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Albissola Marina. I “Kapra” per Gaiezza


“Ieri ci ha unito la ceramica, oggi ci uniscono la ceramica e il ricordo di Gaiezza” dice Ylli Plaka a proposito dell’origine della mostra I “Kapra” per Gaiezza in corso ad Albissola Marina, al Circolo degli Artisti, a Pozzo Garitta, dal 9 al 25 giugno, per iniziativa della Fondazione Centofiori, a cura di Federico Marzinot. 

di Federico Marzinot 

Con la proposta – nelle due sale del Circolo, un tempo fabbrica di ceramiche – di dipinti e di ceramiche di Roberto Gaiezza (Cairo Montenotte 1940-2018), componente del Gruppo Kapra, e con quella di loro ceramiche Giacomo Lusso, Aldo Pagliaro, Ylli Plaka, Carlo Sipsz, anch’essi del Gruppo, intendono, appunto, ricordare la figura e l’arte del loro amico e la vicenda che li ha visti realizzare insieme ceramiche e poi esporle sempre insieme, di volta in volta, dal 2010 al 2016-2017, data della mostra BiSpazio Kapra, svoltasi nel dicembre 2016-gennaio 2017 prima nella sala esposizioni del Comune di Celle Ligure e successivamente al Circolo degli Artisti Nella mostra qui in atto si documenta, con esempi significativi, il percorso artistico di Roberto Gaiezza: i quattro dipinti  (Figura con brocca, 2002. Un sogno interrotto, 2012. Il peccato originale, 2013. Non solo io, 2016)  evidenziano il passaggio di Gaiezza da echi ormai lontani del figurativo – di cui era stato sicuro ed apprezzato interprete, con paesaggi e figure – all’astratto. Gaiezza si era ispirato progressivamente negli anni Novanta e poi decisamente nel decennio successivo, soprattutto all’opera, da lui ben studiata e compresa, dei maestri dell’informale Alberto Burri (1915-1955), Afro Libio Basaldella (1912-1976) ed Emilio Vedova (1919-2006), a seguito soprattutto della voluta sua visita al Museo dell’arte contemporanea di Basilea. Le numerose ceramiche, realizzate dal 2008 in avanti, documentano a loro volta, l’ormai personale, completo esprimersi nell’informale conseguito in quegli anni da Gaiezza. Proponiamo qui di seguito, le linee generali della vicenda del Gruppo Kapra e note sulla figura e sull’opera di Roberto Gaiezza e sul suo rapporto col territorio d’origine.

Sala Circolo degli Artisti, in fondo a destra le due opere di Ylli Plaka, a fianco il piatto ed il vaso di Carlo Sipsz; nella saletta sotto l’arco le opere di Roberto Gaiezza.

Sei a Pozzo Garitta. Roberto Gaiezza, Giacomo Lusso, Aldo Pagliaro, Ylli Plaka, Carlo Sipsz, Alberto Toby si intitolava la mostra svoltasi dal 4 al 23 dicembre del 2010, ad Albissola Marina, presso lo Studio d’Arte Pagliaro, per iniziativa sua e di Giacomo Lusso, nell’ambito del loro progetto Pozzo Garitta cuore di Albisola, già con precedenti edizioni; presentava l’iniziativa la studiosa della ceramica Simona Poggi. I sei frequentavano allora Piral Arte, fondata nel 2007 da Angelo Dufour, con Francesco Dufour direttore artistico, dove Ylli Plaka era il riferimento tecnico ceramico per loro e per tanti altri artisti, che allora potevano esprimersi a tempo pieno, in una dimensione di colleganza e di amicizia, senza rivalità, con la possibilità di scambi di idee e di suggestioni tecniche e di ispirazioni. Nel 2011 su invito del Comune di Mondovì e di quel Museo della Ceramica, Plaka vi terrà una personale .Da tale rapporto avrà origine la presenza ceramica in quella sede pure di Gaiezza, Lusso, Pagliaro, Sipsz. Assieme a Plaka, ciascuno di loro proporrà una grande, policroma sfera in ceramica sulla piazza principale di Mondovì. Fra Plaka e

Sala del Circo degli Artisti, la vecchia fornace ottocentesca, il pannello con la foto-storia del “Gruppo KApra” ed il vaso di cArlo Sipsz.

Lusso stava frattanto nascendo l’idea di dare vita ad un gruppo: esporre insieme anzichè individualmente – formula questa più onerosa –  avrebbe costituito un vantaggio per loro e per gli altri amici. Scherzosamente, circondati dai tanti “Capra!” che allora andava urlando alla televisione Vittorio Sgarbi, ispirati pure dalla Capra di Picasso, essi daranno nome Kapra al nascente loro sodalizio; poi a tavola, sempre a Mondovì, Sipsz ne disegnerà il logo su un tovagliolo.  Era nato così  il Gruppo Kapra!

L’interesse suscitato nell’ambiente artistico dalla presenza del Gruppo e le relazioni .avviate da Lusso con il critico d’arte Vittorio Amedeo Sacco e con la galleria d’arte Sartori di Mantova, propiziarono la presenza dei cinque Kapra, l’anno successivo, in quella sede, con la mostra La terra  del mare, a cura appunto di Sacco, con un allestimento ed un catalogo di tutto rilievo. Ciascun artista aveva infatti a disposizione un proprio spazio: I valori del gesto e dell’immediatezza era il titolo di quello per Gaiezza; I valori  simbolo della realtà titolava, a sua volta, lo spazio per Lusso; Tracce proponevano le opere di Pagliaro; La gestualità formale di Plaka veniva ben evidenziata, mentre nello spazio di Sipsz si richiamava La gestualità emotiva delle sue ceramiche.

Dal 19 marzo al 14 aprile dell’anno successivo le ceramiche del Gruppo Kapra venivano poi esposte al Casinò di Sanremo, con la mostra L’equilibrio della diversità, a cura di Riccardo Zelatore. Sempre nel 2013 il Gruppo proporrà le proprie ceramiche a Castellamonte ed a Cairo Montenotte, nel Palazzo di Città. Seguiranno, nel 2016 la esposizione di ceramiche nella piazza principale di Vico Pancellorum, borgo medievale nell’entroterra della Lucchesia; nel 2016-2017 avrà luogo la sopra richiamata mostra a Celle Ligure e ad Albissola Marina.  A seguito anche della scomparsa di Roberto Gaiezza, nel 2018, il Gruppo non si proporrà con altre mostre almeno sino a quella attuale, al Circolo degli Artisti a lui dedicata.

Saletta del “Circolo degli Artisti” con ceramiche e dipinti di Roberto Gaiezza.

Roberto Gaiezza nato a Cairo Montenotte nel 1940, apprende giovanissimo le tecniche basilari e la gestualità dell’arte seguendo l’operare del cairese Carlo Leone Gallo (1865-1960), allora reputato maestro nella pittura. Dà deciso spazio all’arte nella propria vita in un momento di giovanile difficoltà lavorativa nella sua professione di artigiano saldatore, e da allora essa gli sarà sicura compagna. La curiosità per ogni tipo di tecnica ed il suo mestiere di saldatore, con la capacità di cogliere i contenuti e la forza della materia e della cromia, gli consentiranno di esprimersi, con educata, personale, riconoscibile sicurezza.

Da pittore é riconosciuto protagonista, dal 1965, di  mostre personali e  collettive, di eventi d’arte, e  dell’importante percorso stilistico sopra citato, con la tormentata adozione dell’informale materico. Particolarmente apprezzata e ricordata é l’esposizione di suoi murales a Rocchetta di Cairo ed a Badalucco.  Da scultore Gaiezza  proporrà, fra l’altro, statue in ferro nella propria città. Da artista della ceramica é attivo, ad Albisola dagli anni ’70, ma lo é soprattutto dal 2008 presso Piral Arte. “Ho qui un valido artista, fallo esporre da te” proporrà in quell’anno Angelo Dufour a Antonio Licheri, presidente del Circolo degli Artisti; Gaiezza vi terrà così la sua seconda personale ad Albisola, con ampio successo di critica; sempre nel 2008  proporrà, sue sculture in ceramica a Savona, a Priamar d’autore, assieme ad altri affermati artisti, tra cui Lusso, Pagliaro, Plaka, Sipsz. V’era anche Giorgio Moiso, assieme al quale ed al pittore Francesco Iriti, Gaiezza fonderà nel 1991 a Cairo Montenotte il Centro Culturale Il Filtro, con la significativa partecipazione a sue iniziative da parte di Carlos Carlè, Angelo Caminati, Sergio Dangelo, Agenore Fabbri, Renata Minuto, Mario Rossello, Ernesto Treccani ed altri noti artisti. Ancora Moiso firmerà, “con amicizia”, nel 2015 l’introdizione al catalogo di  “Una vita…”, antologica di Gaiezza al Palazzo di Città di Cairo Montenotte. Riconoscimenti a quelle e ad altre significative presenze di Roberto Gairezza nella sua città sono stati due precisi segnali lanciati dal locale, benemerito gruppo culturale I Cavalieri dei Ricordi :  la mostra “Amicizia oltre…”, con opere di pittori legati a Gaiezza, realizzata nel 2018 a Cairo Montenotte, per richiamarne la memoria, e nello scorso anno, su richiesta della famiglia, un’esposizione di dipinti e di sculture di Roberto Gaiezza intitolata Percorso di donne nei colori di un artista, dedicata alle tante signore da lui interpretate nelle sue opere.

Federico Marzinot 

L’amicizia tra artisti: Roberto Gaiezza (a destra) con una sua ceramica nello studio di Ylli Plaka, a Valleggia.

Aldo Pagliaro e la sua arte.

Nato a Buenos Aires, dove ha frequentato la “Escuela de Artes Graficas” e con una successiva carriera di tecnico grafico e maestro del colore, Aldo Pagliaro é attivo nell’arte ceramica ad Albissola Marina dal 1975, nei suggestivi, antichi ambienti di Pozzo Garitta. Qui, da allora, egli dà vita ad opere dalle forme astratte, con personali messaggi, dai quali emerge una profondità che fa riuscita sintesi con la materia e con la forma. Si propone mostrando una maestria del segno, frutto d’una esperienza ormai antica nella conoscenza e nell impiego delle tecniche e dei materiali e nello studio dell’arte: Caratteristici della sua opera sono il senso del colore e la costante ricerca di volumi coerenti con quelli della natura e del cosmo. Le sue opere sono presenti in musei e raccolte private in Italia, in Argentina ed in numerosi altri Paesi. 

Raffigurare, con costruttivo intento critico, la nostra precaria condizione nel problematico tempo attuale ed in  una natura non sempre amica sta alll’origine dell’attuale sentire e dell’esprimersi di Aldo Pagliaro nella ceramica, con una profonda espressività. Su un versante della superficie della sua “Sfera primordiale” – modellata con un’immagine ed un volume coerenti con quelle della natura e del cosmo – Pagliaro “scrive”, con un drammatico, ampio rosso, la sconosciuta vicenda dei promordi del nostro pianeta, mentre sull’altro lato della sfera un drammatico, scuro segno evoca i tanti, irrisolti problemi creati oggi a se stesso dall’uomo. “La nube tecnologica” si propone, a sua volta, quale efficace, incombente simbolo di tutto quello che andiamo respirando nella quotidianità.

Carlo Sipsz e la sua arte. 

Carlo Sipsz, artista poliedrico, per la conoscenza e l’impiego di numerosi materiali,è nato a Genova nel 1941. Nel 1957 é stato allievo dello scultore Walter Kemmler presso la “Arte della Medaglia” di Genova. Dal 1966 al 1970 ha frequentato un corso di Scultura presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti  di Genova. Nel 1974 si trasferisce ad Albisola, aprendovi uno studio di scultura sul legno; nel 1980 vi aggiunge un laborartorio per la ceramica  Dal 1965 espone in numerose mostre, personali e collettive; partecipa a a numerosi concorsi nazionali ed internazionali della ceramica d’arte, affermandosi con significativi riconoscimenti e premi. Numerose sono le seue sculture presnti in spazi pubblici.; sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. 

Iniziato come pittore. Carlo Sipsz ha poi dato spazio al suo sentirsi scultore – come in effetti egli é – alla sua manualità, al desiderio di esprimersi compiutamente con la materia:.Nella scultura, da figurativo é poi passato alla ricerca di forme libere, inizialmente con il legno e poi con altri materiali, il marmo, il ferro, il bronzo, l’argilla e la ceramica. Nella ceramica ha, in particolare, creato delle forme ispirate sopratutto alla natura. “Intervengo in modo tragico sul blocco d’argilla, squarciando, mettemdo materia, provoco forme, creo forme nuove, con un richiamo comunque a  degli oggetti. Traporto l’impianto strutturale proprio della mia scultura nel linguaggio seducente del’a ceramica” dice Sipsz, descrivendo così il suo processo creativo, in ogni caso sempre controllato, nel quale trovano un preciso spazio e ruolo il colore rosso ed il giallo che rivestono attualmente gran parte delle sue opere, rendendole anche per questo riconoscibili, assieme al blu, al grigio ed all’argento, raramente, invece il verde.

Giacomo Lusso e la sua arte. 

Pittore, scultore, ceramista, Giacomo Lusso, nato in Val Venosta, in provincia di Bolzano, é ad Albisola dal 1966; si diploma in seguito al Liceo Artistico “Arturo Martini”, di Savona. Da allora si forma pure nella ceramica presso le fabbriche artigiane locali e divide esperienze e conoscenze con gli artisti che frequentano Albisola. E’ autore di studi sulla storia della ceramica ligure. Risale al 1972 la sua prima mostra personale. Distintiva della sua arte é la costante presenza dei “Tre Segni” della conoscenza. Molte delle sue opere in ceramica sono realizzate  con argille cavate personalmente in Albisola. Si esprime anche ideando azioni concettuali. Al suo attivo molte personali e collettive in Italia ed all’estero; sue creazioni sono presenti in collezioni pubbliche e private ed in ambienti all’aperto.

Con il pannello “Astronave” Giacomo Lusso raffigura, con forme in evidente, dinamico movimento, i pensieri e le emozioni frutto dei viaggi mentali che portano ciascuno di noi a vedere altri mondi, fatti di altri colori e di altre forme. Ha usato il supporto di legno per unire lo sfondo dell’opera agli elementi in primo piano, sicchè  lo sfondo diventa un altro elemento della composizione, diventa anch’esso colore. Come nella sua pittura Lusso propone qui una precisa, ritmata scansione dei colori. La ciotola, a sua volta, é fatta di figure in movimento, con la ricerca di un equilibrio di forme dinamiche.  Figurativo sino ai primi anni ’80, Lusso, causa un imprevisto di vita, si rivolge in seguito ad una ricerca più interiore.  Descrive con i suoi personali segni – come sopra si é visto – i propri “paesaggi dell’anima”, con la luce che promana da tale viaggio, dalla individuale “conoscenza” che ne deriva e che sta oggi alla base della sua opera.

Ylli Plaka e la sua arte.

Ylli Plaka é nato a Tirana il 4 gennaio 1966. Nella sua città si diploma in scultura e ceramica all’Accademia di Belle Arti, dove segue i corsi dello scultore Thoma Thomai. Nel 1991 si trasferisce in Italia. Vive e lavora a Savona e ad Albisola. Nel 1993 realizza la prima personale ad Albissola Marina, al Circolo degli Artisti; nel 2022 propone la nona sua personale ad Albisola, al Museo della Ceramica Manlio Trucco, e nello stesso anno,a Monbaldone, in Piemonte, la ventiseiesima sua mostra personale. Ha partecipato ad oltre quaranta mostre collettive in Italia, in Germania, Francia, Grecia, Romania eTurchia, con premi e riconoscimenti di alto valore.

La donna possiede parte dell’essere dell’uomo, dei suoi attributi: rispetto a lui: è perciò la più forte, madre e padre, sorella e fratello propone  Ylli Plaka con la sua scultura “Uomo-Donna”. Con “immersa” egli la raffigura  poi rivolta in se stessa, alla ricerca del proprio tutto e del passato, delle  sue origini nella figura del delfino. Entrambe le opere sono una originale e libera interpretazione d’artista di aspetti della nostra realtà. Ciò viene raffigurato, con il linguaggio allusivo proprio di Plaka, attraverso evidenti, ampi volumi, la cui plasticità risulta matericamente espressa ed esaltata dalla superficie del grès, impiegato con sicura maestria tecnica. La donna ed il suo corpo, la maternitàe le tante cose della quotidianità sono temi oggi cari all’artista assieme al rapporto con la madre terra, con la natura, con gli animali, dai tratti spesso enigmatici ma resi comunque vicini.

 


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