Un avvenimento che meritava le Tv nazionali e non solo. A partire dai Rai 3 Liguria. Per qualche anno il Borgo medioevale della Colletta di Castelbianco – da abbandonato a ristrutturato e valorizzato, primo esperimento telematico al mondo – era stato al centro dell’attenzione dei mass media italiani ed internazionali. I lavori iniziarono nel 1993 per terminare nel ’99, di fatto si sono protratti. Un esordio con il ‘botto’ si direbbe ed una straordinaria promozione per il paese capoluogo, la vallata, la provincia di Savona, la Liguria. Poi si sa come vanno a finire certi eventi. Nel dimenticatoio, anche quando non lo meritano. Oppure ci si ricorda ‘ogni morte di papa’. Sicuramente la Colletta non è più stata sfruttata sul fronte promozionale. Ci troviamo nella vallata delle meraviglie, nei Borghi più Belli d’Italia.
Semmai capitava di leggere annunci del tribunale civile di Savona di immobili della Colletta finiti all’asta. Come dire dopo i fasti iniziali, sono arrivate anche le pene. Qualche acquirente aveva fatto il passo più lungo della gamba. E poi amministrare un complesso di questa entità non è cosa facile, con proprietari provenienti dall’Europa e da altri continenti. Trucioli.it, orgoglioso almeno in questo, di non tradire la memoria, nel luglio 2016, con Silvio Fasano, aveva pubblicato un servizio (vedi…….) dal titolo: Qui Colletta di Castelbianco. La storia e la vita di Pablo….”.
Ci vorrà la ‘festa dei 20 anni’ per riproporre all’attenzione della comunità savonese cosa rappresenta la Colletta. La sua storia di ieri e di oggi. C’è voluta la determinazione, la passione e la coerenza di vita di un gruppetto di ‘proprietari’ del borgo per non dimenticare. Tra tutti un big che da solo meriterebbe Tv, inviati speciali ed interviste: l’arch. Ole Wiig, norvegese, fama internazionale, progetti e realizzazioni avveniristiche, per privati, città, metropoli, in mezzo mondo. Tra gli amici dell’avv. Giorgio Ceriale, albenganese Doc, che osserva: “Un personaggio straordinario, con una venerazione per i nostri borghi, tutto ciò che è storia, peccato che quasi nessuno si è accorto di quale potenzialità professionale e promozionale l’illustre turista da seconda casa potrebbe rappresentare, non sono loro che devono proporsi ma chi ha più interesse a valorizzare il paese, l’entroterra, la Riviera”.
