Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pietra Ligure e Paolo Palmarini. Ecce homo sapiens, ma la luce di spegne


Hanno festeggiato e premiato un pietrese. Titolo d’onore: per 39 anni pubblico amministratore. Se fosse in odore di santità ammetteremmo di non poterci accreditare agiografi di Paolo Palmarini, geometra, due volte sindaco, assessore, capogruppo, consigliere comunale. A santo, scusate l’affronto, avremmo elevato agli altari il dotto ed ‘immacolato’ compianto zio sacerdote,   monsignor Nicolò. Grande studioso poliglotta, anche della lingua di Cristo. Il nipote ha dedicato 4 decenni di vita (1975- 2014)  al servizio di Palazzo Golli, sede il Municipio. Eppure fa più notizia che si sia distinto, cosa ormai rara nella Patria Italia, per serietà, specchiata onestà, correttezza quale rappresentante dell’ente locale. E questo nonostante una professione che lo sviluppo edilizio ha adulterato alla base, causa la diffusa speculazione delle aree ed immobiliare.
Uno spaccato dove è facile sconfinare tra conflitti di interessi diretti e più spesso nel miraggio della clientela dello studio. Ci sono almeno due città della Riviera della Palme dove due professionisti possono vantare il record di progettazioni di immobili, in un caso emerse che l’architetto aveva raggiunto l’87 per cento rispetto a tutti gli altri professionisti della sua città. Merito ed onore alla bravura, al genio ?

Paolo Palmarini,  seppure non alieno alle stanze del potere comunale,  si è distinto. Una mosca bianca. Una macchia semmai è non averlo annoverato tra quanti si sono battuti e prodigati affinchè le prossime generazioni della sua città natale non debbano pagare i ‘peccati’  consumati impunemente ai danni dei nostri paesi e delle loro materie prime.  Un paio di risorse miseramente andate sciupate. I palazzi che dovevano essere un’eccezione di sviluppo sociale sono diventati una regola da devastazione, di pari passo il consumo sfrenato del suolo. Tra piani regolatori addomesticati e sono fortunati quanti hanno ricevuto confidenze-ammissione degli urbanisti. Alla scardinamento qualitativo delle risorse turismo-agricoltura. E evidente, inoppugnabile, documentato: si è smarrita la simbiosi, alla stregua di quanta accade nello sfruttamento idrico.

Spieghiamoci , per chiarezza. La linfa-tessuto alberghiero, come avviene per la corteccia delle piante,  si è consumata sotto l’asfissia di monolocali, bilocali, trilocali a macchia d’olio. Non ce ne vogliano i pietresi illuminati, uno dei rari esempi di edilizia intelligente lo si può trovare  nel complesse Orsero in zona Rocca delle Fene.  Eccellenza nei scelta dei  materiali, la salvaguardia del paesaggio, la qualità complessiva dell’intervento urbanistico soprattutto nella proiezione futura.

Chi è pronto a scommettere che Pietra Ligure non seguirà la mala sorte  di un copione cinematografico vero, reale, autotentico. Basterebbe avere un’infarinatura di alcune aree degli Stati Uniti. Prima si è assistito all’assalto scriteriato del fronte mare. Una volta saturati gli spazi, decuplicati vani e mansarde dei centri storici, nel bene e nel male,  si è dato l’assalto a tappeto – poche le aree scampate spesso per amore degli ultimi contadini – metro dopo metro ad altri spazi verdi,  alla prima collina. Si doveva certo ricostruire, sviluppare, pure con premi di cubatura o di vani, ma nell’ottica di un’espansione a misura d’uomo, di civiltà, di futuro.

Si dirà, era difficile resistere agli anni del boom, arricchimenti facili, cultura vincente di profitti tanti e subito per acquisire potere. Potremmo raccontare due aneddoti, mantenendo un utile rispetto per due compiante figure di imprenditori. In un caso durante una perquisizione disposta dalla magistratura inquirente nella cassaforte era custodito un ‘libro paga’ da magna magna. Con il secondo uomo d’affari, apparentemente persona alla buona, accade che fu vittima di un furto. Tra il materiale sottratto  la contabilità ‘nera’ della famiglia. Eravamo a fine anni ’90, una dote sconosciuta al fisco di 17 miliardi di lire, frutto a quanto pare di una serie di operazioni edilizie a Pietra e nei dintorni.

E’ in questo ‘vangelo etico’ che Paolo Palmarini si è trovato a convivere come tutti noi. Pietra Ligure, lo abbiamo già scritto, dove erano molto attive le fratellanze massoniche, comunque solo nell’ultimo decennio esploderà la corsa all’affiliazione soprattutto al Santa Corona. Non a caso, una città che trae gran parte della sua vitalità dal nosocomio, nonostante la ‘cura dimagrante’, la razionalizzazione dei posti letto e  posti di lavoro. Senza tacere il venir meno di alcune eccellenze, l’intrusione della politica sinistrorsa e deteriore di cui quasi tutti abbiamo una qualche piccola esperienza quali pazienti o utenti.  La sorte vuole che la seconda fonte di lavoro sia sempre un ente pubblico, il Comune.  E’ difficile spiegare ad una ‘estraneo ai lavori’  per quale motivo si sia scatenata la lotta sulla ‘fabbrica delle liste e dei candidati‘. Il discorso più comune e ripetuto che si ascolta in Italia ormai da qualche tempo, è la nausea dei cittadini verso un certo modo di far politica, tra belligeranza continua e da inconcludenza. L’assenza della meritocrazia, il menefreghismo di troppi giovani, a loro volta diseducati dalle ultime generazioni di genitori.

Non bisognava essere dei geni, o persino oracoli, a concludere  che nessuno avrebbe più scommesso nell’industria alberghiera. Si sta registrando un incremento dei residence, a Varazze, ad esempio, la riconversione di parecchi alberghi sta dando buoni frutti in termini di bilancio aziendale e di percentuale di occupazione dei posti letto. I nodi vertono sulla durata dei mesi di lavoro,  stagione estiva ed invernale, che avrebbero benefici a cascata per commercianti, artigiani, esercenti, proprietari di seconde case date in affitto. Senza la possibilità di recuperare terreno su un mercato straniero le prospettive sono limitate. C’è la concorrenza non solo più della Costa Azzurra, Spagna, ma anche di paese emergenti come Slovenia, Croazia, Montenegro e stando a proiezioni di esperti di marketing  Tunisia e  Turchia dove un cameriere, un dipendente ha un mensile  tra i 300 e 500 Euro.

Pietra Ligure turistica, enogastronomica. Non scopriamo l’acqua calda. Basta scorrere una delle tante guide gastronomiche a diffusione nazionale, oppure internazionale, per constatare che Pietra è presente con uno, due alberghi, uno, due ristoranti. E neppure in tutte le guide, vedi la internazionale Michelin.

Ora se non vogliamo illudere i cittadini meno informati, se non vogliamo raccontare favole più meno divertenti, bisogna prendere atto di questo divario e capire se si poltrà mai colmare ed in quanto tempo. Noi non eravamo a Palazzo Golli ad amministrare, ad occupare posti di responsabilità eletti dai cittadini. Al massimo, da liberi informatori,  non siamo stati tra i giullari.  Ma chi ha il dovere di fare giornalismo, pur con tutti i suoi limiti umani e culturali, è difficile appartenga alla schiera degli osannati, degli amici.

Non vorremmo indossare gli abiti del guastafeste  in onore di Paolo Palmarini e dei suoi estimatori. Anzi, per quel poco che vale ci uniamo, senza ipocrisie,  alle ‘celebrazioni’ pubbliche. Forse non sono molti i pubblici amministratori con la schiena dritta. I Palmarini del dopoguerra ricchi di un faro che meriterebbe non solo ricordi e celebrazioni fugaci, quale è stato appunto don Nicolò. Senza dimenticare, per quanti hanno avuto la fortuna di apprezzarlo, il sindaco Giacomo De Vincenzi (uomo di sinistra).

I Palmarini. Un vecchio amico:  “Una famiglia alla quale consegnerei il portafogli’. Paolo  è ultimogenito, oggi nonno quasi a tempo pieno, due figlie, una laureata, l’altra giudiziosa infermiera al S. Corona . La sorella ha sposato un personaggio dello storia pietrese e provinciale del Psi, Tomaso Amandola (Maxin).  Il fratello primogenito Andrea, pure lui ex Dc, coltiva la campagna per hobby, tanta passione e competenza nella storica regione Corti; in passato ha gestito uno stabilimento balneare. Poi c’è il mitico Gino, un testimonial della stagione dei latin lover in Riviera, quelli che facevano impazzire, con ‘cotte’ memorabili, le biondissime vichinghe in vacanza. Bagnino d’estate, con la fila di spasimanti, ‘ambasciatore’ -ospite in inverno nella Germania alle prese con il muro di Berlino. Ha sposato un inglese, ha gestito un pub a Londra dove è rimasta la figlia. Da 15 anni, con la scomparsa della moglie, è tornato nella sua Pietra Ligure, un gran lavoratore nonostante le primavere sulle spalle, un ottimo produttore di olio e nostralino. Gino è tra quelli che può ripercorrere gli impagabili anni del boom turistico in Riviera, non era difficile incontrarlo alla stazione ad attendere il “Riviera Express”, giornaliero, inverno ed estate, con vagoni cuccetta,  sulla rotta Ventimiglia- Amsterdam. Poi dotato anche di un vagone letto.

Ma la Riviera era ricca di alberghi, non si era ancora data all’autodistruzione di massa, il litorale manteneva anche la tradizione della pesca. Oggi, pochi se ne sono accorti, la politica resta sorda e ceca, non mancano tuttavia i suoi ‘camerieri’ scrittori, sta di fatto che la norma Europea vieta l’esposizione della scritta ‘Pescato nel Mari Ligure‘. La provenienza ufficiale deve essere etichettata  ‘Mar Mediterraneo‘, poco importa se comprende realtà dove non esistono i depuratori, né i controlli certificati sull’inquinamento marino.  Discorsi che alle nuove generazione poco nulla interessano, si rischia di passare per marziani. Il  Mar Ligure si è impoverito; ad ascoltare le testimonianze dei vecchi pescatori viene la pelle d’oca.

Tutto il mondo è paese, per fortuna c’è ancora tanta gente cresciuta con ideali e valori ai quali non rinuncia. Magari dissente in silenzio. Forse è la maggioranza silenziosa di cittadini che nella vita possono dimostrare di aver saputo creare qualcosa di utile per la società e la famiglia. E proprio nella Pietra Ligure dei meritocratici, dei valorosi anche in campo culturale, lascia perplessi assistere alla corsa al potere, alla rissa continua tra liste e candidati.  Con la credibilità e la forza morale di Paolo Palmarini avremmo continuato ad urlare ai quattro venti:  “Non ha diritto di cittadinanza chi non si rende conto che stiamo distruggendo la nostra gloriosa storia, i tesori che ci hanno lasciato i nostri avi, compresi gli autori di libri che hanno testimoniato mettendo nero su bianco affinchè non fosse rimossa la memoria, con la C maiuscola”.

L. Cor.    

L’UCCELLINO ELETTORALE VOLA TRA I GIORNALISTI DI PIETRA LIGURE

Qualche riflessione EXTRA merita Nicola Seppone, il volto nuovo della Lista Bonfiglio. Già attivista del raggruppamento “Giovani per Pietra” ne è stato allontanato. Scopo del gruppo era essere forza propulsiva di chiunque governi la città per proporre idee, progetti, sogni. Nicola invece ha deciso contro lo statuto di fare attività diretta. Nulla di male, però non sei più di noi, gli hanno detto. Ha aperto il sito “Sei di Pietra se…” clonando i vari “Sei di Loano, Ceriale, Albenga….”. Nulla dispregevole, salvo usarlo per darsi visibilità. Prima gaffe in occasione delle Frecce Tricolore che, pur sfrecciando su Loano, sono state fotografate da lui ed esposte sul sito “Sei di Pietra se…”. Peccato, quel giorno era nuvoloso e le sue foto riproducono un bel cielo azzurro. In allegato delle vere foto di quel giorno. Per un volto nuovo promette proprio bene…

 

 IMMAGINI RIPRESE DAL GIORNALE ON LINE LA GAZZETTA DI PIETRA LIGURE 


 


L.Corrado

L.Corrado

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