Trucioli

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Del Gaudio a Savona per ‘Vangelo e Costituzione’, ma i giovani disertano


“Quando mi chiedono se credo in Dio, rispondo che credo nel Vangelo e nella Costituzione, due testi straordinari sempre dalla parte dei deboli e non dei forti, degli oppressi e non degli oppressori, degli occupati e non degli occupanti…”. E’ tornato nella ‘sua Savona’  Michele Del Gaudio. Da tre decenni ha dismesso la toga di giudice ‘ragazzino’, ancorché assurto a personaggio per la stampa nazionale quando estirpò il gran ‘bubbone’ di Teardo e C. Questa volta ha parlato ai savonesi (purtroppo non ai giovani, assenti) del suo ultimo libro ‘Vangelo e Costituzione’. Ha impiegato 4 anni per riempire, anche con temi attuali, 254 pagine.  Renata Barberis, psicologa e ‘collaboratrice’ della libreria Ubik : ” Un libro che fa pensare, muove fasce emotive profonde. Una storia di immaginazione che contiene tante verità e immagina Gesù che vive ai tempi nostri”. E lui, scrittore e ‘missionario’ nelle scuole rivela: ” Un politico di Savona mi disse ‘finché ci sei tu in tribunale, gli affari non li fanno’. Il mio maestro ? Il compianto Tonino Petrella. Mentre Gennaro Avolio è stato mio padre spirituale”. Menziona il dr. Aldo Pastore: ” Sarebbe stato il sindaco ideale di Savona, ma il partito degli affari non l’ha mai voluto candidare”.

 

Lo scrittore Michele Del Gaudio durante la presentazione del suo ultimo libro a Savona

Nell’incontro – abbraccio, a palazzo Sisto, presenti una cinquantina di persone, che Del Gaudio ha citato e salutato quasi una per una. Assente il mondo giovanile nonostante qualche errata previsione  giornalistica della vigilia. Giudice istruttore negli anni ’80, deputato della sinistra democratica dal ’94 al ’96 (“non percepisce la pensione” ha rimarcato il suo primo segretario, Davide Pesce ), tornato a vivere nella regione d’origine (Campania), pare sia rimasto un illustre sconosciuto alle nuove generazioni. In realtà non erano ancora nati quando esplose, primo esempio in Italia, un maxi-scandalo che tra le imputazioni elencava ‘associazione di stampo mafioso e associazione a delinquere’ costituita in gran parte da pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni. Neppure nella Milano del pool dei più ‘noti’ Antonio Di Pietro, Colombo, Davigo, scattarono nell’inchiesta ‘mani pulite’ imputazioni così gravi e devastanti. Un avvocato del foro di Savona (Noberasco) nel corso  di un dibattito – confronto a Palazzo Nervi  chiese  invano una spiegazione ad uno dei protagonisti. Del resto la ‘banda mafiosa’ che ora è tornata in auge proprio nel ponente ligure (sentenza di primo grado al processo La Svolta davanti al tribunale di Imperia, con imputati che già allora figuravano in rapporti di denaro, di voti e propaganda elettorale con le truppe teardiane)  cadde alla prima sentenza, a Savona. Al momento dei fatti contestati mancava una legge ad hoc, per altri si è trattato di un scivoloso escamotage procedurale giuridico.

Pochi ricordano che buona parte dei difensori dei maggiori imputati erano partiti per Roma scommettendo  che la Corte di Cassazione avrebbe riservato un robustissimo taglio alle sentenze di condanna di Savona e Genova (appello). Non andò così. Sul filo di lana era stato designato nel collegio il fratello magistrato di Aldo Moro. Non ebbe molto tempo per approfondire, ma si narra che fu molto risoluto quando al termine dell’udienza, in prima serata, si prospettò un verdetto che lui non condivideva.

La platea intervenuta nella sala consiliare di Palazzo Sisto

A Palazzo Sisto è stato appena sfiorato l’argomento Teardo story. Pochi accenni, soprattutto per i tempi contingentati,  sulla ‘Savona ieri‘ e ‘Savona oggi’. Cosa è cambiato. Un argomento difficile, scabroso, almeno per i presenti e soprattutto per il diffuso senso di disinformazione reale. Dietro l’angolo l’immancabile manina di un potere, di intrecci che farebbe ancora paura ( ? ), non trova pentiti, nè brecce nel muro di omertà o se volete di incapacità ad approfondire ruoli e collegamenti (?) Certo, c’è sempre qualche illuso, in buona fede, che crede di sapere, di possedere certezze.  Nulla sarebbe mutato se non la convinzione, espressa dal battagliero Cristian Abbondanza (Casa della Legalità di Genova), che “i signori degli affari si sono aggiornati, hanno affinato le trame, coinvolgendo più colletti bianchi ed insospettabili”. Tra chi è apparso più convinto di questo teorema,  lo scrittore Silvio Riolfo Marengo, per un breve periodo alla presidenza Carisa proprio nel periodo cruciale della lotta tra Carige – Monte dei Paschi.  In ballo, allora, il controllo della banca locale a suon di miliardi. Sappiamo come  andò a finire. Col senno dei poi si può dire ‘dalla padella alla brace’. Riolfo, sempre ricco di passione, ha accennato “so soltanto io cosa ho dovuto subire in quei mesi.. e successivamente….” Riolfo studioso e benemerito per il suo impegno, forse non eccelle tra i savonesi informati,  né aggiornati del sempre ‘occulto ‘panorama provinciale. Sommessamente il vecchio cronista che a causa di Teardo ha patito sulla propria pelle vera emarginazione professionale e processi per diffamazione, con richiesta di un miliardo di danni (per fortuna la giustizia ha fatto il suo corso), paventa una considerazione d’attualità. Si possono fare ‘grandi affari‘ senza coperture che contano davvero ? La storia italiana e alcune recenti inchieste ed approfondimenti (il Fatto Quotidiano) non appaiono racconti di fantasia. Zavorre e  intrecci di poteri altolocati che scottano.

Trucioli.it, da questo numero, inizia la pubblicazione a puntate del volume di Michele Del Gaudio. L’esordio è schioppettante. Lettera aperta al sempre più amato papa Francesco.  “Ho paura che ti ammazzino (pag 11)…Albino Luciani è stato ucciso ! Non ci sono prove, ma un quadro indiziario si.  La divulgazione di documenti ed avvenimenti vaticani segreti rinvigorisce ipotesi infauste…“. C’è un invito al Sommo Pontefice che riguarda Angelo Roncalli, il papa buono. “Non farlo santo per favore…e se lo fai non motivarlo  con i miracoli ma per le sue virtù “. Il libro affronta pure tematiche del celibato, dei figli di preti, l’aborto, l’eutanasia, il ricco nel regno dei cieli, la ‘mafia siamo noi’, la giustizia sociale, gli apostoli contemporanei tra i quali iscrive Carla e Sandro Pertini.

Da sinistra, Abbondanza, don Bof, Del Gaudio, Renata Barberis, Silvio Riolfo Marengo

Qualche battuta di Del Gaudio  nel suo confronto savonese: ” Gesù è don Andrea Gallo che è stato sempre con gli ultimi…; Davide Pesce il pilastro  della mia attività di deputato..; Cristian Abbondanza,  avrei voluto costituire a Napoli la Casa della Legalità…; don Bof, teologo, lo chiamo affettuosamente il Vulcano…; Silvio Marengo… l’ho conoscono come una persona splendida…;  ciò che fa la Ubik, a Savona, fa invidia alle migliori librerie di Milano….Credo di aver scritto un libro sulla felicità, la nostra felicità. Sia attraverso il Vangelo che la Costituzione…Serve un progetto sociale, politico, economico che tenda ad eliminare  le ingiustizie sociali…”. Davide Pesce interloquisce per testimoniare che già negli anni ’90 Del Gaudio deputato era impegnato a dar vita un gruppo per la difesa della Costituzione. Don Bof , sferzante e sincero: “…critica spregiudicata di un libro disarmante per la lettura che fa Del Gaudio del Vangelo…lontanissimo da noi”. Silvio Riolfo Marengo: ” Cosa è cambiato nella gestione del potere in questa città…?”.  Cristian Abbondanza: “ Il gruppo Dellepiane è indagato a Genova, con Mamone, per associazione a delinquere…“. Forse sarebbe corretto, in simili circostanze, non rivolgere accuse, tutte da provare con sentenza passata in giudicato, quando  chi si cita è assente e non può rispondere.

Sono le 20 della sera quando scocca l’ultimo applauso e Renata Barberis annuncia: “Mi dispiace, dobbiamo lasciare il palazzo, chiudono”.

Renata Barberis, psicologa, ha fatto da moderatore per la libreria Ubik

Al dr. Del Gaudio si poteva chiedere un giudizio sull’operato del vescovo Dante Lanfranconi a Savona, tenuto conto degli esiti delle inchieste giudiziarie sul dramma della pedofilia e di una netta minoranza di sacerdoti indegni. A pagina 142 del libro “Il giudice di Berlino”  (gennaio 1994) Del Gaudio ha scritto: ” Il vescovo di Savona, monsignor Lanfranconi, mi ha voluto conoscere. E’ stato un pomeriggio da ricordare. Abbiamo bussato al citofono, hanno aperto, e alla sommità della bellissima scala di marmo del Vescovado c’era un sacerdote alto, giovane, imponente. Era lui il vescovo, vestito semplicemente, con giacca e pantaloni scuri e il collarino sacerdotale. Ci ha aperto lui e ci ha condotto in una bellissima sala. Ci siamo seduti ed abbiam parlato per due ore. Un dialogo interessantissimo, che mi ha avvicinato ancora di più a Dio, quel Dio come forza del bene, in cui credo ormai da anni. Ci ha addirittura servito lui delle bibite fresche.  Fresche come le nostre parole. Ah, se tutti i vescovi fossero come lui ! L’ho sentito pastore e cittadino, pronto ad impegnarsi nel sociale;  non solo a preparare la vita eterna, ma anche a rendere questa vita più umana. Sensibilissimo al tema della legalità.  Quanto potrebbe fare la chiesa cattolica per spazzare via i pescecani della  politica e del malgoverno;  per diffondere la cultura della legalità ! Secondo me, legalità e amore sono le facce di una stessa medaglia; non si può amare gli altri, se non rispettano le regole della convivenza civile. Spero tanto di rivederlo ancora”.

 

L.C.

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L.Corrado

L.Corrado

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