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Liguria e Basso Piemonte

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E Ceriale decise di non voltare pagina. Cosa accadeva alle comunali del 1999


C’erano tre liste in campo. Quasi una tradizione nella storia politico-amministrativa di Ceriale. Le immancabili promesse alla stregua di quelle ‘del marinaio’? La campagna elettorale 2023, con tre forze in campo, è appena iniziata e si preannuncia infuocata. In attesa di conoscere i programmi (nero su bianco) utile un tuffo nel passato.

Era 13 giugno 1999. Con la lista civica  ‘Ceriale Viva‘ e candidato sindaco il rag. Pietro Fasiani che è stato dirigente  dell’Azienda ospedaliera S. Corona di Pietra Ligure. Con 16 aspiranti a consigliere comunale. Conoscere il passato per meglio valutare il futuro. In quell’anno vinse le elezioni Piero Revetria (lista civica di centro) dopo il mandato di  Giovanni Gino Cerruti (’95-’99) eletto con Forza Italia. Revetria in carica fino al 2007 quando ad aprile arrivò, causa crisi di giunta, il commissario prefettizio  Renato Bartoli. Ad aprile 2008, con la nuova tornata elettorale, fu eletto sindaco Ennio Fazio (Popolo della libertà) rimasto al timone fino a giugno 2018 quando è stato eletto sindaco Luigi Romano con ‘Ceriale siAMO noi’ (lista civica).

Ieri come oggi le ricorrenti frasi: “Serio impegno per la rinascita di Ceriale”. Lista di ‘persone oneste e capaci’. O ancora: “Risollevare il Comune dal pericoloso torpore  in cui è caduto”.

Ceriale Viva‘ di Fasiani con un programma elettorale che mirava al “miglioramento delle condizioni di vita, sia sotto l’aspetto sociale che economico e riportare il nostro Comune  ad una posizione quanto meno paragonabile  agli altri Comuni della Riviera di Ponente”.

Tra le proposte figuravano il potenziamento  e qualificazione dell’offerta turistica con la realizzazione di un approdo (progetto che finirà per essere definitivamente abbandonato con una qualche ragione, vedi approdo di Borghetto S, Spirito ndr)”. E ancora: “realizzazione  di una struttura multifunzionale  per manifestazioni e spettacoli”.

Già nel 1999 si discuteva  della Variante generale del Piano regolatore, con l’adozione di un nuovo P.U.C. finalizzato ad uno sviluppo sostenibile. L’importanza di creare una ‘zona artigianale’ che non crei impatto ambientale, particolare attenzione  alle zone turistico-residenziali e l’impegno per la zona T1 (allora bloccata da oltre 20 anni) e “in cui potrebbe trovare  collocazione un centro talassoterapico quale potenziale volano turistico ed occasione  di prospettive occupazionali”.  C’era inoltre la ‘salvaguardia  delle zone  ad alta vocazione agricola’. Individuazione di aree destinate all’edilizia economico -popolare.

Si prevedeva, con il trasferimento a monte dei binari, la realizzazione dell’Aurelia-bis. E un ‘parco marino’ a tutela dell’habitat  della flora e della fauna. La riqualificazione della Riserva Paleontologica  del Rio Torsero e delle annesse strutture. Valorizzazione del vasto territorio montano. Non da ultimo “il reperimento di locali da assegnare in autogestione ai giovani  quale punto di incontro, con possibilità di praticare  attività socio-culturali, artistiche  e musicali”. Originale la proposta di “assegnazione  di spazi controllati per ‘graffiti’ e murales, oltre a spazi per attività sportive”. Ecco il programma integrale.

 


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