Spett. redazione di trucioli.it- Ho appena terminato di leggere l’interessante articolo della prof. Franchini Guelfo sul mondo delle confraternite liguri. Vista l’attenzione verso questo aspetto culturale di questo blog, segnalo, se d’interesse, che il primo agosto 2021 verrà inaugurata la restaurata facciata dell’oratorio di Santa Caterina di Ceriana, località caratterizzata da una forte presenza delle confraternite ben quattro ancora attive. L’ edificio è settecentesco e il progettista è l’arch. Marvaldi, figlio dell’autore della celeberrima chiesa dei coralli di Cervo. L’intervento è stato in parte finanziato dalla Compagnia San Paolo di Torino e il recupero da me curato. Arch. Leonardo Mastrippolito
La più antica Confraternita è quella dell’Oratorio dei Rossi di Santa Caterina, fondata nell’anno 1340, mentre al 1450 risale la nascita delle Confraternite dei Verdi con Oratorio in Santa Marta e quella degli Azzurri della Madonna con Oratorio nella chiesa della Visitazione.
Giunti nell’’antica Piazza S. Spirito, la facciata policroma si presenta a due ordini di paraste, con ali arretrate, con stuccature in particolare sulla grande finestra polilobata e sulla nicchia sopra la porta. Attraverso un lineare portale marmoreo si accede all’interno, improntato su elementi barocchi, neoclassici e stile impero. Subito si notano le ben equilibrate proporzioni dell’aula rettangolare: ha angoli smussati e un ampio presbiterio dalla copertura a botte con catino absidale.
Il visitatore è colpito dall’imponenza del monumentale altare marmoreo (1773) del Mazzetti, che contiene il Tabernacolo, angeli in volo, lo Sposalizio mistico di S. Caterina e il trittico di S. Caterina, tra S. Marta e S. Maria Maddalena (Antonio Lupi 1976). Il trittico originale, di Francesco Brea è conservato nella Parrocchiale. Un nuovo altare centrale è stato realizzato nel 2006, utilizzando la vecchia campana, sulla quale è posta una lastra di cristallo. A fianco si può ammirare la Tela di Santa Apollonia di Antonio Lupi (2002). Gli scranni intarsiati in legno di castagno dei Priori e dei Confratelli, sono sormontati da stucchi, talvolta dorati da B. Bonavia (1861), da statue di Vincenzo Adami (1795), e dalle tele di Antonio Lupi (1988) raffiguranti il Martirio di Santa Caterina e Sposalizio Mistico). L’ovale di San Napoleone di Maurizio Carrega (1806) è da considerarsi una singolarità nel panorama dell’iconografia devozionale. Sulla grande vela che copre la navata spicca l’affresco della Gloria di Santa Caterina del 1744 di Giacomo Raimondo, detto il Francia.
Rcentemente restaurata da M.Teresa Donetti (2002): la statua lignea policroma della Santa Patrona incoronata è posata sulla “nuvola”, con gli angioletti che ostentano i suoi attributi, la palma, il libro, la ruota e la spada. La vetusta e suggestiva “Croce dei Flagelli”, recante i simboli della Passione di Cristo è stata posta sulla parete sopra la cantoria.
Quella nuova, realizzata da Giovanni Ferrari nel 1985, apre la lunga processione laicale del Venerdì Santo ed è posizionata a destra del portone. La sacrestia, costruita nel decennio successivo alla costruzione della chiesa, è ampia e funzionale. Il campanile in pietra a vista, testimonianza di arte contadina, iniziato nei primi anni del ‘900 da scalpellini di Ceriana è stato portato a termine dall’impresa Martini Gio Batta Pantumina. L’archivio, riordinato negli anni ’70, risulta essere il più completo per ricchezza di documentazione ed è corredato da notizie riguardanti lasciti e famiglie legate alla Confraternita. Il Registro degli iscritti, datato 1796, è tuttora aggiornato dal Segretario e contiene non solo gli iscritti ma anche i battezzati nell’oratorio. Altri importanti documenti storici sono i Libri delle deliberazioni, i lezionari, i libri dei conti (a partire dal 1532 senza interruzione cronologica).
Da rimarcare le ricevute per la realizzazione del trittico di Francesco Brea dal 1544 al 1548 e la Bolla di S.S. Papa Alessandro VII. L’elezione del Vicepriore (Sottopriore) è effettuata la sera del Mercoledì Santo, nell’ambito delle prove dei Canti Penitenziali. Su proposta del Presidente, il nominativo del Vicepriore candidato è sottoposto al voto degli aventi diritto (confratelli cantori che abbiano compiuto i 16 anni). Il Maestro dei Novizi consegna ad ogni votante un fagiolo bianco (voto favorevole) ed uno nero (voto contrario).
Ogni votante pone nel calice cavo di legno il fagiolo prescelto: è il decano della Confraternita a procedere alla conta dei fagioli e a comunicare l’esito al Presidente, il quale proclama il nuovo Vicepriore che, incappucciato e privo di tabarrino, porterà la Croce dei Flagelli nella funzione serale del Giovedì Santo.
Il nome Catterina (in latino Catherina- reinterpretata dai cerianaschi con una doppia t al posto del th) ricorre ancora oggi nelle famiglie più radicate nel tessuto della Confraternita. Il 25 novembre si celebra la Festa della Santa Patrona, preannunciata dal triduo di preghiera: il 22 novembre le Consorelle responsabili dell’Oratorio accendono la lampada votiva, accanto alla porta della Sacrestia, che rimane accesa per tutto il periodo dei festeggiamenti. La mattina del 25 la S. Messa Solenne è seguita dalla Processione, per concludersi con il concerto della Banda Musicale.
LE 4 CONFRATERNITE –
Neri, Verdi, Rossi ed Azzurri: il colore dell’abito e delle mantelline identificano a Ceriana l’appartenenza a una delle antichissime confraternite. Ogni confraternita ha il compito di presenziare con stendardo, torce e croci alle principali solennità dell’anno liturgico. Il ruolo delle confraternite non si limita però esclusivamente alla partecipazione ad eventi religiosi. A Ceriana gli Oratori rappresentano anche un punto di riferimento essenziale per l’organizzazione di feste profane e sagre gastronomiche. Il ruolo delle confraternite è puramente “laico” e limitato al culto, in quanto gli antichi adempimenti sociali e assistenziali sono attualmente svolti dalle istituzioni.Storia e organizzazione. È molto probabile che le confraternite di Ceriana siano nate in stretta connessione con il movimento dei sodalizi provenzali e che abbiano assunto una loro autonoma fisionomia tra il ‘300 e il ‘400, all’epoca del grande sviluppo urbanistico ed economico del paese.
Secondo gli archivi, la più antica tra le quattro confraternite è quella dell’Oratorio dei Rossi di Santa Caterina. La confraternita fu fondata ufficialmente nell’anno 1340. La costituzione delle confraternite dei Verdi di Santa Marta e degli Azzurri della Madonna della Visitazione è invece di poco successiva e risale all’incirca al 1450. Differente è la storia della confraternita della Misericordia, i Neri, che sono di fondazione più recente: non prendono parte ad alcune delle cerimonie più solenni del paese (la Madonna della Villa, per esempio), non partecipano alle feste degli altri Oratori e non posseggono la tradizione dell’iscrizione dei novizi.
Tutti i confratelli hanno un abito bianco con il cordone ed indossano una mantellina del colore corrispondente all’Oratorio di appartenenza. I componenti della confraternita della Misericordia sono invece vestiti completamente di nero.
Ogni confraternita possiede un consiglio di amministrazione e un presidente cui sono affidate la gestione economica e la manutenzione dell’Oratorio. Nelle occasioni religiose più solenni, l’Oratorio è rappresentato dai Priori che si distinguono per il maggiore pregio della mantellina che è decorata con eleganti fili dorati. La confraternita ha il compito di presenziare con stendardo, torce e croci alle principali solennità dell’anno liturgico: la Settimana Santa, il Corpus Domini, la festa patronale dei Santi Pietro e Paolo, la natività di Maria e la Commemorazione dei Defunti. Ciascun Oratorio festeggia poi il proprio patrono con grande magnificenza, allestendo una solenne processione lungo le vie del paese, durante la quale è trasportata la cassa statuale con il Santo.
La Madonna della Visitazione è celebrata il 2 luglio, Santa Marta il 29 luglio, la Misericordia ovvero la Madonna Addolorata è ricordata nella terza domenica di Settembre, mentre Santa Caterina d’Alessandria è festeggiata il 25 novembre.
Folklore- Strutturate secondo lo spirito delle società di mutuo soccorso, le confraternite impegnano i componenti alla solidarietà e al sostegno reciproco, all’umiltà e al rispetto dei valori cristiani. Il ruolo delle confraternite non si limita però esclusivamente alla partecipazione ad eventi religiosi. A Ceriana gli Oratori rappresentano anche un punto di riferimento essenziale per l’organizzazione di feste profane come la Sagra della Salsiccia. Sono allestiti stand e punti di degustazione dove si manifestano anche la fantasia e l’originalità degli addetti delle quattro confraternite: in questi appuntamenti le confraternite si impegnano al massimo per proporre ai turisti la migliore versione delle più classiche ricette della gastronomia cerianasca.
Progetto di restauro conservativo della facciata della Chiesa Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria e dell’apparato decorativo interno, Sede della Confraternita dei Rossi
“ Borgo sul fiume Arma, ove si regge giustizia nel civile, e risiede il podestà dell’ordine civile, che annualmente vi manda la repubblica e che ove entra pena di corpo affittiva e soggetta la capitano del porto Maurizio. Del 1297, dall’arcivescovo Giacomo fu venduta ad Oberto Doria e Grigio Mari, produce vino, oglio, assai castagne; ha quantità di boschi e bestiame. “ Queste poche righe tratte da un testo settecentesco descrivono con efficacia Ceriana, storico insediamento situato a monte di Sanremo.
La caratteristica di antico paese incuneato nella verde valle Armea, lontano da strade di grande comunicazione, ha preservato intatta l’immagine e l’aspetto di questo luogo. Il borgo è giunto così a noi nel suo ancestrale aspetto medievale conservando parimenti le antiche tradizioni tramandate nei secoli di generazione in generazione.
Tra questi usi, ancora attuali e partecipati con calore dalla popolazione, spiccano per originalità i riti della Settimana Santa accompagnati dal suono dei corni ricavati dalla corteccia dei polloni di castagno e da canti tratti da antiche trascrizioni che esortano alla penitenza; entrambe manifestazioni di tradizioni popolari che affondano le radici in un’unica matrice e che da fatto puramente emozionale si trasformano a fatto istituzionale organizzato: quella delle Confraternite.
Nella regione Liguria le manifestazioni della settimana Santa più importanti e degne di nota si svolgono nei due capoluoghi Savona e Genova, mentre tra i centri minori si segnala, per la grande partecipazione corale dell’intero paese la città di Ceriana.
Questo evento sociale- religioso –culturale, ben radicato ancora ai giorni nostri nel tessuto sociale di Ceriana assume, se debitamente valorizzato, un notevole interesse turistico e culturale per il fascino ed originalità dei riti esercitati, dove le caratteristiche viuzze del paese diventano lo spettacolare scenario nelle quali si esplica un fortissimo sentimento religioso al quale assiste commossa una moltitudine di gente.
Ceriana è infatti il paese ligure per antonomasia delle Confraternite, tradizione ben rappresentata se si pensa che nel paese – su una popolazione di circa 1.200 abitanti – risultano attive ben quattro confraternite la cui più antica – quella dei rossi di Santa Caterina d’Alessandria, risale al XIV° secolo. Le Confraternite sono quindi una parte indissolubile della storia di Ceriana e ne hanno condizionato nei secoli la storia per quanto riguarda l’aspetto sociale con opere di assistenza e carità, promuovendo e stimolando nel contempo le arti con la costruzione di edifici sacri: gli oratori.
Il paese gode infatti di un cospicuo patrimonio artistico-culturale rappresentato da ben quattro chiese oratorio ognuno di proprietà della rispettiva Confraternita, dalla Confraria del Santo Spirito (non più attiva), oltre alla chiesa Parrocchiale, al santuario della Madonna della Villa, e alla chiesa e antica pieve romanica di Santo Spirito.
Questa straordinaria ricchezza di sacri edifici in gran parte di proprietà laica, è stata realizzata su commissione dei priori laici degli Oratori a valenti capi d’opera, mastri da muro e picca pietre, abbelliti da importanti stuccatori locali come quelli provenienti dalla vicina valle del Maro presso Imperia o di provenienza ticinese e decorati da qualificati pittori o scultori.
L’edificio di Santa Caterina d’Alessandria di proprietà della Confraternita dei rossi, si trova in un luogo di alta suggestione, situato in posizione defilata rispetto al concentrico in una zona verde, ai piedi del paese di Ceriana, nei pressi della confluenza tra il rio Armea e un rio minore suo affluente. E’ questo un antico insediamento monumentale dove sorgono importanti storici edifici religiosi quali l’antica basilica, antica pieve di origine romanica di Santo Spirito già dei santi Pietro e Paolo e l’edificio che ospitò la Confraria laica del Santo Spirito.
Cenni storici e cronologia degli interventi edili – La chiesa di Santa Caterina, sede della Confraternita dei rossi ha origine nel XIV° secolo ma è stata riedificata, completamente rimodellata e presumibilmente ampliata nelle attuali forme – mantenendo il classico l’orientamento longitudinale ad est – in stile tardo barocco tra il 1735 ed il 1737 dall’arch. Giovanni Filippo Marvaldi.
L’interno ad unica aula, presenta l’altare maggiore in marmo policromo pregevole opera di P. Mazzetti, G. Manni e M. Groppi.
Sull’altare era posto il prezioso trittico di Santa Caterina tra i santi Apollonia e Maria Maddalena, capolavoro di Francesco Brea, nipote di Ludovico Brea che collaborò con il Foppa nella esecuzione della famosa pala della Cattedrale di Savona ora conservata dalla confraternita di quella città. L’importante opera attualmente è stata collocata presso la chiesa parrocchiale di Ceriana al fine di preservarla ed evitare il ripetersi di furti che hanno pesantemente depauperato di preziosi oggetti artistici l’oratorio.
Di particolare pregio gli affreschi settecenteschi presenti sulla volta a botte opera di Giacomo Raimondi, detto il Francia. Tra gli oggetti mobili notevole la cassa processionale che rappresenta la Santa e quattro angioletti, scolpita nel 1867 da Filippo Ghersi di Sanremo.
L’edificio è completato dalla sacrestia, volume edilizio non coevo con l’Oratorio ma posteriore, analogamente al campanile, che risulta anch’esso realizzato agli inizi del ‘900 da maestranze locali. Detto elemento strutturale in pietra locale, dalle forme tozze è situato, come la sacrestia, sul fianco sinistro della chiesa.
La sua realizzazione risulta essere tuttavia un prezioso e commovente testimone della devozione e passione dei Cerianesi a favore della Confraternita dei Rossi, aggiungendo al complesso monumentale del luogo un’ulteriore nota di schietta ed autentica devozione popolare raramente riscontrabile in altri contesti.
La decorazione plastica dell’interno è rappresentata da un complesso apparato parietale in stucco opera degli stuccatori Vincenzo Adami, autore anche di diverse statue in stucco e di Pietro Lucchesi, quest’ultimo socio di Adami il quale risulta attivo anche nella decorazione della nuova parrocchiale di Ceriana.
Dall’anno della sua edificazione fino al 1792 la chiesa ha mantenuto il suo aspetto originale.
Facciata esterna – situazione attuale e di progetto- Il progetto della chiesa è attribuito come già detto all’arch. Giovanni Filippo Marvaldi originario di Candeasco val Maro Imperia, figlio del più celebre Giovanni Battista, autore di numerose chiese del ponente ligure. Candeasco è un centro di grande importanza, in quanto ha dato i natali ad una dinastia di architetti e stuccatori, da Giovanni Battista, a Giacomo Filippo, a Francesco Maria, ad Antonio Filippo, protagonisti della vita architettonica del Ponente ligure dal XVII a tutto il XVIII secolo.
Giovanni Filippo subentrò al più celebre padre scomparso nel 1706, nella realizzazione della scenografica chiesa dei coralli di San Pietro a Cervo, la cui costruzione risulta terminata nel 1722. I tempi prossimi d’esecuzione dei due edifici religiosi di Cervo e di Ceriana per mano dello stesso architetto sono percepibili e avvertibili per le analogie stilistiche riscontrabili nelle facciate delle due chiese citate:La facciata dell’oratorio di Ceriana, rispetto alla chiesa di Cervo, risulta tuttavia semplificata e meno evidente è l’elaborazione della decorazione in stucco interna ed esterna, così come è meno articolato il disegno architettonico complessivo.
La presenza di un architetto di prestigio qual è l’architetto Marvaldi, testimonia la capacità economica della Confraternita e la volontà del priore in carica allora, di realizzare un edificio di grande interesse e prestigio artistico ed architettonico, finanziato autonomamente attingendo dal patrimonio della Confraternita stessa, in grado di rivaleggiare con gli altri oratori e la stessa parrocchiale. Il prospetto si sviluppa dunque con lesene binate che si dipartono dagli spigoli dell’edificio e i lati del portone. Queste attraversano verticalmente l’intera facciata conferendole un’immagine di notevole altezza, immagine accentuata anche dalla diversa altezza delle lesene del registro superiore e quello inferiore; lo stesso motivo è replicato nelle ali arretrate, gesto architettonico che accentua spazialmente il movimento barocco del volume della chiesa. Il prospetto è attraversato orizzontalmente da un ampio cornicione sagomato e sporgente che lo ripartisce in due registri orizzontali sovrapposti sui quali sono presenti le lesene. Quello superiore ha un coronamento superiore curvilineo che digrada e segue le ali arretrate.
Nella specchiatura centrale sottostante il frontone è presente un finestrone curvilineo sagomato con stucchi mt. 3,00 x mt. 1,50, sormontato da un delizioso decoro in stucco rappresentante la colomba dello Spirito Santo. Nel registro inferiore è presente il portone ligneo d’ingresso a due ante con stipiti e architrave di pietra locale mentre sulla specchiatura superiore ad esso, è presente in una nicchia decorata con stucchi su cui era posta la statua di Santa Caterina attualmente scomparsa.
La facciata orientata ad est, presenta visibili due livelli di intonacatura sovrapposti:
La ricerca delle tracce di tinta su di esso applicato, anche con l’utilizzo dei ponteggi per una ravvicinata osservazione da effettuarsi nelle zone meno soggette alle manutenzioni, unitamente ad una mirata lettura delle fonti archivistiche orienterà al meglio e con giusto approccio scientifico e storico- artistico le scelta da operare.
Le tinteggiature eseguite su questa superficie sono quasi completamente scomparse e dilavate con particolare riguardo al registro superiore, quello meno oggetto di manutenzioni e più esposto agli agenti atmosferici ed alle brezze marine. Il progetto prevede il recupero dell’intonaco/rasatura più superficiale che risulta essere ancora in buono stato di conservazione e adeso al supporto murario sottostante;
Effettuate con cautela le picchettature e rimozione delle parti ammalorate di intonaco o in fase di distacco, effettuato un lavaggio leggero per la rimozione di sali e rimozione di tutti gli elementi impropri si procederà al rifacimento delle parti di intonaco ammalorato rimosso come accennato con l’utilizzo di prodotti ad alta traspirabilità a base di pura calce idraulica naturale. Successivamente si provvederà alla rasatura dell’intera facciata con l’utilizzo di intonachino fino di pura calce naturale traspirante sp. 5-7 mm.
Su questa nuova superficie si procederà infine alla tinteggiatura con i toni e colori scelti e campionati sulla base delle ricerche diagnostiche e archivistiche effettuate. I capitelli, stuccature quali la colomba dello Spirito Santo, riquadrature, modanature sono di ottima fattura, appaiono ancora in buone condizioni, comunque ove necessario, in caso di fratture o mancanze, si procederà per queste parti sagomate al loro rifacimento con utilizzo di maltine idonee. La scelta della decorazione della facciata dell’oratorio si orienterà pertanto a ristabilire le decorazioni settecentesche originali della chiesa.
La decorazione in progetto consentirà di restituire al disegno architettonico della facciata il senso della profondità, giocato tra le parti in rilievo (tinta più chiara) e gli sfondati (tinta meno chiara), arricchito dagli apparati decorativi che solitamente presentano in origine una superficie liscia simile al marmorino, effetto ottenuto lisciando opportunamente la maltina.
Sulla fascia più bassa per una altezza di mt. 1,00 da terra è stato applicato in tempi recenti un non congruo e inidoneo strato di cemento spruzzato a superficie scabra. Tale strato sarà completamente rimosso e si procederà al rifacimento dell’intonaco applicando intonaco naturale altamente traspirante di pura calce naturale
L’origine delle confraternite in Ceriana – Antichissime l’origine delle Confraternite di Ceriana che, si presume, siano nate a seguito del movimento dei non lontani sodalizi provenzali, assumendo una personale autonomia e identità tra il ‘300 e il ‘400, epoca che segna anche lo sviluppo urbanistico ed economico del paese. La più antica è quella dell’Oratorio dei Rossi di Santa Caterina, fondata nell’anno 1340, mentre al 1450 risale la nascita delle Confraternite dei Verdi con Oratorio in Santa Marta e quella degli Azzurri della Madonna con Oratorio nella chiesa della Visitazione.
Di più recente formazione la Confraternita dei neri della Misericordia i cui confratelli non prendono parte ad alcune delle cerimonie più solenni del paese (la Madonna della Villa, per esempio), non partecipano alle feste degli altri Oratori e non posseggono la tradizione dell’iscrizione dei novizi. Tutti i confratelli vestono come in origine, un abito bianco con il cordone ed indossano una mantellina del colore corrispondente all’Oratorio di appartenenza.
I componenti della confraternita della Misericordia sono invece vestiti completamente di nero. Il colore dell’abito e delle mantelline identificano l’appartenenza a una delle antichissime Confraternite. Ogni Confraternita ha il compito di presenziare con i propri stendardi, torce e croci alle principali celebrazioni dell’anno liturgico.
La Confraternita possiede un consiglio di amministrazione e un presidente cui sono affidate la gestione economica e la manutenzione del proprio Oratorio. Nelle occasioni religiose più solenni, l’Oratorio è rappresentato dai Priori che si distinguono per il maggiore pregio della mantellina che è decorata con eleganti fili dorati.
La Confraternita ha il compito di presenziare con stendardo, torce e croci alle principali solennità dell’anno liturgico: la Settimana santa , il Corpus Domini, la festa patronale dei Santi Pietro e Paolo, la natività di Maria e la Commemorazione dei Defunti.
Ciascun Oratorio festeggia poi il proprio patrono con grande magnificenza, allestendo una solenne processione lungo le vie del paese, durante la quale è trasportata la cassa processionale con la statua lignea del Santo. La festa dell’Oratorio è segnata da un avvenimento molto importante quale l’iscrizione dei nuovi confratelli: la particolare cerimonia attinge da una ritualità che risale al medioevo, scandita da una simbologia misteriosa e accompagnata da antichi canti latini, intonati dall’assemblea dei fedeli.
La vestizione del novizio è condotta dal sacerdote e dal Priore e ha lo scopo di rinnovare le promesse battesimali e di elencare gli impegni che si assume il nuovo confratello. Il ruolo delle confraternite non si limita però esclusivamente alla partecipazione ad eventi religiosi. A Ceriana gli Oratori rappresentano anche un punto di riferimento essenziale per l’organizzazione di feste profane.
Gli oratori delle confraternite in Ceriana – La Confraternita dei Neri la cui Santa Messa e processione dell’Oratorio si celebrano il 16 settembre, ha sede nella chiesa di sant’Andrea nella omonima piazza in un edificio che esisteva già nel 1216 – come attestato da antichi documenti, le cui parti più vetuste risalirebbero al XV secolo.
La chiesa, oggetto di modifiche nel primo seicento, si presenta all’interno suddivisa con navata e due navatelle, con altare maggiore che riporta una pregevole tavola con il martirio di sant’Andrea risalente al 1518 come evidenziato dall’iscrizione. Le navate laterali presentano rispettivamente a sinistra un altare dedicato a San Bruno, mentre a destra è visibile l’altare dedicato alla madonna dei sette dolori con statua lignea di fattura ottocentesca. L’artista Serafino Canepa è l’autore dei quadri della via crucis.
La Confraternita dei Verdi la cui Santa Messa della Confraternita si celebra il 22 luglio, ha sede nell’Oratorio di Santa Marta, nella piazza omonima. L’interno riconduce alla tipologia degli oratori dei disciplinanti: un’unica aula con presbiterio rialzato, semplicità costruttiva funzionale che consentiva ai confratelli di muovere agevolmente le casse professionali in un ambiente che rispettava la regola del livellamento di rango e di ceto.
L’aula è riccamente ornata da stucchi e quattro statue dei padri della chiesa ubicati in apposite nicchie. Elegante altare riconducibile allo stile del Mazzetti riporta una tela seicentesca. L’altare di destra è dedicato alla Maddalena, mentre in cavità ricavate nella muratura sono presenti altari uno dedicato alla Maddalena con reliquari di legno. Due importanti tele dell’ultimo decennio del settecento sono appese nel presbiterio e riportano all’opera di Maurizio Carrega attivo in Ceriana anche negli altri oratori. Un’ultima cena settecentesca di autore ignoto e la statua in gesso professionale completano il decoro dell’aula. Il 29 luglio, mattino e sera, si svolgono i vespri e processione.
La Confraternita degli Azzurri ha sede nell’Oratorio di Nostra Signora della Visitazione. L’edificio è situato in prossimità del viottolo che conduce a porta Pena. Semplice ma elegante la facciata dell’edificio d’impronta settecentesca, che si presenta intonacata e triripartita da paraste culminanti con capitelli compositi su cui è impostata la trabeazione. Il livello superiore è composto da un frontone triangolare tondeggiante su cui spicca una semplice trabeazione con cornici e modanature in rilievo.
Il portone ligneo centrale d’ingresso ha gli stipiti in pietra calcare locale con soprastante oculo ovale e nicchia che contiene una gradevole scultura raffigurante la vergine con ai lati angeli di stucco. L’interno sorprende per la ricchezza di decorazioni in stucco, per lo splendore dei marmi, ma anche alla forza degli affreschi del Carrega, in particolare sono degni di nota l’altare maggiore del 1753 in marmo policromo attribuibile a Gio Andrea Mazzetti e il gruppo statuario della visitazione databile verso il 1729, che riporta le figure della vergine e di Elisabetta.
Sei statue di stucco sono presenti in altrettante nicchie ricollegabili a storie della Vergine da attribuire a maestranze di probabile provenienza lombardo ticinese, mentre altre due statue di Giuseppe e di Gioachino sono collocate ai lati dell’altare. Di maggiore pregio e rilievo artistico risulta essere la decorazione settecentesca a stucco visibile sulle pareti.
Notevoli le pitture opera di Maurizio Carrega il quale qui sviluppa una complessa scena iconografica con tema dominante riferito alla celebrazione della Vergine accostata a personaggi biblici che si estende sul catino absidale, con angeli, sulla volta del presbiterio “Gloria dell’Arca dell’Alleanza”. Sui pennacchi sono dipinti personaggi riferibili sempre alla tradizione mariologica.
Di ignoto autore ma di notevole interesse la pala d’altare seicentesca ancora legata alla tradizione mariologica, così come la cassa professionale di fine ottocento opera di Ernesto Bastianello.
Riti della settimana Santa a Ceriana tra passato e contemporaneo – Immutati i suggestivi i canti mottetti “Iesu”, “Saevo dolorum turbine”, “Crucem Tuam” eseguibili soltanto nella Processione del Venerdì santo da un gruppo corale. L’illuminazione dei gruppi, dalle candele e ceri, passò a impianti elettrici costituiti da batterie e faretti, che anche se da un lato meno suggestivi, dall’altro contribuiscono a rafforzare, con giochi di luci e ombre, il drammatico messaggio.
Con il passare degli anni, grazie ai più comodi mezzi di trasporto e all’informazione capillare dei mass media, la Processione ha visto aumentare il numero dei fedeli che, con serietà e devozione, ne prendono parte all’interno di essa e altri che assistono ai lati delle strade al passaggio dalle casse sorrette ancora a spalla da centinaia di portatori. Nonostante la grandiosità della manifestazione il comportamento di chi è in Processione è perfettamente in sintonia con l’importanza del momento.
Gli sforzi organizzativi delle Confraternite di Ceriana assicurano la continuità nel mantenere una tradizione secolare radicata nel cuore dei cerianesi, la quale nonostante le vicissitudini storiche, non è mai venuta meno. Ancora ai nostri giorni la Processione si impone con immutato senso religioso, a testimonianza della pietà popolare.