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Pietra Ligure, S. Antonio Abate festa secolare. La nomina del ‘Capitano’: Milena e Gianni Quaranta. La Confraternita risale al 1453: Archivio vescovile


Nel pomeriggio della domenica, dopo la festa liturgica di S. Antonio Abate (17 gennaio), è tradizione che si svolgano nella Basilica di S. Nicolò a Pietra Ligure due celebrazioni. La prima,  che precede la messa vespertina delle ore 18 e si tiene sul sacrato della Chiesa,  è la “Benedizione degli animali”.

di Gianni Cenere

Antonio Abate è il protettore di tutti gli animali e la devozione a questo Santo è viva da secoli in Pietra e lo comprova la presenza di un antico bassorilievo in pietra nera, oggi murato nella parete a levante della vecchia chiesa parrocchiale,  un tempo presente su un muro esterno della chiesa stessa e che, purtroppo, era stato oggetto di vandalismi durante la rivoluzione francese.

Come scritto sul sito della parrocchia,  (www.parrocchiasannicolo.eu) una domanda è d’obbligo:

PERCHE’ SI BENEDICONO GLI ANIMALI?

L’usanza di benedire gli animali in occasione della festa di S. Antonio ha origine contadine ed era molto radicata nella comunità quando quasi tutte le famiglie ne possedevano alcuni. Sebbene la società attuale si sia modificata l’usanza rimane; è però necessario fare alcune considerazioni per comprendere il senso  di questo rito alla luce della fede.

Potremmo classificare le benedizioni distinguendole in benedizioni sulle persone (clero, sposi, penitenti, catecumeni, malati), sulle cose destinate al culto (dalle chiese agli altari, dalle suppellettili per la celebrazione eucaristica all’acqua, dall’olio al sale) e su quegli elementi necessari per la vita dell’uomo (animali, case, attrezzi di lavoro, semine, primizie).

Alcune benedizioni sono dette “costitutive” cioè conferiscono alla persona o all’oggetto un carattere sacro, togliendole dall’uso comune o profano. Pensiamo alla benedizione di un calice per la celebrazione eucaristica, di un edificio destinato al culto.

Altre sono dette “invocative”: non ne cambiano l’uso ma chiedono un particolare sguardo da Dio verso quel bene spirituale o materiale, come il cibo prima di essere mangiato.

L’efficacia spirituale delle benedizioni dipende dalla

Realizzato da Gianni Cenere

disposizione di chi la riceve e come dice nelle premesse il libro “Benedizionale”, ha sempre di mira l’uomo anche quando si benedicono gli animali, le cose e i luoghi che si riferiscono all’attività umana.

L’uomo infatti, per il quale Dio ha voluto e ha fatto tutto ciò che vi è di buono, “è il depositario della sua sapienza e con i riti di benedizione attesta di servirsi del creato, in modo che il suo uso lo porti a cercare e ad amare Dio.

La benedizione degli animali, che la tradizione popolare aveva collegato con la festa liturgica del monaco Antonio, era sorta proprio in sintonia con questa prospettiva di fede. Bisogna dire che ancora oggi nelle campagne la tradizione antica è rimasta viva; la fede contadina continua a rivolgersi a Dio perché benedica e protegga quegli animali per mezzo dei quali l’uomo si procura il sostentamento necessario, nella fatica di ogni giorno.

Nella nostra società cittadina e moderna sono profondamente mutati i parametri e i rapporti. Però resta sempre un sottofondo di fede nel desiderio di portare a benedire gli animali cosiddetti di compagnia. Infatti secondo il progetto di Dio, l’uomo è stato collocato nel mondo perché ne sia il custode e quasi il suo luogotenente: «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gn 2,15). In questo compito l’uomo si trova accanto compagni di strada che condividono con lui l’alito di vita, come lui sono esseri viventi, ai quali ha imposto un nome, a cui deve voler bene e che deve rispettare.

È sull’uomo  che chiediamo scenda la benedizione di Dio, sull’essere umano creato a immagine di Dio, creato maschio e femmina. Questa basilare gerarchia di valori non dovrebbe mai essere dimenticata.

Un altro evento che si celebra la domenica successiva alla festa di S. Antonio è  la Nomina del Capitano di S. Antonio e passaggio della Bandiera della Compagnia.

Dopo la Messa delle ore 18  e dopo un anno di sospensione, causa pandemia, la nostra città riprende questa tradizionale celebrazione  con la nomina del nuovo capitano e  con il passaggio della bandiera dai “vecchi capitani”  Lisa e Gianni Cenere, che ricevettero la bandiera nel 2020, ai “nuovi capitani” per l’anno in corso MILENA e GIANNI QUARANTA.

Per comprendere questo evento è necessario rammentare brevemente un po’ di storia e di tradizioni. Nei secoli scorsi a Pietra Ligure esistevano aggregazioni che avevano un ruolo di particolare rilievo nel­la vita civile e religiosa: le “Confraternite” e leCompagnie”.

LeCompagnie” diversamente dalle Confraternite che, avendo la gestione di un proprio Oratorio godevano di una maggiore autonomia nei confronti della gerarchia ecclesiastica, erano erette “sopra un Altare” all’interno delle Chiese parrocchiali o annesse ai Conventi serviti dal clero regolare.

Le varie Compagnie, a seconda dello scopo, si dividevano in Compagnie d’abito o di mestiere.

Le Compagnie d’abito o di culto accoglievano chiunque desiderasse iscri­versi, gestivano un Altare e, come le Confraternite, avevano una propria divisa che gli affiliati indossavano durante le funzioni e le uscite processio­nali, tra queste ricordiamo la Compagnia del SS. Sacramento e quella dell’Angelo custode.

Le Compagnie di mestiere accoglievano persone che svolge­vano una determinata professione ed essendo compagnie corporative, assicuravano agli iscritti assistenza e aiuto in caso di bisogno, nonché il seppellimento all’interno del proprio sepolcro, al con­trario delle persone comuni che venivano seppellite nei sepolcreti della Comunità o nel cimitero di S. Caterina.

La Compagnia di S. Antonio Abate o dei “Capitani di mare” è la più anti­ca delle Congregazioni di mestiere sorte alla Pietra. Dall’archivio Vescovile di Albenga risul­ta che esisteva già nel 1453  e agli iscritti venivano concessi numerosi privilegi. Essa disponeva, all’interno dell’antica Parrocchiale, della grande Cappella a destra dell’Altare maggiore e, davanti ad essa esistevano ben due sepolture per i confratelli. Nella visita Pastorale del 1613 viene descritto l’altare con una ancòna su cui erano dipinti i SS. Antonio Abate e Paolo eremita. Il quadro di Domenico Piola (1627 – 1703)  attualmente  si trova in Basilica nella  cappella detta appunto di S. Antonio, a fianco dell’altar maggiore.

A questa Compagnia, senza distinzione d’abito, aderivano i Capitani di mare e gli Ufficiali dei bastimenti pietresi. “Sopra l’Altare di S. Antonio Abate è fondata una Compagnia di huomini, quali si congregano ogni prima Domenica del mese dopo pranzo in detta Parrocchiale nella Cappella dedicata a detto Santo, ove si tratta di correg­gere li fratelli e di pregare per le anime dei defunti, massime dei fratelli di detta Compagnia, quale suole il Lunedì di ogni prima Domenica di tutti li mesi far celebrare dal Rev.do Sig. Rettore et hora dal Preposito, Messa per le anime dei defunti di detta Compagnia, con darle la dovuta elemosina. Più fa celebrare per ogni fratello dopo la morte n. 3 Messe in detto Altare, tra quali una cantata, et a spese di detta Compagnia. Resta detta Compagnia assai antica come da libro de Capitali di essa che dal 1453 à 7 giugno era già istituita, ove si leggono molti privilegi ad essa concessi dal Comune di Genova.” (dal manoscritto Sacro e Vago Giardinello – archivio vescovile di Albenga -1624) 

Negli ultimi decenni vengono chiamate a far parte della Compagnia e insignite del titolo onorifico di “Capitano”  persone che in qualche modo hanno dato e si propongono di continuare  a dare il loro contributo alla Parrocchia. In un manoscritto conservato nell’archivio Parrocchiale è riportato l’elenco di tutti i capitani della compagnia dal 1787.

Nel 1965 il labaro della compagnia, ormai logoro, venne fatto riparare e incorniciare ed ora è conservato in sacrestia e fu sostituito da uno nuovo, in seta pura con dipinta la figura del santo. E’ “la Bandiera” che ogni anno viene  consegnata al nuovo capitano in occasione della sua nomina annuale. Sul sito della parrocchia è pubblicato un libretto illustrativo dell’evento. (Vedi il regolamento sociale libretto-capitani-2022)

Gianni Cenere


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