Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La cupola di Savona vista dall’ingegner Roberto Cuneo: i professionisti del campanile


Il Secolo XIX-Savona di martedì 8 aprile 2014, su una colonna, ha titolato: ‘L’intervento – Il Porto di Savona ? Primo per soldi buttati via’. Articolo a firma dell’ingegner Roberto Cuneo, presidente ligure di Italia Nostra. Un battitore libero, non da oggi.  Il potere politico-partitico, quello della finanza e dell’imprenditoria, una certa massoneria affaristica, non gli hanno mai steso tappeti lungo il suo percorso dentro e fuori i centri di potere; Cuneo ora propositivo, ora ribelle. Pane al pane con quel che  comporta. Abbiamo chiesto ad un ‘savonese qualunque‘, ma non troppo, di scrivere, per trucioli.it,  sul tema “Professionisti del campanile” ! Oppure su quella che papa Francesco definisce “Cupidigia del potere”

Uno spettro si aggira nelle quiete stanze della cupola savonese: da via Gramsci a corso Italia, nelle adiacenze di via Guarda, la notizia sta inquietando i  sonni  dei ras dell’economia locale. Non si parla, beinteso, dei figuranti che reggono il Comune o la Provincia, ma dei padroni veri che controllano il credito, il commercio, le opere pubbliche e private.

La ferale notizia, degli ultimi giorni, dopo il blocco della centrale a carbone – dovuto al dissesto di Sorgenia travolta da una montagna di debiti –  adombra la fusione del porto di Savona con quello di Genova e fa scattare lo spirito municipale che,  rievocando le lotte del 1500, ancora rivive nella parole dei lobbisti di casa nostra.

Ecco allora il direttore dell’Unione Industriale prorompere in Tv contro l’ipotesi, affiancato  dalla triplice locale e da pochi altri.  Unica voce dissonante quella del presidente  di Italia Nostra, ing. Roberto Cuneo, che viene ospitata di spalla, pagina interna (Non meritava la prima pagina parlando di cupola e di casta in modo tanto esplicito? tenuto conto della fonte!), il che la dice lunga del ‘rispetto’  che si è guadagnato l’ente porto sotto la gestione  di Cristoforo Canavese, già senatore leghista,  peraltro costruttore del boom crocieristico, ottenuto tutto concedendo all’armatore benemerito e nulla chiedendo per la città. Fu questo il primo spreco del sullodato ?, oggi divenuto ‘tortonese’ a cura del generoso gruppo Gavio, che non si dimentica  degli amici.

Oltre a questo ‘sperpero’ (?), come non citare la colossale nuova sede del porto in costruzione, progettata dallo studio Peluffo-Femia,  una sequela di parallelepipedi ingombranti l’orizzonte e di cui si sarebbe fatto a meno, in cambio  del restauro di palazzo Santa Chiara, sempre più fatiscente, quasi un dente cariato nel cuore della città vecchia.

A quei tempi il ‘duce buono del porto‘ (politicamente parlando)  non amava obiezioni o rilievi: la sua sfida con gli odiati genovesi comportava opere faraoniche (la piattaforma di Vado Ligure) il cui destino rimane  “in mente Dei”.  Il presidente della Regione, Claudio Burlando, ha dichiarato di aver proposto il suo nome per l’alternanza al vertice del nuovo superporto Genova-Savona.  Peccato che lo abbia silurato nelle nomine.

Quindi aspettiamoci dai ‘cupolari nostrani’ una fiera lotta per l’indipendenza del porto, che significa certo spreco di risorse pubbliche, ma anche e soprattutto appetibili lucri privati: meglio una torta più piccola, con le fette predestinate ai soliti noti, che imbarcarsi in avventure dall’incerto destino.

Non può sfuggire, a noi savonesi,  che dietro al mutamento dello stile espressivo e all’insofferenza,  c’è una ipersensibilità che nasce ormai dall’impazienza, dalla frustrazione per le tante belle parole che, a Savona, non si sono tramutate, ad esempio, in posti di lavoro per i giovani laureati. E le statistiche della disoccupazione salgono a grattacielo.  Il 23 dicembre 2010, a tutta pagina la Stampa-Savona titolava: Luciano Pasquale, presidente della Camera di Commercio fa scattare l’allarme per l’emergenza lavoro. I disoccupati sono 18 mila. Si punta su Maersk, Centrale Tirreno Power e Aurelia Bis”. Gli iscritti alle liste di disoccupazione superano quota 26 mila ed i senza lavoro stimati in 30 mila.

Ci troviamo difronte all’avvelenata dissoluzione del berlusconismo, ha ricordato dalle pagine de La Stampa,  Gian Enrico Rusconi, e all’intollerabile aggressività del Masaniello-Grillo, con i suoi ciechi seguaci.

Ai nostri veterani e giovani dell’informazione locale cosa possiamo consigliare? Basta silenzio e riverenze, interviste da camerieri, l’ultima (quotidiano di Torino) l’ha firmata un big del giornalismo locale, seguendo una sua ben radicata e pagante (per lui) genuflessione. Si dia la prima pagina al coraggioso Roberto Cuneo ! Anche così si collabora a sconfiggere i professionisti del campanile!

Non siamo per il processo alle intenzioni, né dominati dal sospetto, e neppure dal linguaggio indecente ed incontinente oltre misura.  Da una parte e dall’altra.

VEDI LA PAGINA DEL SECOLO XIX – SAVONA CON L’ARTICOLO DI ROBERTO CUNEO

 


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