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Imperia, don Casella figlio unico del medico abortista, origini a Pieve di Teco, sceglie il convento. E in diocesi due neo sacerdoti
Don D’Urso lascia Albenga per Verezzi


L’ordine dei Minimi è il frutto della vita penitente e gioiosa di S. Francesco. Don Alberto Casella, antiche origini a Pieve di Teco, nato da padre ginecologo, vissuto a Imperia, aveva iniziato il suo percorso spirituale con la vocazione francescana. Poi gli anni della Teologia nel Seminario Vescovile di Albenga, l’ordinazione sacerdotale, la vita di parrocchia. Ora l’inizio di un nuovo percorso: ‘Non mi sento integrato nella comunità, sono fatto per il monastero’. Destinazione volontaria il convento di San Domenico Maggiore a Napoli, che forma con la chiesa un complesso di grandiose proporzioni, risalente al 1227 con papa Gregorio IX. Una sede dove don Alberto potrà dedicarsi alla passione di studioso. Lui che è l’autore di uno studio sull’emigrazione ligure in Provenza: dal Medioevo alla Rivoluzione Francese. Ma per la Diocesi di Albenga – Imperia, sotto la guida – ‘con i piedi di piombo’ – del vescovo Guglielmo Borghetti, ci sono altre notizie e novità. Sabato ordinazione di due sacerdoti di cui c’è tanto bisogno per far fronte ai ‘vuoti’ e crisi di vocazioni. E il 16 settembre ingresso di don Mattia Bettinelli nella popolosa parrocchia di San Giorgio di Albenga, ai confini con Ceriale, dove ha lasciato don Adamo (Adriano) D’Urso, destinato a Verezzi quale amministratore parrocchiale.

Don Alberto Casella ha scelto la vita di convento e studio

Ha  destato sorpresa l’annuncio che don Alberto, dall’ottobre dello scorso anno vice parroco della concattedrale di Porto Maurizio,  già rettore della chiesa dell’Annunziata in Piazza Calvi, curato e parroco della chiesa Sacra Famiglia e della frazione Oliveto,  abbia deciso di abbandonare la diocesi per raggiungere il convento dei Domenicani, a Napoli. Non ci sono retroscena da raccontare, ma la decisione di lasciare la vita di parrocchia per dedicarsi allo studio e alla meditazione. C’è sempre tempo per tornare nell’amata terra natia.

Don Alberto, figlio unico di una famiglia borghese, il papà è un apprezzato ginecologo, sempre stato abortista e non ha mai nascosto il suo  coerente ateismo. Alberto ha vissuto soprattutto accanto alla mamma che da alcuni anni è separata dal marito. Nulla di scandaloso.

A Pieve di Teco nessuno pare ricordi le origini pievesi del dr. Casella. C’è chi rammenta il casato di Angelo Casella quando gestiva il distributore di benzina negli anni ’50- ’60. Oggi sono ancora presenti i Casella, con il vice sindaco del paese (Angelo, una sorella abita ad Acquetico), mentre dal ramo materna altri Casella abitano Sanremo.

Don Alberto Casella aveva ricevuto  il diaconato dal vescovo Mario Oliveri, con i seminaristi  Mattia Bettinelli, Stefano Crescenzo e Pawel Chimiel. Don Alberto sacerdote modello che non ha mai creato problemi al ‘suo vescovo’, né aveva fatto parlare di se sugli organi di informazione. Cosa non frequenta nei burrascosi anni culminati col lacerante ‘dimissionamento’  di monsignor Oliveri, l’allontanamento di oltre una decina di sacerdoti, in parte appartenenti alla schiera degli anticonciliari, in parte al popolo gay; stessa sorte per sei, sette seminaristi. Un salutare ‘ripulisti’ che forse non si è ancora del tutto concluso tra non poche oggettive difficoltà. Il vescovo Borghetti se ha allentato il decisionismo iniziale difficile immaginare non abbia le sue buone ragioni. Finalmente un po’ di pace per la chiesa ingauna – imperiese.

Ma torniamo a don Casella studioso. Nei locali della Sede di Palazzo Guarnieri, Via Zara 6 della “Cumpagna dell’urivi”, aveva tenuto una interessante e particolare conferenza dal titolo Emigrazione ligure in Provenza. Dal medioevo alla Rivoluzione Francese“.

Spiegava don Casella: “Tra il XIV E IL XVI secolo alcuni villaggi della Valle del Var ( Escragnolles, Mons, Biot, Vallauris e PonteVes), spopolati da epidemie di peste, furono ripopolati, su invito delle autorità locali da coloni delle zone di Ventimiglia, Oneglia e Albenga.Significativa ancora oggi la presenza di cognomi di chiara origine ligure ( Durbec per esempio). Fino agli anni ’50, come evidenziato dagli studi di Fiorenzo Toso, si parlava di dialetto detto figoun, di evidente impronta ligure. A tal proposito interessa il fatto che la originaria matrice onegliese fosse ancora più vicina al genovese di quanto non lo sia oggi.

Il vescovo  Mario Oliveri – riportava La Stampa del 4 marzo 2014 –  ha inoltre scongiurato la “chiusura” della chiesetta dell’Annunziata di piazza Calvi a Imperia, in seguito all’addio dei Padri Minimi. La Diocesi ha stabilito che la chiesa venga elevata a rettoria, sotto la guida di don Alberto Casella, giovane sacerdote che lascia la parrocchia della Sacra Famiglia dove era vice parroco, mentre conserva la guida della parrocchia di frazione Oliveto ed è assistente spirituale degli scout adulti dell’Agesci.”

In quella circostanza il quotidiano aggiungeva che “Il canonico Marco Cuneo lascia la parrocchia di Civezza, per diventare rettore del santuario diocesano di Nostra Signora della Rovere a San Bartolomeo al Mare, che a sua volta aveva perso una presenza importante, quella dei Frati Francescani dell’Immacolata: ufficialmente se ne sono andati a causa del numero ridotto, come è avvenuto anche per i Minimi. Don Klaus Warns, originario delle Isole Samoa, ha assunto l’incarico di sacerdote volontario per l’assistenza spirituale alla casa circondariale di Imperia”. E ancora si leggeva: “Don Emanuele Caccia, che è diventato amministratore parrocchiale di Civezza, conserva l’incarico di vice parroco a San Giovanni Battista di Oneglia. Don Carmelo Licciardello è ora prevosto di Dolcedo e parroco di Lecchiore e Bellissimi. Don Enrico Giovannini è il nuovo amministratore parrocchiale di Cosio d’Arroscia e Montegrosso Pian Latte (al quale si aggiungerà Rezzo ndr), oltre che coordinatore della pastorale giovanile nel vicariato di Pieve di Teco. Tre neo nominati hanno ricevuto le rispettive destinazioni: don Stefano Mautone è vice parroco a Castelvecchio di Imperia, mentre Don Giovanni Pinna è diventato il nuovo segretario vescovile, don Jean-Pierre Vinciguerra vicario parrocchiale di San Matteo a Laigueglia e Don Alessio Roggero è vicario foraneo di Pietra per cinque anni.”

Il 5 luglio scorso, monsignor Borghetti, annunciava  che don Italo Arrigoni  dal 13 agosto era il nuovo parroco di Arnasco, Vendone e Onzo, lasciando le parrocchie di Ortovero e Pogli per sostituire don Giancarlo Cuneo.  Don Arrigoni conserva l’incarico di parroco di Curenna. Don Daniele Faido, dal 6 agosto, faceva ingresso nelle parrocchie di Ortovero e Pogli. Contemporaneamente l’annuncio di don Bettinelli destinato a San Giorgio d’Albenga, dal 16 settembre; fino a quel giorno parroco a Stellanello dove sarà sostituito da don Zefirino Yakanda dal 24 settembre. Padre  Medina Manuel Liempen, dal 15 agosto, neo parroco di Maria SS Annunziata in Montegrazie in sostituzione di don Paul Kerner che è tornato nella terra d’origine, l’Inghilterra.  Infine sono stati nominati dal vescovo i nuovi assistenti spirituali dell’Azione cattolica diocesana per il prossimo triennio: don Luciano Pizzo, assistente unitario;  don Fabio Bonifazio assistente per il settore adulti, don Mattia Bettinelli per i ragazzi.

I due neo presbiteri don Marcello Fassi e don Dario Ottonello
don Dario Ottonello

La notizia felice dell’ordinazione sacerdotale di Don Marcello Fassi, 26 anni, originario di Marcallo, vicino a Milano, e don Dario Ottonello, 25 anni, di Pietra Ligure, figlio unico, origini a Bardino Nuovo. Saranno ordinati sacerdoti sabato, 9 settembre, alle 10,30 nella cattedrale di Albenga, dal vescovo Guglielmo Borghetti. Il pietrese Gianni Cenere (che con coerenza aveva scelto, da giovane, di abbandonare l’abito talare) nell’ottobre 2016 ha scritto: “Domenica 25 settembre il nostro parrocchiano don Dario Ottonello, neo Diacono, ha amministrato nella Basilica in cui anche lui è stato battezzato, il suo primo Battesimo ed ha svolto per la prima volta le sue funzioni diaconali in forma solenne annunciando la parola di Dio e servendo all’altare in una S. Messa solenne. Auguri !” Una vocazione che aveva visto contrariato e deluso il papà. Non è una novità.

Don Adamo (Adriano) Durso destinato a Verezzi

Da ultimo la partenza, dopo oltre un decennio, di don Adamo (Adriano) D’Urso, dalla comunità parrocchiale di San Giorgio, con destinazione Verezzi nel ruolo di ‘amministratore parrocchiale’.

 

 


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