Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Per non dimenticare
Agosto, storie e leggende savonesi


Anche le storie e le leggende si perdono, essendo ormai in estinzione le nonne che, presso il focolare di casa, raccontano ai nipotini le favole nostrane, chiare come l’acqua della sorgente. Storie da Savona, da Varazze ad Andora, dell’entroterra, della Valbormida.

Bisogna chiedere ai vecchi marinai ed ai contadini di riesumare dai ricordi le cose  sempre ascoltate: i sabba delle streghe alla Rocca delle Fene sul Monte Trabocchetto di Pietra Ligure ( una danza che bruciava le erbe  come sotto una ventata di fuoco);  la leggenda del Buranco, scorciatoia per l’inferno, nella misteriosa Val Varatella;  i miracoli di San Domenico a Savona; l’eremitaggio di San Martino nelle grotte e negli scogli dell’Isola Gallinara; Il Bricco Spaccato di Albissola dove si radunavano le anime dei marinai morti; il diavolo del Rianazzo a Cairo Montenotte; le romanticherie di Adelasia e di Aleramo, fuggiti dalla corte tedesca ed approdati sulle alture di Alassio; i pirati ferocissimi  del’ sacco di Ceriale‘ ; la confraternita della Santissima Trinità per il riscatto degli schiavi; le storie dei pastori; le rumorose feste di San Crispino.

Qualcosa rimane se Dio vuole. La gente, malgrado tutto, ricordava lo scrittore e giornalista alassino Giannetto Beniscelli , può esprimere la sua affezione ai luoghi e alla usanze proprie, nel gioco delle stagioni; rispondere al richiamo della pietà religiosa e riascoltare musiche e suoni antichi, da offrire almeno ai visitatori, sul piatto delle manifestazioni folk.

La gente savonese ha conquistato, proseguiva Beniscelli nella sua analisi storica,  il bene dell’unità etnica e territoriale; i campanili sembrano più vicini (anche se, per la particolare distribuzione delle circoscrizioni ecclesiastiche, le parrocchie  del savonese appartengono a diverse diocesi: quella di Albenga – Imperia, di Savona e Noli, di Acqui e di Mondovì) e le comunità, con o senza limiti di comprensorio, confondono i loro destini e rabberciano le speranze.

Qualcosa è rimasto. La processione del Venerdì Santo a Savona; un racconto ininterrotto fin dai tempi delle sacre rappresentazioni medievali; sempre a Savpona la Fiera di Santa Lucia. I pellegrini al Santuario della Misericordia.  Le cerimonie natalizie del Confuoco, le maschere savonesi come al tempo della facile allegria, gli ex voto dei marinai.

Le ‘feste pagane’ per celebrare frittelle, crostoli, lumache, pesci, frutta e fiori di lavanda e di dolcissimo miele  dell’Altipiano della manie, si sono oggi centuplicate nelle ‘sagre’ per tutto ed il contrario di tutto, il business commerciale fa si che in un giorno si consumino più ‘pasti’ di quanto facciano tutti i ristoranti di una cittadina, si vedono migliaia di persone accalcarsi.

” In futuro – prevedeva Beniscelli a fine anni ’70 – si parlerà del Savonese  in altri termini, poichè tutto di evolve e si trasforma. Nel mosaico delle città e dei paesi, delle spiagge, degli alberi che resistono e dei personaggi che man mano ci lasciano, e nel succedersi delle vicende umane, sembra ancora possibile   liberare e sciogliere il tema della vita e degli aromi della natura. Tutto potrà resistere, finchè ci sarà luce del mare da intravvedere tra il fogliame degli ulivi e si sentiranno le voci della gente al lavoro”.


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