Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il Secolo XIX passa in ‘buone mani’


L’impero di Gianluigi Aponte continua a crescere. Ufficiale la notizia dell’accordo per la cessione del Secolo XIX, che passa da Gedi (gruppo Elkann-Agnelli) a Msc.

A marzo l’annuncio dell’intesa preliminare. Il quotidiano genovese diventerà di proprietà del colosso svizzero di Gianluigi Aponte. La notizia in un comunicato congiunto tra le due società.

“Il gruppo Gedi e il Gruppo Msc – scrivono le due società in un comunicato riportato dai Rainews– comunicano di aver firmato il contratto preliminare di cessione de Il Secolo XIX a Blue Media, società interamente controllata dal gruppo Msc. La cessione comprende anche le testate collegate Il Secolo XIX del Lunedì, The MediTelegraph, L’Avvisatore Marittimo, Giornale del Ponente Ligure, l’Automazione Navale e Tecnologie per il Mare & Trasporti nonché le attività digitali e di raccolta pubblicitaria relative a Il Secolo XIX. Il perfezionamento della cessione del ramo editoriale e digitale è previsto possa avvenire entro il mese di settembre 2024, mentre il perfezionamento della cessione del ramo pubblicitario è atteso entro il 2025. Tali cessioni sono subordinate all’espletamento delle usuali procedure sindacali nonché alla stipulazione del conseguente atto notarile definitivo e, con riferimento al ramo editoriale, anche all’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari”.

L’Associazione Ligure dei Giornalisti, dopo avere preso atto della sottoscrizione di un contratto preliminare per la cessione del Secolo XIX da Gedi a una società interamente controllata da Msc, si impegna a essere al fianco dei colleghi del Decimonono in questa delicata fase e vigilerà affinché siano garantiti i diritti dei lavoratori e l’occupazione di giornalisti contrattualizzati e collaboratori.

“I giornalisti del Secolo XIX, dopo anni di ammortizzatori sociali e tagli al costo del lavoro come unica risposta alla crisi del mercato – si legge nel comunicato del Cdr del Secolo XIX – si augurano che questa operazione si traduca in un effettivo rilancio di una testata che è la voce di Genova e della Liguria dal 1886 e che negli ultimi anni ha già affrontato un pesantissimo piano di risanamento dei conti con sacrifici da parte di giornalisti e poligrafici”.

COMMENTO – Da tempo la gloriosa testata era in stato di crisi di copie e di identità. ‘Cane da compagnia’ o ‘cane da guardia’ del potere? Per decenni un quotidiano libero da condizionamenti della politica e dei potentati economici. E’ quanto sta praticando la nuova direzione Aloia nelle pagine nazionali. Quella di Savona e provincia, una delle bandiere, dopo l’unificazione della redazione (La Stampa-Il Secolo XIX), non era mai scesa così in basso. E non per demerito di corrispondenti, collaboratori, redattori. Non si dica che la colpa del crollo sia da attribuire unicamente all’informazione online, peraltro con rarissimi approfondimenti e molto sensibile alla ‘politica pubblicitaria’ con i suoi proventi, pur legittimi. L’uso sconsiderato di ‘copia e in colla’ tra veline e comunicati stampa. Compresi quelli istituzionali e delle forze dell’ordine.

Difficile dimenticare, con la direzione di Piero Ottone, il potenziamento, quantitativo e qualitativo, delle edizioni provinciali, la loro importanza nel primato di primo e più letto quotidiano della Liguria. A ponente come a levante. Con la sua autorevolezza. Pensiamo alle prime inchieste giornalistiche sulla ‘rapallizzazione’ e ‘cemento selvaggio’, da ‘mani sulle città’ che hanno creato un orribile scempio ambientale lungo la fascia costiera; snaturato il turismo di qualità, favorendo un turismo di massa e seconde case vuote gran parte dell’anno in una striscia monti-mare. Oltre 600 le agenzie immobiliari ufficiali nella sola provincia di Savona, il triplo degli alberghi tradizionali rimasti. Reso drammatico il ‘problema casa’ per residenti meno abbienti. In costante discesa il numero di abitanti a favore dei paesi del primo entroterra dove affitti e prezzi del mattone sono più accessibili, in particolare per giovani coppie.

Città rivierasche ingolfate dai carichi abitativi fuori da ogni razionale standard urbanistico, spesso con piani regolatori scaduti da oltre 20 anni e ora la ‘legge Salvini’ all’insegna di condoni, sanatorie, aumenti di volumi e vani abitabili. Pensiamo alle mansarde, già inflazionate, la cui abitabilità legale scende a 2,50 m., ai monolocali da 28 a 20 mq. Oggi in Riviera si affittano bilocali con 6-8 posti letto a settimana, persino week end.

Senza ignorare le gravissime carenze infrastrutturali (autostrade, Aurelia, parcheggi, ferrovia, risorse idriche, impianti di smaltimento rifiuti urbani con l’intero ponente ligure che dispone del sito di Vado Ligure, carenza di verde pubblico nelle aree più urbanizzate). La continua depauperazione dell’industria alberghiera, a cui sta seguendo quella dell’agricoltura (vedi Albenga e Ceriale con la più estesa pianura della Liguria). Il collasso di molte aree montane. L’80 per cento del patrimonio immobiliare disabitato, scomparsa della produzione silvo-pastorale, ormai limitata, dove la natura lo permette, a piccoli vigneti e oliveti. La fuga oltre regione di giovani laureati e diplomati. Evitiamo di dilungarci sulla sanità pubblica e liste d’attesa, esplosione di ambulatori privati, appartenenti a singoli imprenditori e soprattutto a gruppi finanziari con vasti interessi nel settore. A discapito delle fasce più deboli della società e di chi non evade il fisco.

Luciano Corrado

DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI UN ARTICOLO DE ‘IL MONDO’

LE TESTE GUADAGNANO….DATI RELATIVI AL 1982 IN MILIONI DI LIRE


L.Corrado

L.Corrado

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