Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Giro del mondo gastronomico a 360 gradi nel Ponente Ligure in vendita. Proliferare di ristoranti cinesi, giapponesi, kebab, Tex Mex


Il giro del mondo gastronomico a 30 gradi nel Ponente ligure in vendita.Il giro del mondo gastronomico a 30 gradi nel Ponente ligure in vendita. 
Nella nostra epoca confusa ed assordante nulla ci pare essere più qualificante di tutto ciò che intendiamo come cibo. In tutte le declinazioni ed accezioni. Cibo come fame di pensieri ed idee.Ricette incantevoli dai nomi impronunciabili. Piccole porzioni per grandi cuori; grandi porzioni per pochi preconcetti e , di solito, molto appetito.

Forchetta a caso, bacchette, piatti di carta. Proliferare nel Ponente ligure (Sanremo, Arma di Taggia, Imperia in primis ) di Ristoranti cinesi, giapponesi, kebab , Tex Mex. Qualsiasi pietanza a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mangiare come vizio sublime e necessario. Grassezza opulenta – talvolta finto sexy talvolta per copiare l’idea di viaggio – solo per affogare il proprio dolore. Attraversando con mille peripezie il turtuoso percorso di ciò che quotidianamente incontriamo – alla ricerca del Filo di Arianna che mal si concilia con le padelle – nel nostro labirinto esistenziale e concluso la preparazione del cibo e l’innovazione delle nostre ricette ci conducono però , di tanto in tanto , alla salvezza.Sempre più spesso assistiamo a start-up pseudo culinarie gestite ed organizzate da donne; il loro vero significato sta per lo più nei bandi europei e finanziamenti concessi all’imprenditoria femminile. Pochi a fondo perduto altri a “rientro” negli 8 anni a divenire. Anche in zona Ponente ligure il dato sembra abbastanza confortante in tal senso.Non potendo per vari motivi , però , il nostro tempo potersi permettere di semplificare meccanismi perversi ed incompiuti che regg°n° le nostre ore produttive ecco che il cibo – e tutto ciò che ruota intorno ad esso: cuochi, Format televisivi, libri di ricette, diritti di autore , Mostre, Slow food, Expo, peperoncino e zenzero -diviene esso stesso ingrediente sofisticato.Una sequenza di raffinatezze, gourmet, calici, flute e birre. Sagre di paese tutta l’estate.

Ecco quindi il proliferare senza soluzione di continuità anche di Bar, Tavole Calde, Ristoranti…Paninoteche ed Hamburger..Di tutto e di più.E più aumentano le scelte e le possibilità di nutrimento più, ovviamente, sono frequenti le schizofrenie. Le personalità infelici, ansiose e poco tranquille che ormai ( chi più chi meno) abitano le nostre menti ed il nostro inconscio. Potremo essere vegani infelici, carnivori bipolari; ansiosi o depressi bulimici di affetto o di pizza. Di nuovo tutto informe e veloce. Consumiamo rapporti, amicizie e cibo di corsa; possibilmente dobbiamo restare nelle mie 8 ore di lavoro canoniche. Scandire un ritmo che contempli una sazietà intellettiva. Si ha necessità di più spazio per andare in profondità, ma difficilmente si riesce nel nostro intento.Ecco che quindi, continuando un vagabondare apparentemente senza mèta ma di sicuro effetto, si può percorrere il Ponente ligure in un viaggio dentro di sé gastronomico e sensuale ; ricordando tradizione e innovando con qualche tocco di originalità.

I liguri sono gente concreta e gelosa di tutto ciò che loro appartenga per retaggio; poco avvezzi ai cambiamenti tuttavia non disdegnano esterofilie. Soprattutto nordiche; a dire il vero obbligate considerando che gran parte dell’entroterra della Provincia imperiese – e non solo – è ormai diventata feudo di tedeschi , danesi e svedesi.Ciò che per noi sembra sia marginale -chissà cosa sarà, ma una visione di insieme considerata poco appetibile deve saltar fuori -per le loro mentalità diventa essenziale. I pochi fronzoli ed una cultura assai più pragmatica della nostra conducono , ormai, a svendere gran parte di ville, terrazze e b&b a stranieri.Dopo alcuni giri per le Costiere del Sud e le Cinque Terre anche noi del Ponente cerchiamo di “tornare a casa”; quindi in un giro ideale non solo turistico , ma opportunisticamente anche di ricerca di alternative lavorative torniamo indietro. Con pessimi risultati perché in imbarazzante ritardo.Come i single di ritorno dopo qualche batosta sentimentale e naufragio affettivo rientriamo alla base; valutando che, in fondo, non si stia così male. Tuttavia ci accorgiamo , soprattutto d’estate, che la torta di trombette e le verdure ripiene possono sì placare il nostro palato ed i nostri sensi. Non bastando tuttavia a convincerci a cambiare completamente orizzonte.

Dopo un salto alla Pigna per una Sezione del “Tenco” ed un giro in qualche mercatino , senza tralasciare uno sguardo fugace sull’Agosto Medievale di Ventimiglia ed una partita a Golf magari a Castellaro, si può iniziare un viaggio gastronomico nell’entroterra di Sanremo; pansotti, ravioli, fiori di zucca ripieni ed una fetta di sardenaira varranno il viaggio.Non potendo qui far pubblicità potrete trovare pressoché tanti ottimi cuochi ed appassionati in parecchie località sia costiere sia dislocate altrove; locande, trattorie, agriturismi.Potrei anche fornirvi ricette – amando cucinare e ritrovare incanto di altri tempi – ma non vorrei trasformare un viaggio emozionale in uno dei tanti blog di cucina.

Chiunque avrà la generosità di dedicarvi un pensiero in un afflato nostalgico; l’origano come lo preparava qualche avo, un procedimento di conservazione delle olive tipico con salamoia degna di altri tempi. Uno sguardo al futuro della ristorazione ancorato alla fascia di terreno; cucina a km 0 e terrazzamenti liguri che delimitano le proprietà degli appezzamenti limitrofi rendendo evidenti le difficoltà ed asperità del territorio.Potrete fuggire dalle vacanziere cene estive – si stanno delineando gli schieramenti di tutti i candidati Sindaco per le future amministrative del 2019 – nell’attesa di aver maturato idea su quale tavola accomodarvi a desinare; pausa di riflessione sull’impervietà della zona non solo in senso letterale, ma anche di gestione e conduzione sia politica sia culturale.Considerando un’analisi a 360° delle realtà lavorative, turistiche e relazionali dell’indotto anche all’occhio più distratto non possono sfuggire macchie di colore; dislocate ovunque ed ormai riguardanti ogni comparto. Osservando con maggior cura ed avendo la pazienza di fermarsi a capire, cosa che ogni viaggiatore attento e non semplice turista annoiato dovrebbe compiere, ecco che meglio si delinea il significato delle macchie variopinte. Sono cartelli ove si legge “vendesi” o “affittasi”.In una scacchiera di improbabile tentativo di fuga ecco che il labirinto si compone; non si scorge univoca via di uscita ma si comprende come sia del tutto singolare che , seppur processo nato qualche tempo fa, oggi pressoché attività commerciali di qualsivoglia genere ( bar , ristoranti , negozi, punti di ristoro salvo unità residenziali ) siano disponibili e costituiscano gran bacino di offerta sul mercato.Il nostro territorio, evidentemente qualche meccanismo deve essere stato dimenticato da chi ci governa indipendentemente da discorsi demagogici di semplice impatto elettorale, è ormai elegantemente in “vendita”. Il viaggio gastronomico tra profumi, tradizioni e ricordi reca quindi all’interno questa palese e struggente contraddizione.

Pur se radicate al territorio e con animo sensibile e caparbio sulle reali potenzialità le persone stanno desistendo; cercando altrove. Offrendo uno strabiliante piatto di prelibatezze nostrane in effetti ti stanno dicendo che, nonostante tutto, devono tentare via di fuga. Magari , alla fine, essendo costretti ad offrire gli stessi fiori di zucca ed il fritto di paranza – nel frattempo messi in freezer0 nell’abbattitore – in qualche lontana landa sperduta dalle migliori peculiarità di sviluppo in prospettiva.Ecco che quindi, malgrado le più positive intenzioni ed in perfetta buona fede, la schiettezza viene fuori .1 liguri, gente sì dal “mugugno” facile ma gran lavoratori e di una praticità disarmante , mentre quale viandante ti offrono il loro cibo preparato con amore e cura ti stanno dicendo:” … divino viaggiatore Ulisse dalla mente accorta è meglio che io parli chiaro e ti dica quello che penso e quello che accadrà; così evitiamo di starcene a chiacchierare inutilmente.

Non c’è sulla terra un solo Acheo che potrà convincermi a lasciare la mia ira… Che vantaggio c’è mai per chi combatte , sempre, senza tregua e prospettiva contro qualsiasi nemico?”, (cit. Omero, Iliade di Alessandro Baricco).Ecco quindi che il nostro viaggio , che se vorrete continuerà dopo una breve pausa estiva e mentale, nasconde in fondo all’anima dei nostri interlocutori un desiderio di fuga e di rivalsa. Solenne arrabbiatura dei più costretti , in qualche modo e ad ogni età, a dover pensare di trasferirsi altrove.Ognuno aspetta il proprio Cavallo di Troia; la propria occasione per celare insoddisfazione, astutamente cavarsela e meritarsi qualche vittoria. Nel frattempo non si finirà sui libri di storia, ma probabilmente e più umilmente su qualche opuscolo turistico della zona con miraggio del saldo attivo in banca.

In un gioco di nuovi specchi; mentre il nostro entroterra è ormai popolato da residenti vichinghi – probabilmente saremo considerati extra-comunitari tra non molto nel solo voler transitare in UK causa Brexit – ecco che noi, a contrario, idealmente visualizziamo altri siti. Esotici per sognare avventure, nord europei per lavorare.Direi più per necessità che per convinta esterofilia fine a sè stessa; percorso inverso in un momento storico ed economico del tutto particolare , deludente e caotico frutto del pregresso pauperismo. Vale il viaggio un salto anche a Dolceacqua; ottime torte, teatro e scenario con Castello dei Doria.Se poi si ha la voglia di documentarsi e documentare con realismo uno spicchio della disperazione umana incompiuta si scenda in alcune zone periferiche di Ventimiglia; indipendentemente da altri colori ed ideologie il vagare , questo davvero sì senza mèta , dei migranti e soprattutto dei minori non accompagnati non può lasciare le coscienze indifferenti.

Da semplice spettatore e cittadino impossibile non porsi altre domande ; anche la più estiva superficialità di visione del mondo, profumando di olio di cocco abbronzante, non potrà offuscare il profondo senso di disagio e lacerazione del buon senso. E’ vero che nessuno possa da solo salvare il mondo; altrettanto veritiero però che ognuno di noi, ancor più ripercorrendo il proprio territorio di origine anche e solo offrendo una fotografia da finto turista, non possa esimersi dall’andare un po’ più in là per onestà intellettuale e pietas.

Terminerei con un ottima granita ; lascio a voi scegliere gusto e Bar delle innumerevoli località balneari. Gustata al tramonto sulla spiaggia conserva sempre il proprio romantico fascino. Sulle note acìdule dell agrume e del retrogusto amaro del tempo moderno vi dò appuntamento a settembre. Buone vacanze.FINE SECONDA PUNTATA

di Paola Moroni


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