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Intervista/Graziella Ferrari, fiduciaria Fai, insegnante. ‘Sidef e Café Philo. Il mio ponte ideale tra Italia e Francia’


Sanremo piccola capitale dei francesisti. In sette anni di attività organizzate conferenze, dibattiti, concerti e proiezioni di film in lingua originale con l’adesione di istituzioni, docenti, studenti e semplici cittadini.

di Gian Luigi Bruzzone

Graziella Ferrari, savonese ed inserita nell’ambiente sabazio, già collaboratrice del medioevista Prof. Geo Pistarino all’Università di Genova, insegnante nelle scuole superiori savonesi e fiduciaria del FAI per la provincia di Savona, da anni risiede in Sanremo. Per suo desiderio le nostre domande peraltro verteranno soltanto sul ruolo avuto nel SIDEF.

Cara Graziella, com’è sbocciata la sensibilità per la cultura e per la lingua francese?
L’interesse per la cultura francese si è formato nel corso degli studi superiori e in quelli universitari (Laurea in Lettere Moderne, Laurea in Storia), mantenendosi però su un piano di conoscenza scolastica. L’attenzione si è accesa solo dopo aver avuto la fortuna di visitare a Strasburgo la Sede del Parlamento Europeo e quella del Consiglio d’Europa, con una guida d’eccezione: Carlo Russo (1920-2007), deputato, ministro e da ultimo giudice alla Corte europea, che tu certo conoscevi. Mi sono così iscritta alla Società Italiana dei Francesisti, sezione di Savona, che aveva ed ha tuttora come Fiduciaria la Prof.ssa Maria Angela Levo, il cui magistero in campo locale e nazionale è notoriamente rilevante.
Nell’ambito della Società Italiana dei Francesisti (S.I.DE.F.) tu hai fondato la sede di Sanremo.
Circa sette anni fa mi sono trasferita a Sanremo e mi sono resa conto che, nonostante la vicinanza con la Francia e le numerose testimonianze francesi, ad esempio nell’architettura della città (vedi Casinò di Sanremo, Villa del Sole, Villa Ormond), nella storia e nella cultura locale, non c’era una corrispondente attenzione per lo studio e l’insegnamento della lingua francese. Se si pensa che ogni giorno 5.000 frontalieri vanno a lavorare in Francia e molti francesi (fortunatamente per Sanremo) varcano i confini con l’Italia per turismo o per acquisti o per vacanza. Nell’ultimo decennio nella Provincia di Imperia le classi dove si insegna il francese sono considerevolmente diminuite e, nonostante molti genitori abbiano chiesto alle istituzioni scolastiche che ci fosse la possibilità di scelta linguistica, la loro domanda è rimasta inascoltata. Tra le numerosissime associazioni della città sanremese non era presente la SI.DE.F. (Società Italiana dei Francesisti) e così con il sostegno del Segretario Generale, Dott. Aldo Antonio Cobianchi, con il consenso del Sindaco, Sig. Alberto Biancheri, e con la collaborazione della Prof.ssa Annarita Delfanti Zoppi, del musicista M° Freddy Colt e della docente Antonietta Siffredi è nata ufficialmente il 16 ottobre 2015 la Sezione di Sanremo.

Che si propone il Sodalizio? Esiste qualche cosa di analogo in Francia? Esiste una società francese di italianisti?

La Società Italiana dei Francesisti (S.I.DE.F.) nasce a Napoli nel 1969 su iniziativa dell’Ispettrice del Ministero della Pubblica Istruzione, Ortensia Ruggiero (formatasi all’Istituto Orientale di Napoli e successivamente alla Sorbona di Parigi), per favorire gli scambi culturali tra Italia e Francia. Si è così fondato un organismo che ha interessato tutte le Regioni italiane dando origine alle Sezioni strutturate verticalmente con a capo i Fiduciari. Il Segretario Generale ha il compito di promozione e di coordinamento delle Sezioni e tale ruolo è oggi tenuto dal Dott. Aldo Antonio Cobianchi.

Il fine del Sodalizio è duplica: culturale e didattico, ma con un unico obiettivo: difendere e diffondere la cultura francese attraverso un aspetto comparato, cioè il rapporto con la cultura italiana. Recentemente il 1° luglio 2022, presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, si è discussa una tesi di Laurea su “La S.I.DE.F., un ponte tra Italia e Francia che già nel titolo esplicita il ruolo della Società Italiana dei Francesisti.

Dal 1969 ad oggi sono sorte in tutta Italia molte sezioni che collaborano con le scuole di ogni ordine e grado e con l’Università per promuovere e sostenere l’insegnamento della storia e della cultura francese come importante tassello per formazione dei giovani.

Napoli insieme a Firenze costituiscono per i Francesi le città più attrattive, la prima per aver portato a Parigi lo splendore del Rinascimento italiano e la seconda per essere stata portatrice di idee nuove che daranno vita all’Illuminismo.

Il termine “francesisti” non esiste nel vocabolario francese e non si trovano in Francia associazioni di italianisti, ma sono operanti i Comitati della società Dante Alighieri che ha come scopo, come si evince dallo Statuto di “Tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana!“.

Hai approntato un programma articolato collegandoti con altre realtà culturali?

Il programma svolto nel settennato di attività ha privilegiato il coinvolgimento di docenti e studenti mediante conferenze, dibattiti e concerti. Particolarmente gradita dai giovani è stata la partecipazione alle proiezioni di film in lingua originale francese grazie alla collaborazione dei dirigenti del Teatro Ariston, nella persona della Signora Carla Vacchino. La visione di ogni film era preceduta da una breve introduzione tenuta dal ‘sidefino’ Dr. Julien Simonpieri di Parigi.

La programmazione musicale, curata dal Direttore Artistico M° Freddy Colt, si è svolta nella Chiesa Valdese realizzando cicli di musica dal vivo e conferenze in ambito classico e moderno. Proficua è stata altresì la collaborazione con l’Associazione del Ponente Ligure “Gli amici della Francia“, presieduta dal Dott. Eduardo Raneri.

E il Caffè letterario?

L’idea del Café Philo (abbreviazione di Philosophique) è nata per cerare l’atmosfera dei caffè parigini dove si incontrano artisti ed intellettuali per dialogare e scambiarsi le idee. Già nel Settecento in Italia si trovano parecchi caffè letterari che ebbero la loro fortuna per i legami con la vita elegante e borghese, ma anche con quella culturale e politica come il Florian a Venezia, il Pedrocchi a Padova nell’Ottocento, il Biffi nel Novecento a Milano.

Molto modestamente si è diffusa tra i sidefini sanremesi la consuetudine di incontrarsi nel pieno centro della città, a lato del palazzo più prestigioso, il Palazzo Borea d’Olmo, per discutere su argomenti quanto mai vari, secondo un’abitudine diffusa in Francia, come “esercizio dell’opinione“. Il Café Philo nel corso degli anni si è rivelata un’esperienza per unire al piacere della cultura quella di condividere con al tre persone gli interessi comuni.

Che cosa ami di più in Sanremo?

Dapprima sono stata attratta dagli splendidi giardini di Sanremo, riusciti a sopravvivere all’incalzante urbanizzazione del secondo Novecento, nei quali si possono contare complessivamente oltre duemila specie botaniche. Mi riferisco ad esempio al Parco di Villa Nobel, di Villa Ormond, di Villa Zirio, dell’ex castello Marsaglia, di Villa Bel Respiro, di Villa Boyde. Tutti i giardini nel loro insieme costituiscono per la Riviera di Ponente un grande polmone di ossigeno e di libertà per il loro affaccio sul mare.

In seguito la mia curiosità si è concentrata sulla “Pigna“, che rappresenta la vecchia Sanremo (le cui origini risalgono al Mille) che per la caratteristica della sua formazione richiama le squame di una pigna. Il borgo della Sanremo Vecchia è stato testimone della vita della gente che vi ha vissuto protetta da massicce mura medievali, intervallate da potenti porte d’entrata, da archi in pietra, e che nei secoli ha abitato in “case alla genovese” o in “palazzi gentilizi” tra caruggi, crose, scalinate, piazze, piazzette e fontane. Le numerose Chiese oggi, i molti Oratori, le cappelle votive e le edicole rappresentano la profonda devozione religiosa che emoziona ancora oggi, per arrivare alla Madonna della Costa.

Il segreto del fascino di Sanremo è ben espresso da una citazione del filosofo Walter Benjamin, che nel 1934 scriveva “La felicità è poter seguire passeggiando e scrivendo i propri pensieri in una località stupenda – e Sanremo è davvero bellissima – senza essere tormentati dalle preoccupazioni quotidiane».

Gian Luigi Bruzzone


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