Suoneranno campane a morto ? O forse qualche volenteroso organizza, anche in tempi di ‘Liguria arancione’ per Covid, un simbolico funerale in ‘onore’ di chi (soprattutto in passato con la vendita a Carige della storica Cassa di Risparmio di Savona) ha ‘ucciso’ la prima banca aperta a Ceriale ‘anni 50. E’ qui che generazioni di cerialesi lasciavano, dopo la Posta, i loro sudori, risparmi, libretti, aprivano (i più giovani e esercenti attività commerciali) il conto corrente. A fine mese addio Carige, dopo la perdita dell’ultima arrivata il San Paolo (oggi Intesa San Paolo).Rimane la bandiera BPM.
La Carige lascia Ceriale (5 impiegati) con una cura dimagrante che riguarda anche Quiliano (4 dipendenti); Ortovero (2); Cisano sul Neva (3), Dego (3) e Pietra Ligure (2) e tanti altri in Liguria. Commenta, su richiesta di Trucioli.it, il vice sindaco Luigi Giordano: “Si, la banca chiude a fine novembre. Alcuni, per quanto mi è dato sapere, spostano i conti nei paesi confinanti: Albenga e Borghetto. Certamente per Ceriale che rimarrà orfana di un’altra banca, dopo la San Paolo è un un servizio in meno che darà ai cittadini; abbiamo cercato di resistere a questa chiusura ma naturalmente contro questi tagli interni c’è poco da fare. Una banca ligure che sposta i suoi interessi in altri paesi per noi non è stata una bella cosa, ma contro una politica di tagli ormai in uso in tutte le banche c’è poco da fare. Non abbiamo armi per combattere queste scelte. Tanto è vero che Carige pare lasci solo dei bancomat come ha fatto la San Paolo. Comunque una buona parte di clienti ha già spostato il conto nell’altra banca a Ceriale che si trova in piazza Marconi, questa scelta è dettata dall’esigenza della comodità.”
E’ rimasta l’ex Banca Popolare di Novara (che ha avuto alcuni cerialesi in posizioni apicali) ora banco BPM.
E’ vero, come ricorda il vice sindaco, non c’è nulla da fare. Resta l’amarezza e i disagi per i cittadini, soprattutto anziani soli. Ascoltavamo da una ‘cliente’ della banca di 93 anni, vedova, senza figli: “Sono due giorni che telefono, attendi….attendi….senza poter parlare con un operatore…sono abituata ad utilizzare solo assegni, non ho utenze accreditate sul conto, ho una cassetta di sicurezza….la pensione accredita …Spostarmi a Borghetto ? Spero davvero di essere l’unica a trovarsi in queste condizioni.”
Inutile rimarcare che l’umile ‘grido di aiuto’ non cambierà, ma dovrebbe almeno accompagnare nel rimorso quanti sono in vita e che hanno condotto alla distruzione quella che era una solida banca, la Carige. E la Carisa venduta e comprata in spregio alla sua gloriosa storia, a chi l’aveva amministrata con oculatezza e parsimonia, seppure da centro di potere silenzioso. Alla minoranza (compreso chi scrive queste righe ed ormai conta i giorni del tramonto) che si era battuta invano perché Carisa mantenesse la sua autonomia. A beneficio dei correntisti (solo Iddio sa quanto hanno perso chi aveva comprato azioni Carige e certe obbligazioni galeotte) e dell’economia locale. Si veda la differenza di Savona che era la seconda provincia industriale della Liguria dopo Genova e la prima quanto ad prodotto turistico, con la realtà bancaria della provincia di Cuneo. La Liguria che esportava i suoi sportelli in Italia e ora, provincia di Savona inclusa, dove operano già una ventina di ‘sportelli’ di banche cuneesi, oltre a quelle lombarde.
In compenso Ceriale ha una caserma dei carabinieri (aveva anche quella della Guardia di Finanza), le farmacie sono passate da una (Cortese) a due con la vendita di quella comunale alla famiglia di farmacisti Richeri di Finale Ligure. Ceriale, anni ’60, con 13 tra alberghi, pensioni, locande. Con 6 bar. Un cinema (Odeon) e un dancing (Il Pirata). Decine e decine di produttori agricoli, i nostri pastori delle Alpi Marittime.
La Guida turistica ufficiale della Provincia di Savona indicava a Ceriale la Pesca diurna con canna lancio: capponi, straccini, scorfani, sogliole, triglie, orate, saraghi, pagari, cefali.
Pesca notturna con canna lancio anche ai gronghi, mormore, morene, gallinette, anguille, agoni.
Pesca subacquea anche a branzini, polipi, seppie, calamari.
In settembre – ottobre il passaggio di delfini e pescecani. In primavera passaggio di boghe, acciughe e sardine. In febbraio marzo passaggio di bianchetti e, al largo, dentici e naselli. Sui fondali sabbiosi si pescavano sogliole, mormore e triglie.
Ceriale, è ancora scritto, era riconoscibile anche da lontano, per “l’edificio giallo chiaro di un Istituto elioterapico a Sud Ovest dell’abitato”. Ceriale con il suo mitico Baffo (spesso in Rai) del bar Napoleon sul lungomare ora condotto da figlie e nipoti.
Negli ultimi decenni sono approdati i ‘barbari‘ ? O se volete i ‘vandali’, i Goti, Visigoti, Vandali, Mongoli, Sciti, Xiongnu e tanti altri dell’archivio storico. Tutti colpevoli, nessun colpevole. Si stava meglio ieri o peggio oggi ? E’ difficile far conoscere la storia ai nostri giovani, alle future generazioni. Che non sia storia antica che apprendono sui libri scolastici.
Eppure c’è una storia, un ricordo, che ogni cittadino porta con se. Nessun interesse, se ne stanno andando gli ultimi testimoni di Ceriale ai tempi d’oro. Il suo ultimo cronista, Luciano Corrado, peagnolo – mendaighino, oggi loanese. Prima c’era il corrispondente del Secolo XIX, GB. Noberasco senior e Gianni Carbone, fotoreporter nel ponente ed entroterra savonese per La Gazzetta del Popolo, Il Secolo XIX, La Stampa, figlio di un maresciallo dell’esercito. Un fratello. E’ sempre più difficile conoscere il passato come faro al futuro.
E oggi il mare magnum dell’informazione è affidata ai social dove tutti si sentono muniti di ‘olio santo’. E chi ha cercato di combattere è finito all’inferno o ‘disarcionato’, spesso malvisto. E tutti, ricchi a parte, raccogliamo i frutti. Ma andrà assai peggio, sostengono esperti e proiezioni statistiche di universitari, nei secoli a venire. Non ci sarà più l’eredità dei nostri antenati, restano solo le tombe, le ceneri, nei camposanti. Con famiglie persino estinte. (L.Cor.)
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