Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Noli: “Libiamo ne ‘lieti calici”


Accanto all’oratorio di Sant’Anna e in corso Italia, l’Amministrazione in carica, ha sistemato una serie di fioriere a calice difformi a quanto descritto dal Regolamento delle esternalità del Comune di Noli [allegato 1 lettera “i” – allegato 3 tavv. 28 – 29 – 30 – 30A – 30B]; il privato deve attenersi al regolamento, il pubblico no! Eppure l’esempio, come si soleva dire, viene dall’alto! Forse, oggi giorno, non vale più.Un inaspettato aiuto viene dato da un articolo comparso su Savonanew di giovedì 13 luglio scorso, e che viene riportato per intero: “La lista “Semplicemente Noli” esprime la sua critica agli investimenti recentemente effettuati dalla maggioranza: “L’Amministrazione di Noli ha speso quasi 23mila euro (per la precisione 22.838) per acquistare 60, diconsi 60, fioriere in ghisa . Ciò equivale a un costo di 381,00 euro cadauna”.

Prosegue Semplicemente Noli: “Sia chiaro: un “bel vedere”, ma certamente non grazie alle fioriere in ghisa che, tanto per uniformarsi alla tinta dominante del centro storico e non solo, sono di colore nero. Di fatto il piacevole colpo d’occhio è dovuto ai fiori contenuti nelle fioriere e, soprattutto, alla grazia e alla gioia dei loro colori. Fra l’altro è curioso, per una maggioranza che ha fatto del “non abbiamo soldi” il proprio Mantra amministrativo, deliberare questa inspiegabile, esagerata spesa per dei banali contenitori di vasi”.

La disamina di Semplicemente Noli spazia su diverse tematiche: “In questi ormai 3 anni abbondanti di Amministrazione Niccoli abbiamo, come Gruppo di Minoranza, più volte chiesto e portato in Consiglio Comunale interpellanze e proposte formali e concrete al fine reperire risorse da investire magari nel sociale, nell’occupazione, nell’ambiente, e l’elenco sarebbe lungo, ma la risposta è sempre stata la stessa; non abbiamo risorse, non vi sono fondi, vedremo in seguito etc. Certo l’esposizione floreale in Corso Italia appaga la vista e “gonfia” la “ruota” molto di più che, ad esempio, una discreta, silenziosa ma concreta attenzione verso quei nostri concittadini giovani e “diversamente” giovani che affrontano con dignità la condizione di disoccupati o una difficile situazione economica famigliare. Il numero di persone che chiede aiuto in tal senso, presentando e protocollando regolare domanda è decisamente preoccupante. Ma come in tutte le cose è sempre e solo una questione di ideali, di idee e di priorità”.

Suggerisce Semplicemente Noli: “Possiamo, visto quello che sono costate, utilizzare le fioriere di ghisa nere anche per un altro lavoro, oltre quello di contenitori per vasi, così magari recuperiamo qualcosa della spesa sostenuta? Perché queste fioriere di ghisa nere non potrebbero essere anche un veicolo pubblicitario?”

Semplicemente Noli passa così a una disamina su vari costi: “Sempre per la serie “non abbiamo soldi” il costo complessivo del nuovo pontile galleggiante, fronte Villa Pisapia, ammonta a 44 mila euro. Sicuramente un’opera indispensabile e irrinunciabile per la nostra Comunità anche se al momento il nesso con il concetto di utilità è del tutto aleatorio se non addirittura altamente improbabile”.

Conclude Semplicemente Noli: “Tornando, purtroppo, ai numeri: nell’ultimo Consiglio Comunale è stato approvata una delibera che sancisce l’assunzione per 1 anno di un nuovo Segretario Comunale (ed è il quinto in 3 anni di Amministrazione Niccoli…). Abbiamo chiesto di conoscere il costo economico per il Comune di questa nuova assunzione ma non è stato possibile; in altre parole il Sindaco non è stato in grado di dircelo. Il costo delle fioriere è ben noto e quello del nuovo Segretario Comunale invece no. Crediamo che qualsivolgia commento sia del tutto superfluo”.

A margine, dell’ articolo riportato, viene spontanea la domanda: è il Puparo che non riesce più a “tirare i fili” o sono i “Pupi” che hanno deciso di mettersi in proprio ?

Oltre allo sperpero di denaro pubblico, come pare sia solita fare l’Amministrazione comunale, si spera che tra le essenze messe a dimora, non ci siano i soliti papaveri; è vero che per i turisti cittadini anche i papaveri sono “fiori”, ma con un po di buon senso, si spera che vengano, dato il costo delle fioriere, poste a dimora piante endemiche della nostra regione. Per i giardinieri comunali, che sono esperti di fiori [si fa per dire], possiamo, loro indicare alcune specie. “Di fatto il piacevole colpo d’occhio è dovuto ai fiori contenuti nelle fioriere e, soprattutto, alla grazia e alla gioia dei loro colori.”

Quali fiori, il contenuto è sempre lo stesso., varia solo l’esposizione, Il cespo centrale della fioriera poi, assomiglia ad una conifera nana [thuje, cipressi, pini, abeti] utilizzate il più delle volte addossate ai tumuli cimiteriali [vedi Staglieno].

Un suggerimento: ogni ciotola che contenga un fiore endemico sia munita da un cartellino dove viene indicato il nome e le caratteristiche del fiore e/o pianta del tipo di quelli che si riscontrano nei giardini di villa Hanbury , di villa Taranto o dell’Isola Madre.

Il termine endemismo fu utilizzato per la prima volta in botanica
nel 1820
dal naturalista svizzero Augustin Pyramus De Candolle, che lo riprese dalla terminologia medica.

Esistono due categorie principali di endemismo, vegetale e animale:

Paleoendemismo, utilizzato per indicare specie anticamente diffuse in areali ampi, ma per qualche motivo sparite in gran parte dell’areale originario, così che oggi (o fino a tempi recenti) le si può trovare solo in ambienti ristretti.

Neoendemismo, utilizzato in riferimento a specie di comparsa relativamente recente in determinati ambienti, ad esempio in seguito ad ibridazione
ancestrale con altre specie.

Gentiana ligustica

Nome volgare Genziana ligurePianta erbacea perenne con radice fusiforme, legnosetta, spesso fittonante e foglie un po’ coriacee, tutte basali e riunite in rosetta, con lamina a contorno ovato-ellittico, lunga 4-8 cm e larga 15-25 mm, progressivamente ristretta verso la base, trinervia ma con nervo centrale più evidente e margine fogliare sempre intero e liscio.

Fiori grandi e solitari, portati da un peduncolo a sezione quadrangolare, provvisto di un paio di brattee opposte, di forma ovale e di aspetto fogliaceo, con apice acuto ed inserito all’ascella delle foglie basali; calice campanulato breve (12-13 mm) rispetto alla corolla (40-55 mm), provvisto all’apice di 5 denti ovato-ottusi, circa lunghi quanto larghi, ristretti alla base e lunghi meno della metà del tubo stesso; denti calicini separati da un’insenatura tronca e uniti, uno a uno, da una membrana bianco-verdastra triangolare; corolla gamopetala a sua volta campanulata; tubo corollino lungo 35-45 mm, con 5 lobi acuminati, riflessi e cuspidati di colore blu-violetto, tubo dello stesso colore ma internamente spesso chiazzato di verde oliva, larga 11-12 mm; 5 stami, inseriti direttamente sul calice, antere di colore giallo paglierino; ovario supero, sormontato da uno stimma lobato e papilloso; frutto a capsula fusiforme di 5 mm circa, biloculare e bivalve, contenente numerosi piccoli semi, di colore nero.

Campanula di Savona

Questa specie ha fiori formati da una corolla campanulata a cinque petali, di colore azzurro-violaceo chiaro, del diametro di 1-2 cm. Il calice è fittamente ricoperto da un rivestimento di papille (piccole sporgenze dell’epidermide, molto ravvicinate e arrotondate all’apice). Il fusto, erbaceo, è alto 20, 30 cm e porta fiori isolati, all’apice di lunghi rami arcuati verso il basso. Le foglie basali, picciolate, hanno lamina ovale con alcuni denti acuti. Habitat: ambienti sassosi e ben soleggiati, dal livello del mare fino a circa 1000 metri di quota. Distribuzione: specie endemica ligure esclusiva, limitata alle provincie di Savona e Imperia. Protezione: specie a protezione totale ai sensi della Legge Regionale n. 9/84. Fioritura: tra maggio e giugno.

Campanula a foglie uguali

È uno dei fiori liguri più pregiati dal punto di vista ornamentale scientifico. Vive esclusivamente nelle fessure delle rocce calcaree e dei muri di pietra che caratterizzano un’area di pochissimi km quadrati compresa tra la Caprazoppa e Capo Noli, dal mare sino a circa 400 m. Fiori campanulati azzurri spiccano sulle rosette di foglie cuoriformi e seghettate e creano splendide macchie di colore sulle tonalità chiare del calcare. Fiorisce tra agosto e ottobre

Afillante

Pianta erbacea perenne, alta 20-30 cm, dal portamento cespuglioso. Dal breve rizoma basale si elevano numerose foglie giunchiformi, gracili, di colore verde glauco e avvolte alla base da guaine brunastre. I fiori sono portati a 1-3 per volta in fascetti apicali. I tepali (di circa 1,5 cm) sono di un delicato color azzurro pallido. Forma densi cespi, quando è fiorita è inconfondibile Fiorisce tra aprile e maggio Vive su prati aridi e garighe, dal livello del mare a 800 metri di altitudine. la specie, rara, in Italia è presente solo in Liguria occidentale e centro-occidentale (fino al confine tra le province di Savona e Genova) e in qualche località disgiunta del nord-ovest (dal Basso Piemonte al Bresciano) e della Sardegna nord-occidentale. È l’unica appartenente al genere monotipico Aphyllanthes, unico rappresentante nell’area mediterranea di un gruppo sistematico di piante tipiche della flora australiana.

Villucchio di Capo Noli

Questa Convolvulacea ha fusto strisciante, con fitti peli rivolti vers il basso. Le foglie, su piccioli di 1 cm, hanno lamina ellittica e le maggiori sono arrotondate. I fiori, con corolla azzurro-violacea e gialla sul fondo, sono riuniti in fascetti di 2 – 5. Fiorisce da aprile a giugno. Vive sulle rupi calcaree litoranee, su terreni aridi e sassosi, dal livello del mare fino ai 300 m di quota. Specie presente in poche località d’Italia, Marocco e Algeria, ma per la quale è difficile stabilire se si tratti di popolazioni indigene. In Liguria attualmente la pianta è nota allo stato spontaneo solo per Capo Noli e immediati dintorni; altrove è stata ampiamente impiegata nei giardini e sulle scarpate da dove è poi sfuggita. Ha significato di specie dell’antica flora mediterranea cenozoica.

Rapòntico di Bicknell

Il rapontico di Bicknell, dall’ostico nome latino, è un interessante endemismo delle Alpi Liguri, rinvenuto finora in sole quattro località, due in provincia di Imperia, due in quella di Cuneo. E’ un’entità che si è differenziata in tempi relativamente recenti dalla Stemmacantha heleniifolia una specie diffusa lungo la catena alpina.

Il rapontico di Bicknell, citato nel testo della legge con i nomi Leuzea rhapontica, e Rhaponticum bicknellii, contraddice la regola che gli endemismi siano forme poco competitive e frugali: ha un robusto apparato radicale, un fusto alto anche più di un metro e mezzo, foglie di dimensioni cospicue e un gigantesco capolino, produttore di una miriade di frutti; in effetti questa sottospecie tende a diffondersi nelle praterie montane a suolo ricco e profondo, diventando infestante.

Come mai tanta rarità? t possibile che il rapontico di Bicknell, un tempo più diffuso, sia stato poi eliminato da molte aree prative perché visto come un ospite indesiderato da contadini e montanari che, oltre a tutto, ne consumavano i capolini immaturi sott’olio o sott’aceto, a guisa di carciofini.

Saxifraga lingulata

Il nome del genere deriva dalla parola latina saxĭfrǎga che indicava piante di questo genere. L’aggettivo saxĭfrǎgus significa “che frange sassi o scogli” e, a sua volta, deriva da saxum (= sasso, pietra) e dal verbo frangĕre (= spezzare, infrangere, rompere). Alcuni sostengono che il nome derivi dalla proprietà attribuita alla pianta di frantumare i calcoli renali, mentre altri sostengono che sia legata al fatto che queste piante rompono le rocce su cui vegetano mediante bioerosione. In inglese sono chiamate anche stone-breakers.

Il genere comprende oltre 400 specie perenni, biennali o annuali

originarie delle zone montane della fascia temperata boreale dove arrivano fino a 4000 metri di altitudine.

In genere le foglie crescono vicino al terreno, possono essere succulente e formare rosette. I fiori hanno cinque petali, sono bianchi, rosa, rossi e gialli e si alzano rispetto al corpo principale della pianta.

Amano terreno umido e fresco, in mezz’ombra o ombra e sono usate come piante ornamentali e per decorare giardini rocciosi.

Moehringia di Le Brun è esclusiva delle Alpi Liguri.

Pianta perenne suffruticosa, con portamento ascendente o pendulo, in cespugli densi; fusti lunghi 5-30 cm, glabri, debolmente glauchi.

Foglie glauche, glabre, di colore verde chiaro, rigide, oblunghe, piane e spatolate, lunghe 7,5-25 mm e larghe fino a 4 mm, debolmente carenate di sotto.

Fiori in cime terminali di 1-3 fiori, su peduncoli glabri, robusti lunghi 2-8 cm; calice con sepali di 3,5 mm, con margine membranoso, lanceolati, trinervi; fiori pentaciclici, eteroclamidati (con calice e corolla ben differenziati), normalmente pentameri, ma raramente tetrameri; petali bianchi, lunghi fino a 7 mm e larghi 3,5 mm; stami in numero doppio dei petali; stili normalmente 2; ovario supero, uniloculare.

Frutto: capsula subglobosa, deiscente, con denti in numero doppio rispetto a quello degli stili; semi reniformi, lisci, neri, lucidi, lunghi 1,6 mm, con strofiolo grosso ed appariscente, con sfrangiatura intricata ed ilo con 2 lobi laterali.

Impollinazione: entomofila mediante formiche

Molte le specie di straordinaria importanza perché endemiche, rare o al limite dell’areale: tra le altre, la sassifraga callosa (Saxifraga lingulata), la carice di Tenda (Carex tendae), la splendida primula impolverata (Primula marginata), la silene campanula (Silene campanula), il rarissimo rapòntico di Bicknell (Stemmacantha heleniifolia ssp. bicknellii), la meleagride di Moggridge (Fritillaria tubaeformis ssp. moggridgei), l’aglio a fiore di narciso (Allium narcissiflorum) e il giglio a fiocco (Lilium pomponium). Altre specie rarissime anche a livello mondiale sono l’euforbia di Vallino (Euphorbia valliniana), la moehringia di Lebrun (Moehringia lebrunii), la timelea dioica (Thymelaea dioica).

Endemismi e relitti glaciali: Vero scrigno di ricchezze per i botanici è il complesso montuoso del Toraggio (1971 m s.l.m.) – Pietravecchia (2038 m s.l.m.), dove in poco più di un chilometro si passa dagli oliveti alle specie alpine. E’ stato stimato che solo su queste montagne cresca circa un quinto delle varietà della flora presente in Italia: tutto ciò grazie alla compresenza di piante mediterranee ad alta quota e di relitti glaciali ad altitudini ridotte, che convivono con numerose specie endemiche. Fra queste ultime spicca la sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia), che solitamente vive in prossimità del Circolo Polare Artico, raggiungendo i 6° gradi di latitudine, ma che qui sulle Alpi Liguri vanta la propria presenza sin dal tempo delle glaciazioni.
Una sessantina circa le specie endemiche: l’euforbia di Vallino la si trova solo qui, sulle Alpi Marittime e sulle Alpi Cozie; il fiteuma di Balbis e il rapontico di Bicknell si fermano alle zone di confine con la Francia e il Basso Piemonte; la moehringia di Le Brun è esclusiva delle Alpi Liguri.

Alesben B.



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