Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pieve di Teco, Sophie un’artista che fa onore. Laureata a Londra, lavora il vecchio ferro e legno. Nipote del celebre scrittore Charle Dickens che soggiornava a Alassio e Genova


Scoprire un’artista che ha raggiunto fama internazionale. Pieve di Teco ha letto, il 21 marzo scorso, su  Torino Free.it, a firma di Federica Felice: Speciale mostra privata di Sophie Dickens, nipote del celebre Charles Dickens dal titolo “Bacchanalia”. Altri articoli su La Stampa Torino e Il Corriere della Sera. Rari accenni sui media liguri. Un personaggio straordinario, silenzioso, che onora il paese e la Valle Arroscia. Mani sapienti e grande amore per questa terra.

“Tutto parte da un’antica casa rurale dei primi dell’800, nell’entroterra ligure, acquistata dall’artista. Dentro c’era di tutto: bottiglie, damigiane in vetro e gigantesche botti in legno di rovere costruite all’interno delle cantine dalle sapienti mani di antichi bottai (all’epoca il vino se lo facevano in casa) che hanno ispirato Sophie per realizzare la sua mostra personale “Bacchanalia”.

Infatti, “The Dancer of Bacchus” è la prima scultura di questa serie realizzata da Sophie con le doghe in legno ed i cerchi in ferro di quelle botti costruite per custodire il vino.

Sophie Dickens da sempre lavora il ferro e il legno per le sue opere, taglia, salda, sovrappone fino a far diventare questi 2 materiali delle opere animate.

Lartista sotto i portici di Pieve di Teco nel 2018con la scultura ‘Angelo custode’

In questa occasione il vino, le forme arcaiche che lo contengono, tanto fisicamente che a livello filosofico, diventano il filo conduttore che dal mito crea un collegamento diretto con la terra o meglio ancora con il territorio, trasformandosi in energia dinamica che pervade tanto il mondo degli animali, fissati plasticamente nei loro slanci vitali quanto quello degli uomini, immortalati in danze estatiche senza fine”.

Sophie Dickens una scultrice britannica di fama internazionale le cui opere sono sparse in tutto il mondo (www.artsy.net/artist/sophie-dickens). La sua formazione di impostazione classica nel disegno e la sua profonda conoscenza della forma, acquisite anche grazie alla laurea presso il prestigioso Courtauld Institute of Art di Londra, le permettono di creare opere che si muovono in tutti i sensi; che si tratti di uno schizzo veloce o di una scultura monumentale, il suo lavoro è pieno di dinamismo.

Attraverso meticolosi studi anatomici, Sophie costruisce armature, saldando barre di ferro come disegni scheletrici su cui inizia a legare pezzi di legno appositamente tagliati, recuperati da vecchi pavimenti dismessi, da travature di tetti di quercia o castagno. Usando la fluidodinamica per comprendere la natura delle forme convesse e concave, crea movimenti muscolari simili ai classici studi di Eadweard Muybridge che l’hanno influenzata da vicino, dando vita a una sensazione cinematica coerente di ossa, muscoli e tendini.

Utilizzando uno spiccato talento naturale, infonde vita e carattere al suo lavoro, creando sculture monumentali piene di passione e vitalità, in cui i meccanismi interni del corpo e della mente esplodono attraverso la pelle e ne formano l’involucro esterno.  

Le creazioni e le sculture di Sophie Dickens riflettono un primitivismo moderno, spesso con braccia e gambe allungate che animano creature piene di forza e movimento.  I suoi soggetti prediletti ruotano principalmente intorno alla natura, agli animali, alla mitologia, agli elementi e all’umanità. Sono pieni di poesia con forme liriche e pose emotive. Inutile dire quanto l’artista britannica abbia ereditato in pieno la capacità della famiglia di evocare i sensi, così come era sommamente capace il suo trisnonno Charles Dickens. 

Sophie Dickens può parlare con chiunque senza bisogno di parole. 

A LUGLIO 2020 LORENZO BONSIGNORIO SU RIVIERA TIME TELEVISION

Perché ha scelto Pieve di Teco come luogo in cui vivere?

“Sono venuta a Pieve di Teco perché gli artisti non hanno mai soldi in tasca. Cercano sempre un posto che sia tranquillo, dove possano fare i loro lavori e che non costi troppo. Non sapevo neanche dove fosse la Liguria fintanto che qualcuno non mi ha detto che aveva un’amica che ha acquistato un appartamento a Vessalico molto conveniente. L’ho contattata e mi ha spiegato che era semplice, così ho chiamato mio marito che si trovava in Australia e gli ho detto: “Ci trasferiamo in Italia. Quando torni dall’Australia andiamo a cercare una casa in Liguria”. Così abbiamo scelto questa casa che è stata perfetta per questi 4 anni. Sono stata in grado di entrare in contatto gradualmente con il posto e le persone. Ogni anno collaboro con il carnevale e ho incontrato magnifici amici qui a Pieve di Teco.

Parte della mia attività è ovviamente vendere a persone ricche grandi sculture nelle gallerie londinesi, per compensare con questo mi piace creare progetti con persone del posto. Abbiamo fatto dei cappelli di pasqua, conigli fatti di cartone, ho fatto indossare a tutti i cappelli e ho installato molte sculture in giro per il paese: lupi nelle strade, scimmie su un edificio abbandonato, pellicani a bordo fiume, topi in una cantina”.

“Sì, il mio bis bis nonno era Charles Dickens. È interessante perché anche luì venne in queste zone perché era un posto economico dove venire e scrivere. Era solito soggiornare nella riviera ligure ad Alassio e a Genova. Ma io non lo sapevo fintanto che non mi sono trasferita qui quando mi hanno dato un libro su Dickens in Italia. È bello sapere che hai un parente così importante, ma non lascio che la cosa mi influenzi in nessuna maniera perché cerco di essere un’artista a pieno titolo con le mie forze. Non è semplice quando tutti sono più interessati a Charles Dickens rispetto a me. Sono quasi in competizione, ma sì: sono la nipote più giovane del suo figlio più giovane”.

Una scultrice internazionale a Pieve di Teco. Sophie Dickens  dopo aver studiato a lungo a Londra e in tutta Italia, visitandone i musei, quattro anni fa ha deciso di trasferirsi nel capoluogo della valle Arroscia per continuare nel suo percorso artistico basato soprattutto sulla rappresentazione del mondo animale.

“Ho sempre fatto sculture, ho studiato la storia dell’arte al Courtauld Institute di Londra – spiega a Riviera Time. È stata un’ottima preparazione a livello artistico. Ci siamo concentrati sugli antichi maestri, in particolare gli antichi maestri italiani. Ho passato molto tempo nei musei italiani ammirando le statue, i disegni, i dipinti dell’alto Rinascimento. Poi ho studiato anatomia all’University College a Londra e ho fatto un corso part-time dove ho imparato a saldare, e tutti i processi necessari per scolpire e creare con il bronzo. Fondo io i miei bronzi. Ho fatto molta pratica nel disegno dal vivo con molti modelli che ho disegnato, per cui ho sempre un’ottima idea nella mia mente di come voglio che le cose appaiano”.

“Quindi quando faccio ricerche su un animale voglio essere sicura di comprenderne l’anatomia, guardo video degli animali in movimento – dice l’artista. In questo momento, per esempio, sto creando dei cinghiali, guardo molti documentari su questi animali, voglio conoscere le loro abitudini. Ho deciso di farli gioiosi e non pericolosi. Mentre si grattano, cercano funghi, fanno cose simpatiche. Quello di cui parlo con la mia arte sono le relazioni umane con gli animali. Mi piace quindi fare delle installazioni e ho installato i miei lupi a Pieve di Teco. Ho portato i lupi nel paese così che le persone possano dialogare, perché sanno che i lupi stanno tornando nelle montagne italiane e quello che voglio è proprio creare un dialogo. Ho anche installato degli uccelli fatti con legname di riciclo nel paese per parlare del fatto di non mettere questi animali in piccole gabbie”.

“Per le olimpiadi di Londra ho fatto molti lavori collegati allo sport – prosegue.- Quando mio marito era fuori in Australia ho fatto dei dialoghi sulle relazioni personali. Un altro aspetto importante per me è il riciclo, nello specifico del legname. Il branco di lupi è stato fatto con il pavimento di una villa di Pornassio. Hercules and the Lion è stata fatta con un castagno, usando un pavimento di larice, e per questa nuova serie dei cinghiali sto usando vecchi barili di quercia che un amico mi ha donato da Montecalvo”.

 

 


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