Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Al Secolo XIX Savona torna Pellissone
nuovo capo della redazione. Cetara a Genova


Se il 13 porta fortuna, Maurizio Pellissone, il tredicesimo giornalista che si alterna a capo della redazione di Savona del Secolo XIX, c’è da accoglierlo con i migliori auspici. Ma non riceve un’eredità di velluto, lui che era entrato al Decimonono di Savona in punta di piedi da collaboratore e che ha percorso la lenta scala dei ‘gradi di comando'(capo a Sanremo-Imperia, poi vice in cronaca a Genova) e che nella città della Torretta ha trascorso buona parte dei suoi anni, dove vive la famiglia, la moglie laureata e casalinga, il papà era impiegato al catasto, i figli. Il Secolo XIX, dopo un periodo di transizione dai Perrone al Gruppo Fiat (Itedi), è passato al Gruppo l’Espresso – De Benedetti e dopo la disastrosa scelta editoriale dell’edizione fotocopia con La Stampa, un’impaginazione che impone di sacrificare tutte le notizie ‘minori’, ha raggiunto il minimo storico nelle vendite in edicola. La ‘cura Pellissone’ che non prevede miracoli, è quasi disperata, tutta in salita. Gli organici (redattori) sottodimensionati, buona parte del ‘prodotto’ affidato a collaboratori e un diffuso appiattimento.

Immagini di una festa d’estate a Loano: Claudio Caviglia, il fotografo Silvio Fasano e  Maurizio Pellissone

Eppure c’è da scommettere che Maurizio Pellissone, 59 anni il prossimo 25 giugno (auguri anticipati!), che non ha fama, né indole ad essere un cronista d’assalto, di quelli che rischiano troppo, saprà ridare slancio, vigore. Un collega che sa ‘vedere’ e non indossa la lancia del guerriero, del “qui comando io e faccio ciò che mi pare e piace“. Ovviamente rivolto ai lettori. Una coerenza ed un’etica che lo caratterizza e forse lo distingue sia nella professione, sia nella vita privata.

Certo, c’è chi ritiene che nel mestiere più bello del mondo non si debba fare solo lo spettatore, oppure il cane da guardia, esiste il ruolo e la funzione sociale che il giornalista svolge nel lavoro quotidiano a contatto diretto con le istituzioni e i cittadini. Pellissone che torna sulla plancia di comando (a Savona era stato vice) in una città dove si è verificata una sana alternanza nella guida dell’amministrazione comunale cittadina. Dove non c’è più una banca – forziere locale che ‘fa e disfa’ a suo piacimento. Resta pur sempre quel potere trasversale che in un’intervista al Secolo XIX, uno dell’esperienza dell’avvocato Luciano Chiarenza, candidato di CasaPound,  un passato da presidente della Camera Penale, osservatorio privilegiato di Savona, della provincia, della Liguria meno raccontata, definisce “potere in mano a quattro, cinque famiglie”. E che nel maggio 2014 erano stati messi a confronto due articoli, a proposito della Carisa e del suo presidente Luciano Pasquale, al quale Marco Preve, savonese e giornalista a La Repubblica di Genova, aveva affibbiato il titolo di ‘collezionista degli incarichi’ (vedi……).

L’altra faccia di Savona è quella presidiata dalle due maggiori obbedienze massoniche, dai fratelli all’orecchio del Gran Maestro, ovviamente in maggioranza sono ‘gregari e capitani’, con la pratica di una mutua assistenza che va al di là degli associati al Lions, al Rotary, all’Opus Dei, a Comunione e Liberazione. Senza tuttavia dimenticare un certo ruolo egemone delle Coop rosse, a cui si sono aggregate varie forme di cooperative e interessi. C’è una generale sudditanza, in gergo giornalistico potremmo definire mancanza di coraggio, metterci la faccia , il proprio bagaglio di conoscenza ed esperienza, che non riguarda solo certe professioni, certe cariche ricoperte nelle varie Associazioni, coinvolge lo stesso mondo dell’informazione locale. C’è chi preferisce ritagliarsi, anche per non coinvolgere magari i famigliari, un ruolo di osservatore silente anche se contrariato, arrabbiato.

Savona e una provincia dove la ferita peggiore è la mancanza di opportunità di lavoro per i giovani. Sono decine, centinaia anche i savonesi che sono emigrati ed all’estero hanno successo, storie mai raccontate e che magari emergono conversando con amici. Savonesi con ruoli importanti nelle Università, dalla Germania, alla Francia, all’Inghilterra, agli Stati Uniti, stesso discorso in multinazionali, uomini, ma anche donne.  Un peccato che non se ne parli mai sui media, non si raccontino le loro storie di vita, non si ascoltino i loro suggerimenti, esperienze in giro per il mondo.

Maurizio Pellissone ha la preparazione, la cultura, la memoria storica e la conoscenza del territorio, almeno in buona parte. Un collega che è difficile smentire quando scrive, gli piace essere preciso, documentato, piuttosto rinuncia alla notizia, allo scoop.  Serietà, preparazione, tecnica, rapidità, abituato anche a non fare sconti come quando dedicò un lungo servizio a quel cittadino di Savona che faceva collezione di incarichi ed aveva raggiunto un record, anche di migrazione da uno schieramento all’altro. Il suo rigore morale è apprezzato  sia all’interno del giornale, sia da chi lo conosce. Non è superbia, semmai un pizzico di sano orgoglio, la modestia è una dote, la remissività una palla al piede. Pellissone prende il posto di Graziano Cetara, 46 anni a ottobre, che era all’arrivato a Savona, da Sanremo, nell’ottobre 2013 (vedi…..)

Se la redazione de La Stampa di Savona ha battuto tutti i record nazionali per la permanenza di un capo redattore (il savonese Sandro Chiaramonti che abbiamo ascoltato e visto in Tv nei giorni scorsi dal Festival di Sanremo e letto sulle cronache del quotidiano torinese), alla redazione del Secolo XIX va attribuita la palma dei turnover al comando, da quando nel 1968 ha aperto la redazione in piazza Mameli con Bini, Angelini, Del Santo, Albertelli, Ugolini, Stella, Basso, Muda, Onofrio, Sangalli, Caviglia, Cetara (5 forestieri e 8 ‘casalinghi’). Nel frattempo due colleghi se ne sono andati per sempre (Moreschi e Pellosio), in redazione attualmente il ruolo di vice è affidato a Bruno Lugaro, vice capo servizio Giovanni Ciolina, poi Alberto Parodi e ultimo  ‘regolarizzato’ con il nuovo anno il salernitano Mario De Fazio che si occupa soprattutto della cronaca politico – amministrativa. Tra i corrispondenti ‘storici’ Luca Rebagliati per il ponente, Silvia Andreetto per il finalese, Giovanni Vaccaro per la zona di Vado Ligure ed il levante. Un organico, in redazione, lontano dagli 11 in forza fino a qualche anno fa e dai 7 corrispondenti.

Le vendite, per le più svariate cause, sono crollate, quasi quasi neppure tutte le edizioni insieme (38 mila copie vendute in edicola) raggiungono i picchi degli anni d’oro dell’edizione di Savona, con punte di 25 mila copie. Il 31 dicembre 1999 un editoriale in prima pagina annunciava: “Dal Secolo XIX un forte segnale di ottimismo sul futuro di questa Liguria, Il Secolo XIX ci crede da 114 anni, protagonista dei cambiamenti, resta forte anche il legame delle tradizioni con questa terra e la voglia di vincere, con i liguri, le sfide dei prossimi anni. Con i liguri che hanno il gusto ed il coraggio di rischiare nella ricerca, nella scienza, nella cultura, nell’impresa, nel lavoro”.

L.Cor.


L.Corrado

L.Corrado

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