Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Da Loano alla Sicilia nelle terre confiscate alla mafia. Le testimonianze di soci Coop.
E due polizie locali unite sulle strade loanesi


Dove  inizia la cultura della legalità, educare e non arrendersi alla mentalità mafiosa ? Che cosa sanno, imparano a scuola, i giovani, gli studenti loanesi sulla storia passata ed attuale delle organizzazioni criminali operanti in Italia, in Europa, nel mondo, nel Ponente Ligure. Proprio oggi Rai 3 Liguria ha intervistato il dirigente regionale della Dia (“Prevale il negazionismo e sottovalutazione”), prossimo alla pensione, memoria storica. Cosa si racconta di Loano dove c’è una Villa, in parte trasformata in 24 mono e bi-locali, senza che nessuno in città se ne sia reso conto, senza che vigili, carabinieri, Guardia di Finanza, abbiano ritenuto di controllare. Sindaci, assessori, consiglieri comunali, non vedevano o non sapevano. Quando si è intervenuti, su provvedimento dell’autorità giudiziaria, emersero curiose intercettazioni telefoniche che pur senza sfociare in reato, davano l’idea della presunta permeabilità in loco. Oggi quell’immobile ed altre proprietà (anche a Boissano), dopo il sequestro, i processi, sono state confiscate, acquisite al patrimonio pubblico.

Villa Fameli, sull’Aurelia nel centro di Loano, ripresa prima che le due palme fossero tagliate colpite dalla malattia del secolo

Non siamo aggiornati sull’iter, se ci sia stato qualche ulteriore strascico che ha imposto uno stop a seguito di ricorsi. Uno dei procedimenti era pendente a Torino. Certamente un quadro più aggiornato è presente alla Procura della Repubblica di Savona, in prefettura, Questura, Comando carabinieri provinciale, della Compagnia e della Stazione di Loano. Le ultime indiscrezioni dello scorso anno accennavano che il Comune è pronto a entrare in possesso del bene. Però tutto tace, all’ombra del ‘sacro timore’ (?) che pare accomunare maggioranza ed opposizione consiliare.

Non siamo di fronte a stragi, ma l’epilogo di un processo per arricchimento ritenuto provento di attività di stampo mafioso, pianeta ‘ndrangheta. Accuse che Antonio Fameli ha sempre negato, cercando di dimostrare di non essere mai andato oltre qualche episodio di truffa. Anzi, in passato aveva denunciato ripetuti episodi estorsivi e attentati ai suoi danni quando gestiva l’agenzia immobiliare Santa Rita a Borghetto S. Spirito. E dove, nel tempo, avevano operato un pretore in pensione, un vice pretore, un ex ufficiale dell’Arma poi avvocato, tre ex sottufficiali.

La giustizia alle prese con la farraginosità  del codice di procedura penale. Opera della politica e mai davvero prioritaria, con avvocati da sempre componente maggioritaria in Parlamento e che rivestono ruoli di difensore di fiducia, dunque beneficiari di parcelle pagate da imputati, siano essi per reati comuni e non, commessi anche da mafiosi o colletti bianchi.

In un ampio locale attiguo all’immobile ha aperto  il Mercatino dell’usato. Per un paio d’anni aveva ospitato un market alimentare e frutta gestito da asiatici, in precedenza materiali per edilizia e serramenti, su un’area coperta di oltre 150 mq.

Non sarà casuale, abbiamo più avvocati di Francia, Germania e Regno Unito insieme. Non sarà un caso se sulla ‘giustizia’ il berlusconismo ha fatto le leggi  (ad personam) e le più celeri in assoluto. Non sarà un caso se siamo il Paese Europeo che paga più sanzioni per i tempi di giustizia e malagiustizia. Recentemente sono state pubblicate le statistiche regionali di cittadini arrestati, detenuti e poi scagionati da ogni accusa. Le regioni del sud ai primi posti.

Fameli, in regime di semilibertà, con ostinazione, ha sempre negato di essere un affiliato, massone di Piazza del Gesù e che finanziava questo sì, semmai vittima per le sue origini e qualche frequentazione, conoscenza, in quel di Rosarno e in Riviera. Ha pagato con anni di carcere ed ora si vede privato di ogni suo avere. Persino di quel grande chiosco sul lungomare di ponente che ha resistito anni, prima di essere raso al suolo perchè privo di ogni autorizzazione, nessuno si era accorto. A Loano anche l’opposizione che ha un ruolo di controllo appartiene ai benpensanti.

Il nuovo mercatino dell’usato con sede in Via Madonna degli Angeli ha aperto sull’Aurelia di ponente

C’è da restare allibiti all’antefatto della Villa stile Liberty ‘arricchita dal corollario di alloggi abusivi’.  Chi erano i sindaci, i comandanti dei vigili e dei carabinieri ? Il silenzio cupo che si protrae da tempo. Per paura ? Di chi ?E perchè?  Il cittadino osserva, si domanda e tace, e i suoi  rappresentanti in consiglio comunale ?  Che dire del ‘modello silente’ osservato dai media locali, dell’informatissimo e sempre presente IVG.it beniamino assoluto dei loanesi ? In questo clima si educa alla legalità ? si informano a dovere gli alluni ? al di là della propaganda e esibizionismo dell’apparire. L’ultima notizia che si è letto risale a due anni fa e riguardava un’assoluzione per un reato minore. Sulla villa confiscata e calato il sipario, in attesa di notizie da Palazzo Doria. (l.C.)

I SOCI COOP DI LOANO NELLE TERRE DI MAFIA CONFISCATE IN SICILIA

E ORA LA POLIZIA LOCALE DI ALBENGA E LOANO UNITI IN PATTUGLIA SULLE STRADE ALLA CACCIA DI VEICOLI PRIVI DI ASSICURAZIONE, REVISIONE, MA ANCHE SOSTA IN DOPPIA FILA. RESTA LA VERGOGNA IMPUNITA’ DELLE DUE AREE DI SOSTA DEI BUS SULL’AURELIA, LATO MONTE, DI PIAZZA VALLERGA E EX BAR HAITI. LA CULTURA ALLA LEGALITA’ INIZIA ANCHE CON LA TOLLERANZA ZERO QUANDO SI INTRALCIA IL TRAFFICO SULLA STATALE PIU’ FREQUENTATA ED INTASATA DELLA LIGURia (L’AURELIA TRA BORGHETTO E FINALE LIGURE). OLTRE AL PERICOLO DEI PEDONI. IL MALCOSTUME DEGLI SPAZI PER BUS SEMPRE OCCUPATI E’ SOLO UNA RADICATA CARATTERISTICA DI LOANO, DISEDUCATIVA ALLA STREGUA DELLE CITTA’ DOVE NON  SONO CURATI PULIZIA E DECORO.  SE SI DA IL BUON ESEMPIO ANCHE IL CITTADINO VIENE EDUCATO E SENSIBILIZZATO COME ACCADE IN MOLTE ALTRE REALTA’.

ULTIMA OPERAZIONE  POLIZIE ASSOCIATE DI ‘CITTA’ SICURA MOBILE’


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