“Agrichef Festival”, il 6 febbraio a Varazze la prima edizione ligure organizzata da Turismo Verde. La rassegna organizzata da Turismo Verde di Cia-Agricoltori Italiani che si appresta ad approdare per la prima volta in Liguria, mercoledì 6 febbraio presso l’istituto alberghiero Miretti di Varazze. E ondata di Furti in campagna: la Cia chiede interventi su videosorveglianza e tracciabilità della filiera per arginarli.
Una manifestazione per valorizzare tutte le risorse messe in campo dagli agriturismi del territorio, dalla produzione in loco alla ristorazione: è Agrichef Festival, la rassegna organizzata da Turismo Verde di Cia-Agricoltori Italiani che si appresta ad approdare per la prima volta in Liguria, mercoledì 6 febbraio presso l’istituto alberghiero Miretti di Varazze.
Secondo la definizione coniata ufficialmente proprio da Cia, che ne ha depositato il marchio, l’Agrichef è un cuoco di comprovata abilità ed esperienza che esercita il suo mestiere all’interno della cucina dell’agriturismo, impegnandosi a trasformare principalmente produzioni agricole aziendali, o di prossimità, nel rispetto della stagionalità e dei saperi contadini, e utilizzando nella realizzazione dei piatti ingredienti legati alla tutela della biodiversità.
«In anni in cui la televisione ci ha ormai abituato a cuochi di ogni tipo, negli agriturismi si osserva ancora una professionalità rara, che coniuga l’utilizzo di materie prime di qualità e a filiera cortissima, con la competenza e la tradizione delle ricette – spiega Federica Crotti, presidente di Turismo Verde Liguria -. Gli Agrichef che abbiamo selezionato si affronteranno in un evento culinario che vuole anche essere un momento di confronto e di crescita professionale e che, non a caso, prevede il coinvolgimento delle scuole alberghiere. I cuochi professionisti verranno così affiancati nella preparazione dei piatti dagli alunni della classe terza dell’istituto Miretti che, in questo modo, faranno esperienza di una modalità di “produrre cibo” spesso richiamata, ma poco praticata, quale è, appunto, quella in agriturismo».
Nei prossimi giorni verranno svelate nel dettaglio le aziende agricole selezionate per la prima edizione ligure di Agrichef e i componenti della giuria di addetti ai lavori e giornalisti specializzati che sarà chiamata ad eleggere il cuoco che rappresenterà la Liguria alla finale nazionale degli Agrichef Festival, in programma a Roma in primavera.
Furti in campagna: Cia chiede interventi su videosorveglianza e tracciabilità della filiera per arginarli
«Non bastassero cinghiali, caprioli, corvidi e storni a fare man bassa delle nostre coltivazioni, sempre più spesso ad appropriarsi indebitamente della raccolta sono altri animali, bipedi e implumi: o in altre parole, ladri». Utilizza l’ironia Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria, per richiamare l’attenzione su un problema sempre più preoccupante: «I furti in campagna sono un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, i casi sono molteplici e non fanno distinzione di prodotto: dai fiori recisi, alle produzioni orticole e alle olive».
Negli ultimi sei mesi sono state più di 50 le segnalazioni agli uffici Cia Liguria, e 15 le denunce presentate agli organi di polizia. Non meno di 300 i quintali di olive spariti, qualche decina i quintali di ruscus e verde ornamentale, migliaia le teste di carciofo, 700 delle quali giusto pochi giorni fa in appena tre aziende dell’albenganese. Questo il quadro che si delinea per effetto dei furti in campagna.
Furti che, nella gran parte dei casi, non riguardano semplici “sbandati”, magari mossi dalla fame, ma vere e proprie organizzazioni criminali che hanno scorto in questa attività illegale un’ulteriore forma di arricchimento indebito. «Se come abbiamo ragione di credere, le cose stanno in questo modo – denuncia Alberto – non escludiamo che a completare il cerchio ci siano operatori economici che, senza troppi scrupoli, accettino di immettere sul mercato prodotti di dubbia provenienza».
Ripetute sono state, a questo proposito, le segnalazioni della Confederazione Agricoltori alle autorità di pubblica sicurezza e alle prefetture, che hanno indotto le forze dell’ordine a porre una maggiore attenzione sul fenomeno per quanto, finora, con scarsi risultati. «Anche in considerazione dell’oggettiva difficoltà nel controllo preventivo, dovuta alla tipologia e alla dispersione delle attività da proteggere, è ormai indispensabile affiancare alle misure tradizionali quelle consentite dalle nuove tecnologie. Ad esempio – propone il presidente di Cia Liguria – un’arma in più a disposizione degli agricoltori potrebbe essere l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’ingresso delle viabilità poderali, o comunque in punti strategici per l’ingresso ai fondi agricoli, per affrontare il problema a monte. A valle, invece, serve una più stretta verifica della tracciabilità del prodotto».
«Per essere efficaci e accessibili al maggior numero di imprese – conclude Alberto – questi interventi andrebbero contemplati tra le misure di sostegno volte ad accrescere complessivamente la sicurezza pubblica e privata, funzionale a molteplici situazioni di pericolo effettivo o potenziale. Per questo chiediamo che anche le aree rurali vengano comprese nei programmi di prevenzione, al momento della loro predisposizione».