Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Don Farinella: il mio ultimo miglio
47 anni di servizio da prete, mai pentito
gli arruffoni, corrotti e quaquaraquà
Ecco un’opera di bene per laurea di Joseph


Il 1 Novembre 2019 ho compiuto 47 anni di servizio da prete. Non mi sono mai pentito della mia scelta e spero di morire da prete, senza rimpianti con i sentimenti del primo giorno.  Ho vissuto e lottato sempre attorcigliato su due pilastri: il Vangelo e la Costi-tuzione che ho sempre difeso dalle mani impure clericali e dei lanzichenecchi della politica da strapazzo.

Don Paolo Farinella

Storicamente sono un perdente perché hanno sempre vinto gli arruffoni, i corrotti e i «quaquaraquà». Della mia natura di perdente sono orgoglioso perché non ho perduto l’anima, né i fondamentali della Repubblica e lo spirito della Democra-zia. Ho sempre pagato direttamente di persona ogni scelta, senza sconti.

Una cosa non ho previsto: dover morire in un Paese che, invece di camminare verso una maggiore età di civiltà, sviluppo e umanità, sta regredendo in modo acce-lerato verso la preistoria, la disumanità, il disprezzo di sé e degli altri, specialmente se non appartengono al proprio pollaio. Sì, siamo immersi in una «in/cultura della paura» che ci distruggerà, mentre attorno a noi masse amorfe e ignoranti in-neggiano a fascismo e nazismo, costruen-do muri e fili spinati, che, dopo la caduta del muro della vergogna di Berlino (ormai 30 anni or sono!) speravamo di non dovere più né vedere né tanto meno immaginare.
L’irrisione di Liliana Segre perché ebrea è un segnale tremendo, scarnifi-cante,

Circondati da questo immenso oceano di individualismo superficiale, religioni a buon mercato, politiche d’occasione, senza lungimiranza, senza profezia, senza orizzonti, abbiamo un’arma potente e indistruttibile: agire secondo coscienza, sapendo di andare contro corrente e forse contro tutti. Ne vale la pena?
Certo che sì! Non possiamo, infatti, competere con chi fabbrica notizie false, con chi manipola, con chi arringa, con chi non ha scrupoli morali nell’utilizzare qualsiasi mezzo per raggiungere il proprio fine. Per me e per spero per voi non è così: la coscienza individuale è l’unico argine di opposizione e di affermazione della digni-tà non sono nostra, ma delle Istituzioni di cui abbiamo la responsabilità della custo-dia.

Di fronte a chi grida che gli Immigrati sono «il» pericolo, il nemico da abbattere, noi, oggi, qui e adesso, opponiamo un giovane cui mancano solo 4 esami e la tesi perché possa essere un «orgoglio italiano» di cui l’Italia, Nazione, culla del Diritto Romano, capitale del Cristia-nesimo, possa essere orgogliosa perché gli offre le possibilità dei suoi figli migliori, senza riserve, senza distinzione, allo stesso modo che i nostri giovani, all’estero ricevono attenzione, cura e occasioni di crescita e vita.

Quanti nostri giovani fuggono dall’Italia perché il loro Paese è incapace di mettere a frutto l’investimento speso per formarli, costringendoli a emigrare per necessità e con gioia? È la vergogna che la Storia segnerà nella pagina nera del nostro presente.

Qui, proponiamo un percorso esattamente contrario: un giovane studioso, non nato, ma vissuto in Italia, vuole raggiungere il più alto grado del sapere (Università) «in Italia», non altrove. Siamo orgogliosi della sua scelta e decidiamo di stargli accanto fino alla fine, fino alla LAUREA.

ULTIMO MIGLIO «ACCIDENTATO» PER LAUREA UNIVERSITARIA
Alla fine di settembre 2019, un amico ha segnalato a Paolo Farinella prete la situazione di un giovane del Medio Oriente, laureato al suo Paese in Ingegneria, titolo non riconosciuto in Italia per mancanza di protocolli d’intesa. Il nostro Amico, che per rispetto della privacy chiameremo «Joseph», è residente a Genova e iscritto al corso quinquennale della facoltà di legge, sua antica passione, accantonata per accontentare il padre che lo voleva ingegnere come lui. «Joseph» è uno studente modello, vivace intellettualmente, motivato e determinato a laurearsi.
Nel 2019 ha potuto sostenere solo un esame dell’ultimo anno, per cui gli mancano N. 5 esami e la tesi che  potrebbe concludere in 12/14 mesi, studiando senza altri impegni. Nei primi due anni ha avuto un punteggio medio di 23 e negli ultimi due di 27. Ha potuto studiare con profitto e senza difficoltà, perché la famiglia lo sosteneva nelle spese. Ora non possono più farlo. Dopo le misure restrittive degli USA, imposte anche all’Europa, su diversi Paesi, il cambio in Euro è
aumentato di 5 volte, rendendo vano ogni sforzo della famiglia. Joseph ha dovuto cercarsi un lavoro per mantenersi, rallentando gli studi, andando «fuori-corso» e perdendo la borsa di studio. Ora rischia di non avere rinnovato il permesso soggiorno, se non dimostra di aver sostenuto esami e tesi. Il lavoro, malpagato e in nero, lo impegna tutto il giorno, impedendogli di studiare e di sostenere gli ultimi esami.
In caso di espulsione dovrebbe tornare al suo Paese, dove sarebbe costretto a espletare 3 anni di servizio militare obbligatorio. Se invece potesse laurearsi a Genova, il permesso di soggiorno gli sarebbe prorogato a tempo, durante il quale troverebbe una soluzione lavorativa, in Italia o in Inghilterra, per dimostrare di potersi mantenere: le figure di specialisti di giurisprudenza con conoscenze ingegneristiche sono interessanti sul mercato e «Joseph» parla correttamente oltre la lingua materna, l’italiano e un inglese fluente.

Vive in un monolocale che sta sostituendo con l’affitto di una stanza, soluzione più adeguata alle sua nuova condizione. Joseph non ha bisogno di «elemosina», ma di essere aiutato ad acquisire la «canna da pesca» perché sia in grado di essere autonomo e indipendente, superate le avverse condizioni che gli sono piovute addosso. Né lo Stato italiano, né le Istituzioni sovranazionali, che avrebbero il compito istituzionale di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico» fanno niente per permettere che, culturalmente ed economicamente, crescano uomini e donne liberi e autonomi. Coi tempi che corrono… poi… fare una proposta a suo favore significa mettersi contro mezza l’Italia. Essendo sotto la giurisdizione della coppia «Ludovica Robotti-San Torpete», noi non temiamo di esporci,
né ci rintaniamo, né abbiamo paura dei tempi e delle politiche ingiuste e demenziali.

Con determinazione costituzionale e fermezza evangelica, OSIAMO FARE LA SEGUENTE PROPOSTA A CHI ANCORA NUTRE IL SENSO DELLA CIVILTÀ a uomini e donne liberi, che stanno dalla parte della GIUSTIZIA e della SOLIDARIETÀ attive.
PROPOSTA: COSTITUIAMO UNA BORSA DI STUDIO DI € 8.000,00 (arrotondate) per coprire le spese di 14 mesi (permessi di soggiorno e altri documenti + € 500 mensili per un totale di € 7.600,00 arrotondate a € 8.000,00 per aiutarlo a laurearsi entro un anno. A «Joseph» poniamo 3 condizioni: 1) Dedicarsi allo studio. 2) Dare gli esami e sostenere la tesi entro 12 mesi, per altro obbligatoria 3) Accettare come «Tutor» di verifica trimestrale, un membro
del nostro Consiglio Direttivo, docente universitario.
L’Associazione Ludovica Robotti-San Torpete da sola e con i mezzi attuali non è in grado di sostenere l’intero costo perché dovrebbe sottrarne parte al sostegno di altre 125 famiglie aiutate a sopravvivere.
Poiché non vogliamo lasciare solo questo giovane che, in piena solitudine, lotta per un futuro «migliore», vogliamo – dobbiamo – proporre la nostra idea a tutti gli Amici e le Amiche che con noi condividono gli ideali della solidarietà come attuazione gioiosa della Costituzione Italiana e del Vangelo, ambedue sintetizzate nella massima di civiltà «Fai agli altri quello che tu vorresti fosse fatto a te».
Chi volesse partecipare a questo progetto di umanità culturale e civile può servirsi dei seguenti strumenti: ASSOCIAZIONE LUDOVICA ROBOTTI-SAN TORPETE, Vico San Giorgio 3-5 R 16128 Genova (non può rilasciare ricevute per detrazione fiscale)
– Banca Etica: IBAN: IT87D0501801400000000132407 (Bic: CRTIT2T84A)
– Conto Corrente Postale N. 6916331: Intestato a: Ass. Ludovica Robotti-San Torpete
Mettere sempre la causale: BORSA DI STUDIO PER JOSEPH.
LE IMPRESE (SOLO LE IMPRESE CON PARTITA IVA – NON GLI INDIVIDUI – possono servirsi della Parrocchia S.M. Immacolata e San Torpete. Piazza San Giorgio – 16128 Genova, abilitata a RILASCIARE CERTIFICATO PER LA DETRAZIONE FISCALE, servendosi del seguente IBAN:
IT61C0306909606100000112877 – CODICE BIC: BCITITMM purché nella causale sia essere scritto: «PER FINI ISTITUZIONALI CULTURALI E CARITATIVI – BORSA DI STUDIO JOSEPH». In questo caso inviare DATI ANAGRAFICI COMPLETI E CODICE FISCALE.
Per ragioni contabili, comunicare sempre l’avvenuto contributo a: a) associazioneludovicarobotti@fastwebnet.it – b) paolo@paolofarinella.eu
A nome dell’Associazione, Paolo Farinella, prete – Genova


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P. Farinella

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