Nella scuola pubblica “tutto” è materia di crescita, di condivisione, di convivialità, di armonia, integrazione e nulla di distinzione esteriore, accentuazione delle differenze in negativo. Alle gite, queste gite, devono partecipare tutti gli insegnanti e, credo che non dovrei nemmeno dirlo, eventuali alunni portatori di handicap o con limitazioni. La attua per prima, fin dal primo giorno, la politica dell’art. 3 della Costituzione sull’uguaglianza vera, reale e profonda di ciascun cittadino senza distinzione di sesso, razza, religione, cittadinanza, provenienza, cultura, etnia, ecc. ecc.
La seconda possibilità che definisco aberrante, indegna e immorale. Le gite sono “materia privata”, organizzata dalla scuola, ma solo materialmente, ma
a carico delle famiglie. Questo scempio commerciale è il frutto della trasformazione della Scuola da propedeutica al Sapere, a cinghia di trasmissione del lavoro futuro. Questo passaggio iniziò con la riforma della Moratti nel millennio scorso, andando sempre più in discesa e in malora.
In questo caso, le gite sono a carico delle famiglie che logicamente devono fare i conti con le loro condizioni e posso assicurare che moltissime famiglie non sono in grado di pagare le spese di una gita con la famiglia potrebbe sfamarsi per alcuni giorni. Una scuola che non capisce questo è meglio che chiuda perché significa che non capisce nulla e quindi è inutile.
Non solo, ma questa Scuola sceglie astrattamente, o con l’aiuto delle famiglie abbienti, la gita sulla neve senza nemmeno interrogarsi che è uno sport da ricchi che solo i ricchi possono permettersi in quanto non è solo la gita, ma comporta anche le attrezzature, vestiti e indumenti adeguati per pochissimi giorni che incidono per una enorme spesa.
Nella mia parrocchia, con l’Associazione Ludovica Robotti, ai bambini e studenti poveri compriamo i libri nuovi, per principio, e se la Scuola va in gita, paghiamo noi le spese perché è l’unico modo per evitare confronti e paragoni che, se fatti dai bambini o dagli adolescenti, sono micidiali, feroci e disumani.
Non mi meraviglio più di nulla, nemmeno se vedo un papa incinto, ma resto ancora allibito nel constatare che nella Scuola, gli adulti, “i maestri” sono incapaci di leggere la realtà e misurarsi con essa, addolcendola più che sia possibile, evitando con ogni mezzo confronti e paragoni ignobili e indecenti. I presidi non sono più presidi, ma “manager” e sai cosa ci faccio dei “manager”? Meglio che non te lo dica! La Scuola è il simbolo vivente della dissoluzione dello Stato, obiettivo programmatico di Berlusconi e Renzi per dominare meglio il potere e la Società. Obiettivo Raggiunto.
Occorre rileggersi e rileggersi il “Discorso di Piero Calamandrei sulla Scuola l’11 febbraio 1950… e ho detto tutto. Lo allego di seguito perché è attualità pura. Lo Stato che mortifica gli Insegnanti, che li malpaga, che non permette un aggiornamento costante, ma li aizza a trasformare la Scuola in un ring da Talkshow, è uno Stato suicida. Non  custodisce i suoi figli più piccoli e non li difende dal mito fascista della supremazia di chi è più forte, più ricco, più corrotto.
Paolo Farinella, prete

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), Roma 11 febbraio 1950. [Pubblicato in Scuola democratica, periodico di battaglia per una nuova scuola, Roma, iv, suppl. al n. 2 del 20 marzo 1950, pp. 1-5]

Cari colleghi, Noi siamo qui insegnanti di tutti gli ordini di scuole, dalle elementari alle università […]. Siamo qui riuniti in questo convegno che si intitola
alla Difesa della scuola. Perché difendiamo la scuola? Forse la scuola è in pericolo? Qual è la scuola che noi difendiamo? Qual è il pericolo che incombe sulla scuola che noi difendiamo? Può venire subito in mente che noi siamo riuniti per difendere la scuola laica. Ed è anche un po’ vero ed è stato detto stamane. Ma non è tutto qui, c’è qualche cosa di più alto.
Questa nostra riunione non si deve immiserire in una polemica fra clericali ed anticlericali. Senza dire, poi, che si difende quello che abbiamo. Ora, siete proprio sicuri che in Italia noi abbiamo la scuola laica? Che si possa difendere la scuola laica come se ci fosse, dopo l’art. 7? Ma lasciamo fare, andiamo oltre. Difendiamo la scuola democratica: la scuola che corrisponde a quella Costituzione democratica che ci siamo voluti dare; la scuola che è in funzione di questa Costituzione, che può essere strumento, perché questa Costituzione scritta sui fogli diventi realtà […]

Leggi il testo completo…..a seguire-

 


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P. Farinella

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