Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Noli crescerà di 334 abitanti
ma hanno solo 72 ore per pensarci


L’incremento demografico del ponente savonese – Savona, Vado, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Pietra Ligure, Loano, ect –   potrebbe avvenire in un lasso di tempo di 72 ore. Nulla a che vedere con i reparti di natalità dei  nosocomi savonesi, bensì ne è una conseguenza:  Parturient montes, nascetur ridiculus mus. Ma….sulle pagine del Secolo XIX del 28 luglio 2019, Emanuele Rossi ha scritto: “Vesuvio, in caso di eruzione previsto l’arrivo in Liguria di 80 mila campani. Se evacuati, i cittadini di Cercola e Marano verranno accolti nei confini regionali.  Non solo accoglienza, tra gli obblighi anche quello di trovare lavoro agli sfollati….” [Evviva!]

Da TRUCCIOLI del 24/05/2017: Noli, La Liguria e a Marechiaro [vedi], si scriveva: “A Noli e ai nolesi, argomento come quello che stiamo trattando, normalmente viene affrontato con noncuranza, già tanto nessuno sa più leggere. Gli unici argomenti che interessano sono quelli relativi al “famoso” tunnel di capo Noli, oppure a qualche pettegolezzo locale; eppure i fatti che, forse, a breve termine, potrebbero accadere, sconvolgerebbero la “pacifica vita” dell’antica repubblica marinara e farebbero puntare il dito verso le istituzioni governative che, secondo loro, a torto, non li hanno informati per tempo; o meglio…………………….hanno solo 72 ore per pensarci.”

Ed ancora TRUCCIOLI  ANNO VINUMERO 1 DEL 7 SETTEMBRE 2017 – Lo Spillo Di Noli o La Sibilla [Vedi] : ” Lo spillo di Noli o la Sibilla Cumana, cerca di tracciare, per la “gente” normale lo scenario che potrebbe interessare anche il Comune di Noli qualora vi fosse una eruzione, anche parziale, dei Campi Flegrei”. 

 “Chissà se l’Amministrazione di Noli ha ancora tempo per pensare alle fioriere, al campetto, al deposito degli anziani, al tunnel, alle onde elettromagnetiche, ai fuochi artificiali, ai migranti, e qualsiasi altra cosa, ………, o farebbe meglio, ora che ha tempo, predisporre un piano sul suo territorio dove alloggiare gli abitanti di Marano di Napoli e Cercola [totale 78 161 abitanti]”. 

<<L’evacuazione più grande mai vista. Con la sistemazione, nel giro di 48 ore, della popolazione di due comuni della provincia di Napoli, Cercola e Marano di Napoli, dall’altra parte del mare Tirreno, in Liguria. Quasi ottantamila persone da ospitare in condizioni di emergenza. Non è fantascienza, ma il piano che la Protezione civile della Liguria dovrà preparare per mettere a punto il gemellaggio firmato tra i due Comuni e la Regione nell’ambito della “Pianificazione nazionale dell’emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio”>>.

Un piano che il dipartimento nazionale di Protezione civile ha messo a punto dopo cinque anni di lavoro, firmato a Napoli lo scorso giugno da dal Ministero dell’Interno, dalle autorità locali e dalle Regioni coinvolte. Un piano definitivo di evacuazione da applicare in caso di eruzione del Vesuvio o dei Campi Flegrei. Una eventualità che, è bene ricordarlo, è remota. L’ultima eruzione del Vesuvio è del 1944 e non ebbe le dimensioni catastrofiche di altre precedenti, come quella che distrusse Pompei nel 79 d.c. Nel weekend del 19 ottobre 2019 ci sarà un’esercitazione   della durata 72 ore. Interessati quasi 2mila cittadini. Ma ci sono tante criticità come la questione della Statale 268 vesuviana, inadatta ai flussi enormi di un esodo emergenziale.

È cambiata, nel frattempo, a Noli, l’Amministrazione ma “………hanno solo 72 ore per pensarci.” vale anche per loro; nella Regione Liguria il cui numero di Comuni equivale a 234, a Noli spetterebbero all’incirca 334.02. Noli dove li metterebbe? E quale lavoro gli offrirebbe? Beninteso che tutti i 334 non abbiano il reddito di cittadinanza. Già si è fatto fatica ad ospitare in quel di Tosse dieci extracomunitari, che poco alla volta hanno preferito a scegliersi una destinazione più comoda; infatti avendo tutti un lavoro con orari e turni giornalieri varieggiati, diventava scomodo percorrere da Spotorno a Tosse [e viceversa] tre km a piedi per tornare a casa.

TPLdella provincia di Savona per prima, come aiuto, ha pensato bene di annullare alcune corse, e quelle che sono rimaste di effettuarle con intervalli più ampi. Nei giorni festivi e festivi infrasettimanali, gli abitanti dell’entroterra vengono trattati tutti allo stesso modo: niente corse per tutti; serie B, serie B, gridano i tifosi dagli spalti e prendono l’auto per scendere a valle, dove ad attenderli ci sono le “dame della carità” che al posto della bottiglietta d’acqua per dissetarti dalla calura,  gli appioppano una contravvenzione, per divieto di sosta, faraonica. E si che i Comuni contribuiscono con una loro quota a colmare il disavanzo del servizio pubblico!

Tra questi 334, cittadini provenienti da Cercola e Marano, molti appartengono a nuclei familiari più o meno ampi, quindi è impensabile sistemali a “macchia d’olio”, si ma dove? A Noli non esistono condomini sfitti e vuoti; si potrebbero recuperare caseggiati tipo l’ex colonia o ex alberghi i cui proprietari hanno rimesso la licenza, ma costano sia come acquisto che come ristrutturazione, e dal governo è impensabile un contributo significativo.

E il lavoro che devi garantire agli sfollati? Dove? Le imprese chiudono, le fabbriche sono sul chi va la! [Bombardier – Piaggio di Villanova] Gli artigiani, per sopravvivere lavorano da soli o al più si servono di maestranze familiari.

Non resta che dirlo al ….Vesuvio.

Si parla di Vesuvio il quale si prende, da parte del Governo italiano, colpe non sue, in quanto il diretto interessato è il monte Somma; è un strato-vulcano di medie dimensioni che raggiunge un’altezza massima di 1.281 m s.l.m. Esso è costituito dal più vecchio vulcano del M. Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal più recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di questa caldera. L’immagine mostra la ricostruzione qualitativa del profilo originario dell’antico vulcano del Somma (in rosso – basato sul lavoro di Cioni et al., 1999). Il M. Somma è ciò che rimane del fianco settentrionale del vecchio edificio.

L’attività vulcanica nell’ area del Somma-Vesuvio risale ad almeno 400.000 anni fa, età di alcune lave trovate in perforazioni profonde 1.345 m. La storia dell’apparato vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000 anni fa e può essere suddivisa come segue:

Vulcanismo più antico di 19.000 anni –

La grande eruzione flegrea dell’Ignimbrite Campana aveva causato il seppellimento, circa 37.000 anni fa, di gran parte della Campania sotto una spessa coltre di tufi. Su questi depositi cominciò ad accrescersi l’edificio del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente effusive e subordinatamente esplosive, di bassa energia.

Tale attività è durata fino a circa 19.000 anni fa ed ha determinato la formazione dell’apparato vulcanico del Somma il cui probabile profilo è ricostruito in rosso nell’immagine. La parte settentrionale di questo edificio più antico è ancora ben conservata ed è rappresentata dall’attuale Monte Somma.

Vulcanismo di età compresa tra 18.300 e 16.000 anni

Questo periodo di attività è dominato da due grandi eruzioni pliniane: l’eruzione delle Pomici di Base (avvenuta 18.300 anni fa) e l’eruzione delle Pomici Verdoline (avvenuta 16.000 anni fa). Ai depositi di queste due eruzioni si intercalano lave prodotte da modeste eruzioni effusive. Con la prima eruzione pliniana delle Pomici di Base è cominciato il collasso dell’apparato vulcanico del Somma e la formazione della caldera nella quale si accrescerà il nuovo edificio del Vesuvio.

L’eruzione di tipo pliniano prende il nome da Plinio il Giovane, che per primo ne descrisse il fenomeno. È un tipo di eruzione che si produce dai vulcani grigi, caratterizzati dall’emissione di lava molto viscosa che non fluisce dal cratere, ma si accumula alla sommità, impedendo ai gas di uscire; questo provoca l’aumento della pressione interna che porta a far esplodere parzialmente o, nei casi più disastrosi, totalmente il vulcano. Durante l’esplosione una grande colonna di ceneri, lapilli e gas detta colonna eruttiva si eleva per decine di chilometri nell’atmosfera. Terminata la spinta dei gas le ceneri e i lapilli ricadono formando colate piroclastiche devastanti per le regioni adiacenti all’eruzione.

Altre varianti di questa tipologia sono le eruzioni Krakatoiane e Ultra-Pliniane: queste tipologie eruttive si caratterizzano sia per avere un indice di esplosività ancora maggiore, che può arrivare a distruggere completamente l’edificio vulcanico (ne sono un esempio il Krakatoa o il Santorini), sia soprattutto per le enormi quantità di ceneri vulcaniche che vengono emesse. Le esplosioni di questo tipo, in base alla grande quantità di cenere che rimane in sospensione in atmosfera, possono avere ripercussioni più o meno grandi sul clima mondiale negli anni successivi all’eruzione.

Vulcanismo di età compresa tra 8.000 anni ed il 79 d.C.

Nel corso di questo periodo di attività si sono verificate tre eruzioni pliniane: l’eruzione delle Pomici di Mercato (avvenuta 8.000 anni fa), l’eruzione delle Pomici di Avellino (avvenuta 3.800 anni fa) e l’eruzione di Pompei (avvenuta nel 79 d.C.). A queste eruzioni si sono intercalate almeno sei eruzioni sub pliniane, di età compresa tra le eruzioni di Avellino e Pompei, precedute da lunghi periodi di riposo.

 

Vulcanismo di età compresa tra il 79 ed il 1631 d.C.

L’attività di questo periodo include almeno due eruzioni sub pliniane: l’eruzione di Pollena (avvenuta nel 472 d.C.) e l’eruzione del 1631, ed una serie di piccole eruzioni effusive ed esplosive a bassa energia, che hanno dato colate di lava lungo i fianchi occidentali e meridionali del vulcano e livelli di scorie stromboliane di età medievale.

 Vulcanismo successivo al 1631

Dopo l’eruzione del 1631 e fino al 1944 il Vesuvio è stato caratterizzato da attività a condotto sostanzialmente aperto. In questo periodo sono stati distinti 18 cicli stromboliani, separati da brevi periodi di assenza di attività, mai superiori a 7 anni e ciascuno chiuso da violente eruzioni dette eruzioni “finali”. Internamente a ciascun ciclo si sono verificate frequenti eruzioni prevalentemente effusive, dette eruzioni “intermedie”. L’eruzione del 1906 (eruzione “finale”) rappresenta la manifestazione più violenta dell’attività del Vesuvio nel ‘900. L’eruzione del 1944, una eruzione “terminale” a carattere sia esplosivo che effusivo (eruzione mista), è stata l’ultima in ordine di tempo ed ha segnato il passaggio del vulcano ad uno stato di attività a condotto ostruito.

Alesben B.

 


Avatar

Alesben B

Torna in alto