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Vado Ligure. Tirreno Power. La Procura ha presentato appello per i 26 imputati assolti con formula dubitativa ‘perché il fatto non sussite’ e accusati di disastro ambientale e sanitario colposi


I motivi di appello per un giudizio di secondo grado sono contenuti in 67 pagine. La richiesta del Pubblico ministero, dopo l’assoluzione dei 26 imputati in Tribunale a Savona, così conclude: rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale e in sub ordine venga disposta una perizia “in relazione alle questioni trattate dai consulenti che saranno ritenute meritevoli di chiarimenti”.

Il pubblico ministero d’udienza, Elisa Milocco, aveva chiesto una pena di tre anni e mezzo per tutti gli imputati ad eccezione di due (di cui uno nel frattempo deceduto). 13 erano le Parti civili tra cui il ministero della Salute e quello dell’Ambiente.

NELLE CONCLUSIONI DEL PM SI LEGGE INOLTRE:….”Il Tribunale di Savona, pur pronunciando sentenza di assoluzione con formula dubitativa e pur palesando una serie di dubbi, perplessità e incertezze, non ha ritenuto di conferire incarico ad un perito per chiarire tali aspetti e appurare la fondatezza degli esiti delle CT del PM ovvero dei rilievi difensivi.
Come si è visto, numerosi sono infatti gli errori interpretativi in cui è incorso il Giudice che ben possono spiegarsi alla luce dell’estremo tecnicismo che caratterizza le materie coinvolte nel processo» ‘
Proprio per tali ragioni non è dato comprendere il motivo per cui il Tribunale non si sia affidato ad un esperto, quanto meno per effettuare una valutazione (anche parziale) del contenuto delle relazioni tecniche depositate dalle parti.
D’altra parte, nella sentenza impugnata non vi è alcun riferimento ai motivi per cui il Tribunale ha, implicitamente, effettuato questa scelta.
La estrema gravità dei fatti contestati, le ripercussioni che la vicenda ha avuto a livello mediatico e sociale e, infine, l’elevato tecnicismo dell’istruttoria dibattimentale imponevano (e impongono tutt’ora) un più stringente vaglio tecnico.
Pertanto, qualora Codesta Corte di Appello non riconosca la erroneità delle argomentazioni del Giudice di primo grado alla luce delle osservazioni illustrate nel presente atto di appello e pervenga quindi ad una sentenza di condanna e qualora non accolga la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria ex art. 603 c.P.P. formulata in relazione ai precedenti motivi, si chiede che venga disposta una perizia in relazione alle questioni trattate dai consulenti che saranno ritenute meritevoli di chiarimento.
Alla luce dei sopraesposti motivi, previa rinnovazione dell’Istruttoria dibattimentale nei termini indicati (ovvero, in subordine, previo espletamento di perizia) si impone pertanto la riforma della sentenza impugnata c per l’effetto l’accoglimento delle richieste già formulate da questo P.M. al Tribunale di Savona.
Con osservanza. Savona, 2 febbraio 2024. V. IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA (Ubaldo Pelosi) e il sostituto Elisa Milocco.

VEDI LE 67 PAGINE DEI MOTIVI DI APPELLO…..

2/ULTIMA UDIENZA E LETTURA DELLA SENTENZA-


3 ottobre 2023 –Centrale elettrica di Vado Ligure. Processo Tirreno Power
, tutti assolti i 26 imputati per la centrale a carbone di Savona. Il procedimento, iniziato nel 2019 dopo anni di denunce da parte di cittadini e associazioni, scaturiva da una inchiesta della Procura di Savona che aveva portato nel 2014 al sequestro dei due gruppi a carbone della centrale (oggi smantellati).

Assoluzione con formula piena per tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste” nel processo Tirreno Power. Lo ha deciso oggi il giudice Francesco Giannone del tribunale di Savona. A giudizio, con l’accusa di disastro ambientale e sanitario colposi, c’erano 26 tra manager ed ex manager della centrale elettrica di Vado Ligure.

Il processo, iniziato nel 2019 dopo anni di denunce da parte di cittadini e associazioni, scaturiva da una inchiesta della Procura di Savona che aveva portato nel 2014 al sequestro dei due gruppi a carbone della centrale (oggi smantellati). La pm Elisa Milocco, aveva chiesto una pena di tre anni e mezzo per tutti gli imputati ad eccezione di due (di cui uno nel frattempo deceduto).

Al processo hanno partecipato come parti civili il ministero della Salute, quello dell’Ambiente, Accademia Kronos, Codacons, Cittadinanza Attiva, Adoc, Articolo 32, Greenpeace, Medicina Democratica, Legambiente, Uniti per la salute, Wwf e Anpana.

Azienda: sempre rispettati tutti i limiti di legge. «Questa sentenza chiude un processo lungo oltre 10 anni che ci vedeva imputati per un presunto disastro ambientale e sanitario. Abbiamo sentito tutti: tutti assolti, azienda e amministratori. E’ utile allora ricordare che in questo stesso palazzo più di 10 anni fa l’allora procuratore decise di avviare una indagine contro Tirreno Power, che tra le altre cose portò alla chiusura del nostro impianto a carbone. Oggi viene sancito nero su bianco in nome del popolo italiano quello che abbiamo sempre ripetuto fin dall’inizio: che abbiamo rispettato tutti i limiti di legge e non abbiamo mai arrecato danno a territorio, popolazione e lavoratori».

 

 

 


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