Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Una Savona fuori Savona. La memoria del movimento operaio savonese


Vale la pena di ritornare per un momento all’iniziativa svolta ieri in Sala Rossa organizzata da ANPI e CGIL che hanno presentato un testo di Adolfo Badarello sulle origini (1891) del Primo Maggio nella nostra Città.

di Franco Astengo

Nell’anno successivo a quel 1891 fu fondato il Partito dei Lavoratori Italiani diventato poi Partito Socialista e si rilevavano condizioni di sfruttamento e di necessità di riscatto della dignità del lavoro che sono anche dalla drammaticità delle condizione attuale.

E’ stato importante ripercorrere l’opera di Badarello nella sua ricostruzione della storia cittadina e in particolare delle vicende del movimento operaio dalle sue origini e significativo il riconoscimento che gli è stato tributato anche dall’Amministrazione Comunale.

Soprattutto l’iniziativa ha assunto un senso di necessaria continuità tra la storia, l’identità, il futuro che in questa occasione si è cercato di stabilire in una Città che, nel recente passato, ha subito i colpi della de-industrializzazione e una costante perdita di significato nel senso dell’essere protagonista della propria storia.

Savona ha subito una vicenda di spossessamento alla quale oggi si intende offrire una proposta di inversione di tendenza principiando da un richiamo alla memoria. Un richiamo alla memoria che deve assumere il significato di riferimento alle radici intese nel senso letterale di appoggio per la crescita.

Savona non sarà mai più una città industriale perché l’orizzonte su cui si muoveva quell’identità non esiste più cancellato da un’economia governata da fattori ben diversi da quelli novecenteschi. Stiamo vivendo una travolgente innovazione tecnologica, emergono necessità sociali e culturali in continua evoluzione.

E’ ancora possibile ritrovare un indirizzo e un progetto: prima di tutto muovendosi ben oltre la cerchia della propria realtà urbana, rompendo l’isolamento, favorendo l’integrazione delle diversità culturali, esaltando l’eguaglianza e la possessione di diritti “in primis” collettivi.

Il confronto svoltosi in Sala Rossa è stata aperto da un intervento di Bruno Marengo che si è richiamato alla coincidenza temporale con lo sciopero dei metalmeccanici: uno sciopero che ha visto la categoria “di punta” del mondo del lavoro tornare in piazza come rappresentanza di una “classe generale” che chiede salario, smantellamento della precarietà, diritti e dignità in fabbrica e fuori: forte il richiamo alla Costituzione e all’antifascismo.

Possiamo definire questo intervento, come quelli successivi di ANPI e CGIL quasi come punti di testimonianza attiva di una volontà di riscatto e di recupero di progetto dopo anni di smarrimento e di cedimento.

Naturalmente il cammino da percorrere si presenta impervio, le contraddizioni evidenti, si accumuleranno i punti di ritardo ma riflettere su una Savona fuori di Savona realtà produttiva fondata su espressioni sociali di concreto progresso può essere ancora possibile: nell’occasione l’amministrazione comunale ho colto una piena sintonia con le idee che venivano espresse, una sintonia da esercitarsi svolgendo una funzione egemonica di intervento non semplicemente amministrativo ma di reale trasformazione anche sul piano più pienamente politico.

Nel ‘900 nei suoi momenti cruciali la storia di Savona è stata contrassegnata dalla capacità di governo della sinistra e di un movimento operaio capace di assumere direttamente, in prima persona con i suoi esponenti, il governo della cosa pubblica: ricostruirne la storia diventa non un semplice dovere di rimembranza ma passaggio fondamentale per aprire il varco del futuro.

Franco Astengo

L’associazione “Il rosso non è il nero” di Savona contribuisce ad organizzare questa iniziativa nella convinzione che un dibattito sui fatti di 63 anni fa conclusisi con la vittoria della democrazia, possa risultare utile anche adesso in un momento in cui appaiono sotto attacco i valori fondanti della democrazia repubblicana. Così attribuiamo grande importanza alla partecipazione all’iniziativa sollecitando tutti i soggetti democratici in questa direzione. MERCOLEDI’ 19 LUGLIO ORE 18,30 FELTRINELLI POINT via Astengo 11/r

Presentazione del libro: Luglio 1960. Le tensioni del cambiamento

a cura di Franco Amatori e Guido Melis (edizioni Rubattino)

Questo volume racconta e analizza il duro scontro politico avvenuto in Italia fra gli ultimi giorni di giugno e il 19 luglio 1960, con la fine della breve e controversa esperienza del governo Tambroni. Nel nostro panorama storiografico  manca ancora una considerazione approfondita della pluralità di osservatori, della varietà e unicità degli eventi declinati a livello locale, nonché della diversità di voci, percezioni e interpretazioni politiche allora espressi. I numerosi studiosi coinvolti danno vita in questo volume a un panorama complesso e variegato che valorizza diverse fonti storiche, a partire da una “cornice” che colloca gli episodi nel contesto della “grande trasformazione” della società italiana e nello scenario internazionale. Seguono gli interventi dedicati al maggior protagonista politico, il democristiano Fernando Tambroni, mentre un’ampia sezione ricostruisce i quattro grandi episodi del drammatico scontro – politico e di piazza – che portò l’Italia a un passo dalla guerra civile. L’ultima parte analizza la risposta che le forze politiche diedero agli avvenimenti di quei giorni, testimoniando la sostanziale incomprensione delle “tensioni del cambiamento” che agitavano la società e la politica italiane alle soglie del boom economico.

Introduzione- Sergio Tortarolo. Intervento di Marco Doria co-autore del testo Università di Genova. Testimonianze: Mario Margini e Franco Astengo


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F.Astengo

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