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I legami tra Genova e Noli sono di lunga data: tra affinità segrete e fili misteriosi


I legami tra Genova e Noli sono di lunga data. É un rapporto storico
ormai studiato in tutti i dettagli, difficile dire qualcosa di nuovo al riguardo.

di Massimo Germano

Qualcuno ha persino ironizzato su questa storica alleanza, come quel burlone del Baretti che nella sua famosa lettera apocrifa, vedi Trucioli.it Anno XII, numero 36 del 18 Aprile 2024, esaminando nel Settecento le finanze della piccola Repubblica Nolese, dice ironicamente che ammontano alla ”enorme somma di centotrenta zecchini …. cinque de’ quali si mandano magnanima- mente ogni anno alla Repubblica di Genova”.
Non che tutto andasse sempre liscio, ci furono anche momenti di attrito. In particolare nel 1673 a Noli ci fu una congiura tesa a far cadere la Repubblica Nolese nelle mani dei Savoia, che si concluse tragicamente. Gli autori avevano espiato il delitto con la decapitazione, ma gli animi si divisero e ancora nel 1745 una parte della cittadinanza voleva negare ai discendenti dei colpevoli ogni possibilità di adire ai Consigli ed a qualsiasi carica pubblica.
La cosa è illustrata in un delizioso libretto del 1891 firmato da Elvidio Salvarezza e intitolato ”Curiosità storiche della Repubblica di Noli”. E’ dedicato al fratello Cesare Salvarezzain occasione del suo matrimonio con l’esimia signorina Angela Boccalandro”. Le famiglie Boccalandro e Salvarezza ebbero
una parte di grande importanza nella vita Nolese e nella prefazione l’Autore riassume i documenti raccolti, li illustra brevemente e infine dice: ”Ma oltre a tutto ciò, v’ha un’altra speciale ragione che mi mosse a scegliere questi documenti per presentarteli stampati nella presente fausta occasione; ed è quella che, mentre essi ti saranno graditi perché mettono in luce alcune cose tuttora ignorate della Repubblica di Noli, patria di entrambe le famiglie che unisci colle tue nozze, in pari tempo riguardano taluni fatti storici nei quali
del pari ambedue le famiglie ebbero qualche parte”.
Oggi tutte queste lotte di parte sono svanite e si sono dissolte in una
globalizzazione di interessi che lentamente sta unificando l’umanità nel bene comune, così almeno si spera. I tempi sono cambiati, tante rivalità si sono appianate e tra Spotorno, Noli, Savona, Genova e Finale corrono rapporti di grande solidarietà ed amicizia.

Ci sono tuttavia ancora oggi affinità segrete, fili misteriosi che legano tra loro intimamente le due storiche repubbliche marinare, la superba Genova e la discreta, silenziosa Noli. Dalla Riviera di Ponente non è facile vedere Genova, ma da Noli è l’orizzonte quotidiano.
Ricordo da bambino nelle giornate di vento, quando tutto si svela alla vista, quella massa bianca sulla costa: ”Quella è Genova!” diceva mio nonno, ed io sognavo le navi, i mondi lontani, il futuro. Chi l’aveva coraggiosamente difesa, nel 1940, a capo dell’equipaggio della Calatafimi, era il Comandante Giuseppe Brignole, di Noli, che oggi lo onora con la dedica di un tratto del Lungomare e con una lapide murata sulla sua casa natale. Di notte c’erano le stelle e la luna, ma poi sempre in quella direzione magica c’era sull’orizzonte quella luce che ad intervalli regolari pulsava sul mare: ”E’ la Lanterna!”. Ne ero soggiogato, potevo ben capire, più che dai libri di storia, come la piccola Noli ne avesse subito per secoli l’influsso.
Mi presi una piccola rivincita da grande. Mi occupo di Meccanica dei Fluidi, materia coltivata con eccellenza all’Università di Genova, dove gli interessi spaziano dall’Ingegneria Navale all’Idraulica, e dove anche l’Aerodinamica ha la sua parte. I moti dell’aria e dell’acqua sono del massimo interesse per industrie come l’Ansaldo e la Piaggio, in una regione che convive da sempre in una simbiosi unica di terra e mare.

Anni fa partecipai lì ad una commissione d’esami, ne ero il presidente, un concorso difficile, molti i candidati, tutti preparatissimi, diversi i pareri, basati tutti su considerazioni varie di merito e di opportunità. Tutto si concluse felicemente, era d’estate, faceva un caldo infernale, e rilassati parlavamo del più e del meno, un momento di pausa per conoscersi meglio. L’argomento erano le vacanze, chi andava di qua, chi andava di là. Quando fu il mio turno dissi che io andavo in vacanza a Noli, come sempre, avevo le bambine piccole, avevo la casa lì. Ricordo quell’attimo di silenzio, i miei colleghi Genovesi che mi guardavano con un interesse nuovo, neppure avessi detto che andavo in vacanza ad Acapulco.

Massimo Germano


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M. Germano

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