Ancora una volta mi sono sentito deluso e amareggiato assistendo alle celebrazioni in onore del nostro Santo Patrono S.Eugenio. Ma forse alla luce di recenti esperienze devo considerarmi un ingombrante padre e nonno che non si adegua al disinteresse sempre più diffuso che avverto nella comunità erede dei nostri gloriosi avi. Tra indifferenza e assuefazione. Spesso fino alla derisione ad opera di pubblici amministratori eletti verso chi non si adegua e dissente con il coraggio della firma su ciò che scrive.
di Carlo Gambetta
Il Coronavirus, con le sue regole, ha di fatto ha impedito la tradizionale processione. E questo ci può stare.
Per la stessa ragione il tradizionale concerto della banda cittadina è stato sostituito da un duetto in cattedrale.
Per il resto, la tradizione con i suoi riti lasciati in eredità dalla civiltà contadina e peschereccia nolesi, ormai non assume più quel rigore che caratterizzava l’evento; la partecipazione popolare è pressochè inesistente.
La nota più negativa: l’assenza della rappresentanza della Cooperativa Pescatori con la sua centenaria bandiera.
Ricordo: il venerdì sera il Sindaco con tutti i Consiglieri Comunali partivano dalla Piazza del Comune ed in corteo dietro al gonfalone portato da un Vigile Urbano in alta uniforme, alle 21 precise entravano in chiesa.
Il Presidente della Cooperativa Pescatori L. Defferrari , con la sua bandiera, si affiancava a quella del Comune per seguire tutte le funzioni religiose, dal venerdì sera con la rimozione dei “Corpi Santi”, alla Messa solenne officiata da Mons. Vescovo, in corteo durante la Processione nelle vie cittadine, il lunedì pomeriggio sulle barche in visita all’isola di Bergeggi, per terminare il lunedì sera con il riposizionamento dell’urna alla base dell’altare che la ospita.
Il Sindaco arrivava in chiesa con in mano il cofanetto contenente le chiavi della serratura del cancelletto che chiude il loculo alla base dell’altare, cofanetto custodito in Comune per tutto l’anno.
Un chierico lo prelevava dalle sue mani per consegnarlo al Parroco; l’operazione contraria avveniva al termine delle funzioni del lunedì sera, con il Sindaco ed il suo seguito che ritornavano in Piazza del Comune.
L’ultimo mio intervento su questo argomento che risale al No 44 del 19/07/2018 (vedi…..) certifica un peggioramento, silenzioso quanto degradante, nell’indefferenza totale dell’opinione pubblica.
Ho imparato così a chiudere gli occhi, ascoltare i salmi con i canti, immerso nella nostalgia di un passato che mi manca ma che è sempre impresso nel cuore e nella mente, quale esempio di vita da continuare.
LUTTI CITTADINI
Fabio Sciutto a 53 anni ha lasciato la mamma Gabriella, il papà Alfredo, il fratello Ettore con la sua famiglia. Un malore l’ha stroncato mentre era al lavoro come operaio carrellista presso le Vetrerie Bormioli di Altare. Parenti, compagni di lavoro e tanti amici hanno partecipato sommessamente al suo funerale, la bara ricoperta da tanti fiori.
Eros Pietrapiana, persona affabile e riservata, a 75 anni ha lasciato la mamma Adriana Garzoglio (figlia di uno dei pescatori soccorritori nel 1917 dei naufraghi del Transylvania), la moglie Luisa con le due figlie, nipoti, il fratello e la zia con le loro rispettive famiglie.
Eros entra giovanissimo in Italsider a Genova; impiegato nell’ufficio personale, si laurea in scienze politiche e diventa il responsabile delle risorse umane della Società. A 54 anni va in pensione e diventa consulente esterno, sempre per le risorse umane, del Gruppo Fedrigoni, produzione e commercializzazione carta. Da pochi anni si era messo a riposo.
Carlo Gambetta
NOTA DI TRUCIOLI – L’assessore Alberto Peluffo, insegnante in pensione, già vice direttore di un periodico di sinistra del comprensorio, ex vice sindaco nella giunta di Ambrogio Repetto, dal giugno dello scorso anno assessore con deleghe a turismo, sport e gemellaggi, ha commentato sulla sua pagina Facebook, venerdì 10 luglio ore 19,35: “La qualità dei blog la fa chi ci scrive”. Da Famiglia Cristiana: “perchè guardi la pagliuzza…che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”(Luca 6,41).
Chiaro il riferimento all’ultimo numero di Trucioli.it (già definito truciolini dallo stesso premiato e illuminato Peluffo) che riportava tre articoli. Il primo a firma di Danilo Bruno ex vice segretario comunale: ‘Noli, caro Renzo. Onesto e disinteressato. Esemplare ricordo scritto da Gambetta. Assurda e paradossale assenza del Comune’. Riferito alla tumulazione del prof. Mario Lorenzo Paggi (vedi……….). Con 853 visualizzazioni da computer e cellulare, 2585 contatti da altri motori di ricerca come Facebook. Il Secondo di Carlo Gambetta (tre volte sindaco): ‘Noli, parcheggi e stalli blu. La mia proposta ignorata’ (Vedi…..). Con 529 letture da computer e 1758 da Facebook ed altri motori di ricerca. Il terzo firmato Massimo Venini (proprietario di seconda casa e turista da 57 anni): “Noli park della discordia. Sbagliato far pagare i residenti. Ingiusto imporre il ticket alle seconde case” (Vedi…..). Con 803 contatti da computer e 2.984 da Facebook.
Dopo aver isolato e emarginato, negli anni, il compagno Paggi, già presidente dell’Azienda di Soggiorno e della Fondazione Sant’Antonio, ciò che resta della ‘cellula comunista’ di Noli infierisce sui dissidenti. La sinistra nolese peraltro vittoriosa, per la terza volta (due con Repetto sindaco), alle elezioni comunali grazie soprattutto a chi credeva di vincere mettendo in campo tre liste avversarie.
E che invano trucioli.it aveva criticato per la dispersione di voti, con la supremazia delle divisioni e lacerazioni, piuttosto che uniti si vince e si governa la città. Qualcuno si è già espresso con il coraggio del mea culpa.
Trucioli.it aveva suggerito in primis una ‘giunta di salute pubblica’ che riunisse la competenza, la preparazione, l’onestà, l’assenza di conflitti di interesse. Invece a Noli ha vinto chi è uso irridere al dissenso civile. Ed è benvenuto, apprezzato, il giornalismo lacchè, che non approfondisce, non scava, ignora le memorie storiche e la rassegna stampa. Si vorrebbe persino fa tacere la cronaca di trucioli.it se una giovane dirigente del Comune si toglie la vita mentre è ricoverata all’ospedale San Paolo. Al di là dell’umana pietà, ma anche di responsabilità morale che più di uno ha sulla coscienza. E si è comportato come nulla fosse di fronte alla tristissima tragedia di una brava funzionaria che ha lasciato sgomenti scegliendo la morte piuttosto che la vita, gli affetti famigliari che non mancavano. (l.c.)