Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il parroco Suetta: box a Borgio, cooperativa Jobel (Alassio, Albenga, Ceriale, Bordighera) ‘Chiamatemi don Tonino, vescovo gioioso’


Non apparteniamo ai ‘guastatori’ d’assalto (Libero, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano). Non abbiamo le capacità, né forza editoriale. Ci è estraneo il ‘metodo Boffo‘ (ex direttore dell’Avvenire).Lascia perplessi il silenzio e le divagazioni che i mass media diffusi in Liguria, nel ponente, hanno praticato con la nomina a vescovo di Ventimiglia di don Tonino Suetta. Ragioni di opportunità (conflitti di interesse?) per la sede attribuita a chi ha avuto legami con la maggiore cooperativa sociale ponentina (Il Cammino) e le sue diramazioni. C’è la Jobel, ad esempio: ha gestito spiagge e bar ad Alassio, 80 dipendenti, ricavi denunciati per quasi 3 milioni di € (2012). Rapporti con la Caritas di Albenga-Imperia. Con il villaggio S. Maria Belfiore di Peagna (Ceriale), l’Asilo ‘Fate e Folletti’  di Leca d’Albenga. Campi solari e servizi di animazione. A Borgio un’operazione edilizia (box) della parrocchia, ai tempi di don Suetta, con Aedifica Srl di Magliolo, società del solido e potente Gruppo Verus: estesi interessi edilizi e terrieri.  

 

Don Tonino Suetta con il caro amico Eraldo Ciangherotti esponente di spicco di Forza Italia (Foto IVG)

La settimana scorsa abbiamo titolato Don Suetta vescovo, Il Secolo XIX aveva scritto (nel 2011): ‘Radicato nel centro destra’, normale che abbia suscitato più di una critica. Al blog trucioli.it sono arrivate alcune e-mail, soprattutto dal loanese, terra d’origine del sacerdote di cui nessuno ha messo in discussione meriti, capacità . Ma sarebbe completezza di informazione aggiungere limiti o zone d’ombra.

Due aspetti, in particolare, ci sono stati contestati. Primo: non è vero che la famiglia di don Suetta fosse proprietaria dell’edificio acquistato dall’ing. Giacomo Ghigliazza (operazione seguita dal fratello Pier Santo) e sistemato a gioiello, con annesso giardino alberato, curatissimo. Una perla all’ingresso di levante di Loano, stridente realtà col ‘mare magnum’ di brutture. Con la ‘burlesca’ storia della zona alberghiera rimasta sulla carta e data sempre in ‘partenza’. L’obbrobrio di un immobile abbandonato da 25 anni e che ancora una volta ha ricevuto gli onori della cronaca e la notizia della imminente trasformazione. Fanno sorridere i titoloni del tipo: “Un magnate russo interessato all’ex Ospizio Marino. Hotel a 5 stelle con eliporto, centro fitness, sala congressi”. Oppure: “Ospizio Marino. Il Comune ha deciso: metà albergo e metà residence”. Il sindaco Vaccarezza: “Non consentiremo mai di sottrarlo all’uso turistico”.

Alla lettrice che ci contesta, abbiamo scritto pregandola di fornirci le informazioni ‘giuste’. Non si è più fatta viva. Del resto non c’è nulla di illecito vendere una proprietà. I Suetta (padre e madre) appartenevano al mondo dei contadini lonaesi, con proprietà nelle Vignasse. Agli eredi è rimasta un’ area agricola, a monte dell’Aurelia. Un vasto terreno incolto da anni, caratterizzato dalla presenza di palme-arbusti. I Suetta, era una famiglia onesta, laboriosa, stimata. Due figli, uno sacerdote, l’altro impiegato di banca prima a Loano, ora ad Albenga (Banco San Giorgio).

La seconda notizia contestata. Non è vero, hanno scritto, che il giardino dell’ex convento Sant’Agostino di Loano, unico polmone verde nelle vicinanze di Palazzo Doria (cuore della città vecchia), sia stato destinato a parcheggio dopo che l’intero complesso è passato, con convenzione, alla Curia diocesana e destinato alla Caritas. I navigatori invocano, non si capisce a quale titolo, le testimonianze del ‘popolo di Facebook’ di Loano,  ‘seri e rigorosi’; aggiungono che una ‘fandonia simile la può pubblicare solo un ‘blog spazzatura’. Sono liberi di giudicare, lasciamo ai lettori ogni giudizio.

 

Estate 2013, il parcheggio auto a pagamento nell’orto dell’ex convento dei Padri Agostiniani, unico polmone verde scampato al cemento nella città vecchia

Accettiamo, per così dire, il guanto di sfida e pubblichiamo le foto del giardino del convento riprese nel mese di agosto 2013. All’interno sono parcheggiate alcune le auto . Il cartello posto sul portone di accesso non lascia dubbi, due numeri di cellulare e la scritta ‘Posto auto’. C’è un aspetto curioso. Si dice che dalla convenzione ‘Curia- Agostiniani’ sia stato escluso il parco-orto, rimasto ai frati che hanno abbandonato Loano. Sta di fatto che da 3 anni c’è la corsa ad affittare il ‘posto auto‘, in zona centralissima, tutelata da 4- 5 vincoli, compreso quello idrogeologico poiché confina con il torrente Nimbalto.

Del secolare terreno restano le mura, alcuni alberi (di arancio). A Loano, come negli altri centri della Riviera, dopo la capillare urbanizzazione ed ‘ubriacatura’ di mono e bilocali ricavati sia nei centri storici, sia in molti alloggi vecchi e nuovi, creando un divario spaventoso tra disponibilità di spazi per il parcheggio (box e garage compresi) e parco auto che si moltiplica in estate e in occasione della maggiori festività e ponti; così è partita la corsa a far cassa con i parcometri. A Loano inizialmente gestiti da una cooperativa sociale (sic!), poi dal Comune. Un business esteso ai centri turistici e alle altre località maggiori dell’entroterra (Cairo, Carcare…ecc). In Provincia di Savona solo Andora non ha parcheggi a pagamento. Un salasso per i turisti, un po’ meno per i residenti laddove hanno sconti, tessere, abbonamenti. Ma alle prese con il ‘caro vita’, caro spiaggia’ (comunali escluse), caro auto, tra bolli, assicurazione, addizionali provinciali sui passaggi di proprietà ed immatricolazioni, il caro carburante (nell’intera provincia non abbiamo una ‘pompa bianca’). Moltissimi cittadini usano l’auto per lavoro e non per svago.

 

Il cartello sul portone di ingresso (dopo aver aperto un arco nelle vecchie mura) per chi cerca posti auto in centro città

Al Sant’Agostino hanno ‘spazzato via’  l’ultimo fazzoletto di verde della ‘vecchia Loano’, sfruttando la fame di posti auto e a prezzi di assoluta concorrenza. Si affitta solo a mese: 2 euro al giorno a giugno, luglio, settembre, 3 euro ad agosto. Ci sono due volontari, uno si occupa delle prenotazioni e degli incassi. L’altro delle ‘emergenze’. Don Tonino, amministratore della diocesi, attento, scrupoloso, preparato, è stato messo al corrente del mini-business? Della trasformazione nell’uso del terreno ? E’ d’accordo che la chiesa, con le sue opere di bene (per fortuna che c’è!) rinunci a dare il buon esempio nella cura e nella sopravvivenza di ‘madre natura’?

Un’altra contestazione più generica parla di un articolo (trucioli, come sopra) all’insegna delle bufale’, laddove citavamo i box di Borgio. Premesso che non conosciamo bene quella realtà, ci siamo limitati a leggere quanto aveva riportato Il Secolo XIX (ripreso, vedi, da Trucioli Savonesi che abbiamo lasciato da due anni per deontologia professionale, dando vita a trucioli.it) e firmato dalla scrupolosa giornalista Silvia Andreetto.

Eravamo stati sollecitati, da alcuni lettori, a verificare lo stato dei box realizzati sotto il campetto di calcio quando don Tonino era parroco. L’articolo del Secolo XIX riferiva dell’impresa, omettendo di fare il nome dei titolari, i fratelli Verus di Magliolo che da vecchi cronisti di giudiziaria avevamo seguito (anni ’80). Oggi è il gruppo edile più solido ed attivo nella zona compresa tra Finale ed Andora, in particolare in Val Maremola. I ‘benefattori’ o i ‘responsabili’, a seconda dei commenti, del robusto sviluppo urbanistico della stessa Magliolo, in parte di Tovo San Giacomo, già rapallizzata negli anni del sindaco geologo Eligio Accame, le cui società furono travolte da dissesti, sequestri, fallimenti, vendite all’asta. Lui ha sempre ribadito di essere rimasto vittima di ‘concorrenti’ che gli facevano la guerra per motivi abietti.

Tornando ai ‘caso box‘ di Borgio ci risultava che sono stati interessati da allagamenti – non sono un’eccezione – , con la necessità di essere prosciugati da idrovore. L’aspetto curioso è che si era scelto di scavare, con il consenso del Comune, in una zona che dai vecchi del paese è denominata A Punghea o Punghée (parola che non abbiamo trovato nei due dizionari dello scrittore Gianni Nari) e tradotta significa ‘zona paludosa’. Sta bene il campetto di calcio, lo sfruttamento edile potevano risparmiarcelo. O sbagliamo? La Santa Chiesa di Borgio aveva bisogno assoluto di quei 300 mila euro?

Sull’esplosione di garage interrati e box (altro che dissesto idrogeologico!) stendiamo un velo pietoso. Basti pensare che in tribunale nell’ultimo decennio ci sono state oltre 1200 cause  di contenzioso, nell’intera provincia, tra acquirenti e costruttori, in conseguenza di allagamenti , infiltrazioni d’acqua, frane, smottamenti.

Concludiamo con un auspicio alla luce di passate esperienze di ‘testimoni dei tempi’. Quando a Savona fece il suo ingresso monsignor Domenico Calcagno si fece gara in molti ambienti, organi di informazioni in prima linea, nelle lodi e nell’incenso. Un ‘pastore’ alla buona, cuoco e meccanico, produttore di ‘vino’, colto. Ci limitiamo a citare il 16 gennaio 2014. Il Secolo XIX, a firma di Silvia Campese, quotata collaboratrice. Titolo : ” Via il cardinale Calcagno, nascose i preti pedofili. Il Papa lo caccia dallo Ior, ma resta a Capo dell’Apsa. Per 5 anni fu vescovo di Savona e sotto di lui esplosero i casi dei sacerdoti pedofili e dei conti della diocesi”. E, aggiungiamo, di discusse operazioni immobiliari, box inclusi, su aree della Diocesi di Savona- Noli.

Trucioli Savonesi raccontò che il vescovo Calcagno, in estate, si era recato alle Navette, zona di Monesi, dove nella isolatissima ‘Casa dei Cacciatori’ che fu dimora del conte Federico Galleani, poi del figlio conte Ingo, infine di un suo figlio, Gigi che vive ad Alassio (terza generazione), il porporato di Savona vi trascorse alcuni giorni. Nell’occasione cresimò Simone Galleani, seguì un banchetto con l’agnello offerto e cucinato dal pastore Aldo Lo Manto (Albenga) nella transumanza alpina.Tra i presenti due amici loanesi del vescovo: Aldo Gasco, ex segretario provinciale Dc, papà di Roberta; è stata la più giovane (ventenne) consigliere regionale d’Italia, voluta nel ‘listino’ dal presidente rosso Claudio Burlando, nel suo primo governo ligure. Rieletta nel gruppo di Forza Italia; alla sua seconda maternità e sposa di Elio Mastella, figlio dell’assai più noto Clemente, già ministro della Giustizia. Il secondo loanese era Gian Riccardo Ferrari, fu consigliere comunale Dc, presidente del Porto quando era a gestione comunale, benemerito promotore ed autore di libri dell’antica cucina dei pescatori loanesi e liguri, antiche ricette, ricordi e personaggi del bel tempo andato,soprannome ‘u Cabàn’.

In quei giorni estivi avevamo telefonato all’allora segretaria di monsignor Calcagno. Alla richiesta se fosse vero che il vescovo si trovava alle Navette per un periodo di riposo, rispose diffidandoci da riportare ‘notizie false’, aggiungendo che i cronisti di Savona erano informati che il prelato era in ritiro spirituale, ma non era opportuno rivelare dove. Escludeva voci ‘infondate’, compresa quella della Cresima a Galleani : “Non è possibile, si trova fuori dalla nostra diocesi e dovrebbe essere autorizzato dal vescovo del territorio”. In quel caso pare fosse Ventimiglia e la ‘dispensa’  concessa.

Don Suetta ha senz’altro capacità e credenziali. I motivi di opportunità nella destinazione a Ventimiglia-Sanremo fanno ipotizzare il detto “Il tempo è galantuomo”.

Luciano Corrado

Vedi sotto le altre informazioni riprese da siti ufficiali

1)  LEGGI L’ULTIMO ARTICOLO DEL SECOLO XIX CRONACA DI IMPERIA

2) CHI HA COSTRUITO I PARCHEGGI DELLA PARROCCHIA DI BORGIO CON DON SUETTA

3 ) QUALE SONO LE ATTIVITA’  DE ‘IL CAMMINO’ 

Consorzio IL CAMMINO (comprende  Tracce, Il Solco, Libera e Jobel) svolge direttamente l’attività di supporto commerciale ed amministrativo alle cooperative socie. Inoltre, attraverso l’attività delle proprie cooperative consorziate, e sempre col medesimo obiettivo di promuovere l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, ha consolidato la propria esperienza nei seguenti settori:

  • Realizzazione, cura e manutenzione delle aree verdi; 
  • Potatura delle palme e alberate;
  • Pulizia e disinfezione;
  • Realizzazione, cura e manutenzione della segnaletica stradale orizzontale e verticale;
  • Realizzazione e manutenzione di impianti elettrici, idralulici ed elettronici in genere;
  • Realizzazione di impianti fotovoltaici e per il risparmio energetico in genere;
  • Installazione dispositivi anticaduta (linee vita);
  • Raccolta differenziata con il sistema del “porta a porta“;
  • Gestione delle aree adibite a parcheggio e spiaggie;
  • Servizi socio sanitari e sociali.

4)  La Storia  di Jobel

Jobel è una cooperativa sociale nata nel 2005 per realizzare servizi educativi. Il nome, di origine ebraica, indica il tempo di liberazione dell’uomo (tempo del Giubileo – parola derivante da Jobel) ed è stato scelto per indicare l’intenzione della cooperativa di essere un luogo libero e liberante per le persone che la vivono. Il nostro progetto educativo prende vita dalla tradizione del pensiero umanistico e vuole cogliere la sfida di rendere attuale e presente l’idea di formazione quale prender forma dell’animo umano. Jobel nasce come soggetto gestore delle comunità di accoglienza della Caritas di Albenga e Imperia e con il tempo sviluppa progetti propri.
La cooperativa sociale JOBEL aderisce a Confcooperative Liguria.

5) Il ruolo nel consorzio

Jobel è l’unica cooperativa sociale di tipo A del consorzio, pertanto all’interno del consorzio è la cooperativa che svolge servizi di tipo educativo, assistenziale e socio-sanitario.

A partire dai primi mesi del 2012 la cooperativa JOBEL ha assunto la natura di cooperativa sociale con oggetto sociale misto (sia tipo A sia di tipo B) dunque, accanto ai servizi sopra citati, la cooperativa può svolgere attività lavorative finalizzate all’inserimento di soggetti svantaggiati così come definiti dall’art. 4 della Legge 381/1991.

Curriculum

Dal 2005 ad oggi sono stati realizzati molti progetti nei seguenti ambiti di lavoro:

• Servizi di accoglienza: gestione delle comunità di accoglienza madre e bambino e dei centri di prima e seconda accoglienza della Caritas di Albenga e Imperia; gestione di una comunità educativa per minori.

• Servizi per la prima infanzia: gestione dell’asilo nido “Fate e folletti” di Leca d’Albenga.

• Progetti educativi per adolescenti: gestione del progetto Yepp di Albenga e di progetti sperimentali di educazione rivolti al mondo giovanile.

• Servizi di animazione: gestione di campi solari e centri estivi ( Bordighera, Alassio, Albenga).

• Gestione delle spiagge libere attrezzate presso il Comune di Alassio.

Dati statistici anno 2012

Si riportano in breve i dati dall’ultimo bilancio approvato anno 2012:

a) valore della produzione € 2.819.734
b) ricavi dell’attività tipica € 2.733.077
c) patrimonio netto € 243.896
d) utile d’esercizio € 148.970
e) media occupati n. 80



L.Corrado

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