Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Alassio il Muretto dei Vip e il Muretto dei cani. Il prof. Coletti: gli animali al posto di bambini. E’ il business del terzo millenio
Grillo & Casaleggio più cucce meno alloggi


Perché meno bambini e più cani? Sarà solo, come i tatuaggi, una delle tante manifestazioni del crescente conformismo umano e il successo dei cani, da sempre fedeli custodi delle greggi, sarà dovuto all’accresciuto gregarismo dell’uomo? Oppure si sta cercando di scaricare sul povero cane il fardello delle umane ” mancanze, frustrazioni, incapacità relazionali con le altre persone”? Al seminario “Va dove ti porta il cane” dell’educatore cinofilo Michele Minunno si legge “i posti cane sono limitati e possibilità di iscriversi come uditori (chi: gli umani o i cani?)”. Oggi un cane costa più o meno quanto un bambino in cibi e abbigliamento. L’’etologa Elena Garoni ha ricordato che i cani hanno diritto, nelle case, a una ” zona di comfort” e alla loro ” privacy” e, ovunque, al rispetto delle loro ” motivazioni di razza”, tra cui quella ” territoriale” del pitbull. Riflessioni, analisi, conclusioni, interrogativi che il colto prof. Vittorio Coletti pone dalla pagine di La Repubblica.

Mentre la capitale Alassio che resta pur sempre meta ed attrattiva prediletta nel savonese, ha colto al balzo l’occasione e la moda, l’esplosione di un ‘amico dell’uomo in casa, a quattro zampe’. Ha dato alla luce il  Muretto dei Cani

Il Comandante del Centro Cinofili Nazionale in visita al Muretto dei Cani

Cani  che aiutano le persone. Accade tutti i giorni, nei modi più svariati. Lo sappiamo bene. Ed è giusto che questo grandissimo aiuto sia valorizzato e ricordato. E’ proprio per questo motivo che ad Alassio, poco distante dal più celebre e blasonato Muretto dei Vip, è nato il Muretto dei Cani. Inaugurato il 25 marzo 2013 nei giardini Morteo, angolo verde di Borgo Coscia e Borgo Passo raccoglie una vera e propria collezione che vuole essere un omaggio ai sentimenti che ci legano agli amici a quattro zampe. Dell’esistenza di questo particolarissimo Muretto è venuto a conoscenza anche il Comandante del Centro Cinofili di Firenze, Colonnello Gianfranco Di Fiore, da cui dipendono tutti i Nuclei cinofili in Italia, tra cui quello di Villanova che trova spazio presso la Caserma degli elicotteristi. Durante la visita presso la caserma villanovese, ha voluto recarsi ad ammirarlo anche perché tra le immagini dei cani esposte, ci sono anche quelle degli esemplari appartenuti nel tempo al nucleo di Villanova.

I CANI HANNO SOSTITUITO I BAMBINI….

Secondo l’analisi di Lucio Caracciolo sul numero di Limes uscito in occasione del Festival al Ducale, il primo problema della nostra società è la sua crisi demografica, definita dagli esperti di una ” gravità senza precedenti”.
In Italia i nati sono diminuiti nel 2017 di 15 mila unità rispetto al 2016 e nel semestre gennaio- giugno del 2018 erano già 8400 in meno rispetto allo spesso periodo dell’anno precedente. Se prendiamo Genova come campione, osserviamo che nel 2017 l’indice di mortalità ogni mille abitanti è stato ( 14,3) più del doppio di quello di natalità ( 6,3), tanto che nel 2018 per ogni ragazzo o bambino sotto i 14 anni c’erano quasi tre anziani sopra i 65. Giusto per avere un termine di confronto: i nati a Genova al tempo dell’Unità d’Italia erano 34 per mille e ancora nel 2009 l’indice era 7,6, cioè un punto e mezzo in più di oggi!
C’è da disperarsi? No, perché in compenso sono aumentati i cani, che in Italia ammontano a oltre 10 milioni (1 ogni 6 abitanti) e a Genova crescono al ritmo del 15 per cento (!!) l’anno. All’ASL3 risulterebbe che in città ce ne sono circa 65 mila; aggiungendovi quelli non registrati, si andrebbe oltre i 70 mila, uno ogni tre famiglie o, se volete, 1 ogni 8 abitanti. Insomma, non si fanno più bambini ma si adottano cani. Per questo sarebbe stato opportuno iscriversi al seminario “Va dove ti porta il cane” dell’educatore cinofilo Michele Minunno, sempre che si trovasse posto, perché, si leggeva nell’avviso, “i posti cane sono limitati”, anche se c’era la ” possibilità di iscriversi come uditori ( chi: gli umani o i cani?)”.
A Genova, per due negozi della linea Pré Natal ci sono una quindicina tra punti vendita e supermercati per animali delle catene Arcaplanet e Fortesan. A Imperia, con l’avvio della raccolta dell’immondizia porta a porta, i cittadini diligenti si riportano ogni mattina in casa i secchi esposti nella notte in strada alla generosa benedizione dei cani di passaggio. Ma per l’amministrazione comunale il problema non è la pipì dei cani, ma i pannolini dei bambini, per far ritirare i quali bisogna fare una domanda apposita.

“Amore” è la parola con cui frequentemente le signore si rivolgono al loro cane, più che al loro marito o figlio. Per altro, l’” amore” per il cane, ammoniscono gli esperti, ” dovrebbe avere come fine solo e soltanto il benessere dell’animale e non (solo) quello dell’uomo”, esattamente come dicevano in passato le assistenti sociali per scoraggiare gli ingenui che osavano desiderare un figlio in adozione. Del resto, oggi un cane costa più o meno quanto un bambino in cibi e abbigliamento e dei bambini porta sempre più spesso i nomi, essendo in dismissione quelli esotici o onomatopeici di una volta. Se due stanno parlando di un terzo per strada, molto probabile che questo sia il rispettivo cane, di cui si raccontano prodezze e difettucci. Molti, quando ne incontrano uno, lo festeggiano e vezzeggiano come un tempo si faceva con i bambini. Qualche settimana fa a Bolzaneto, secondo quanto riferito dal Secolo XIX, l’etologa Elena Garoni ha ricordato che i cani hanno diritto, nelle case, a una ” zona di comfort” e alla loro ” privacy” e, ovunque, al rispetto delle loro ” motivazioni di razza”, tra cui quella ” territoriale” del pitbull, autorizzato in sostanza ad azzannarvi o almeno a redarguirvi caninamente, se la turbate, magari ignorando, come è successo a me, che lui si è fatto un suo territorio ideale anche nella pubblica strada. I padroni, ricorda l’esperta, dovrebbero sapere che “avere un cane è una scelta che va fatta con gioia ma anche con tanta consapevolezza”: un’altra nobile massima che in passato veniva austeramente somministrata agli aspiranti genitori.
Ma se sono così uguali in tutto, perché meno bambini e più cani? Sarà solo, come i tatuaggi, una delle tante manifestazioni del crescente conformismo umano e il successo dei cani, da sempre fedeli custodi delle greggi, sarà dovuto all’accresciuto gregarismo dell’uomo? Oppure, come si è letto, si sta cercando di scaricare sul povero cane il fardello delle umane ” mancanze, frustrazioni, incapacità relazionali con le altre persone”? E se ci fosse un rapporto proporzionalmente inverso tra aumento dei cani e speranza del futuro e i cani fossero dei figli che non chiedono un futuro o del cui futuro, volendo, ci si può a un certo punto disinteressare? Che l’uomo nuovo, se sta, come profetizzano gli ispirati guru della Grillo & Casaleggio, per essere liberato dal lavoro e felicemente mantenuto dal reddito di cittadinanza, tenda a investire più in una cuccia che in un appartamento?

Vittorio Coletti

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