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Liguria e Basso Piemonte

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Savona e Liguria ‘differenziata’, assessore Giampedrone ma i conti non tornano!


Rifiuti urbani e ‘riciclo’. Sulla “raccolta differenziata” in Liguria e in provincia di Savona i conti non tornano. L’Assessore Raul Giampedrone non guarda alle Regioni “virtuose”confinanti. “Accordi di Parigi” e “Recovery fund”. Perchè si tace ? A chi giova ?

di Gabriello Castellazzi*

Dopo la pubblicazione dei dati ufficiali relativi alla “raccolta differenziata” (RD) – anno 2020 – nella  nostra Regione, l’Assessore Giampedrone esulta, limitandosi ad un raffronto con gli anni precedenti, trascurando però i doveri di una programmazione capace di portare la Liguria al livello delle  Regioni confinanti che adottano una politica molto più efficace nei settori del “riciclo”e del “riuso”, sono più coerenti nel ripetto degli “Accordi di Parigi” sul clima e sono in linea con il “Recovery fund” che prevede contributi importanti finalizzati al raggiungimento dell’80% di RD.

La situazione è critica nel capoluogo Savona che, non superando il 61% di RD, sarà penalizzata.

Per il resto della nostra Provincia in molti Comuni i conti non tornano. Peggio va a Genova dove si arriva solo al 45% (Torino è al 50%, Milano al 63%, Firenze al 54%).

Negli altri capoluoghi di provincia risultano La Spezia al 74% e  Imperia al 54%.

Rispetto al passato, nella nostra Regione si registra un modesto miglioramento (2019: 53,43%, 2020: 53,46%) : solo 134 Comuni liguri (sul totale di 234) hanno raggiunto o superato il 65% previsto dalla legge, con  diritto a sgravi fiscali (poichè viene riconosciuta economicamente al cittadino l’azione positiva che compie). Tutti gli altri Comuni, mancando gli obiettivi prefissati , sono penalizzati.

Nell’ottica della transizione “green” verso un’economia circolare, è possibile un sistema sempre più efficace di produzione e consumo, con riciclo finale dei materiali residui.

Secondo l’ “ISPRA” (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2019 in Italia  sono stati prodotti circa 30 milioni di ton. di rifiuti urbani, di cui oltre 18 mil. (61%)  confluiti nella raccolta differenziata con trattatamento e riciclo.

Un sondaggio “ISTAT” indica come siano quattro gli aspetti relativi al grado di soddisfazione, nella raccolta dei rifiuti, capaci di influire sul comportamento delle persone: si differenzia di più e meglio dove c’è gradimento circa l’orario di ritiro, maggior certezza che i rifiuti vengano effettivamente riciclati, l’informazione ai cittadini su quanto viene differenziato risulta capillare ed esauriente.

L’ ISTAT  ha verificato ancora come le informazioni più efficaci  siano quelle che precisano le sanzioni verso chi non rispetta le regole, indicando nel contempo i vantaggi e le agevolazioni fiscali per i cittadini virtuosi.

Molti non si rendono conto di quanto una corretta RD dei rifiuti urbani sia una grande opportunità  per l’intera comunità: meno inquinamento ambientale, più salute, lavoro in progressivo aumento per le imprese che si occupano di riciclo e minor sfruttamento delle risorse naturali.

Ad es. il recupero-riciclo della plastica in Italia viene effettuato da circa 300 imprese con oltre 2000 addetti: la plastica conferita ai centri di selezione nel 2020 è stata di 1.433.203 tonn. (un aumento del 4% rispetto al 2019). Il riciclo e la lavorazione del vetro coinvolge in Italia ben 356 aziende con decine di migliaia di lavoratori, tra occupazione diretta e indotto.

Lungo sarebbe l’elenco di tutti gli altri settori industriali coinvolti in attività ecosostenibili, ma

un’ ulteriore espansione è auspicabile perché l’economia circolare rientra perfettamente tra le azioni volte ad onorare gli “Accordi di Parigi” nel tentativo, difficilissimo, di controllare i cambiamenti climatici in atto.

La Regione Liguria dovrebbe imitare la vicina Emilia Romagna (all’avanguardia in Italia e in Europa) perchè ha adottato la tariffazione puntuale: “paghi per quanto butti”.

In questo modo si consente di assicurare una elevate percentuale di RD e una importante riduzione di rifiuti da smaltire: chiave di volta per una gestione moderna in linea con le normative vigenti e minore impatto di “termovalorizzatori” (produttori di CO2- comunque inquinanti anche se tecnologicamente avanzati).

I cittadini devono avere la sicurezza di pagare equamente solo per il numero dei conferimenti operati, controllando la quota di tariffa in maniera semplice, garantendo la trasparenza delle procedure.

Con la tariffa puntuale anche il mercato si avvia su di una strada virtuosa: i commercianti che offrono prodotti con imballaggi meno voluminosi (quindi meno rifiuti) saranno preferiti dai consumatori.

I Sindaci dei centri turistici, obbligati ad affrontare l’impatto invadente del turismo estivo, possono seguire l’esempio di Rimini che raggiunge oggi una RD del 71% .

*Gabriello Castellazzi   (Europa Verde-Verdi della provincia di Savona)

PER NON DIMENTICARE…ERA IL 18 FEBBRAIO 2020

RACCOLTA DIFFERENZIATA, ASSESSORE GIAMPEDRONE: “CON NOI CRESCITA IN TRE ANNI DAL 38% AL 50%, M5S e SALVATORE VORREBBERO IL DISASTROSO MODELLO RAGGI”

GENOVA. “La raccolta differenziata in Liguria, dall’applicazione della legge nel 2015, è passata in tre anni dal 38% al 50%. Un risultato eccellente considerata la situazione, definita arcaica dalla Commissione Bicamerale d’inchiesta del 2014, che noi abbiamo ereditato dalla giunta precedente”. L’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone risponde ad Alice Salvatore sulla gestione dei rifiuti e i programmi di miglioramento della raccolta differenziata effettuati da Regione Liguria.
“Alice Salvatore vive in un mondo completamente sconnesso dalla realtà. É talmente abituata al modello disastroso della giunta Raggi di Roma che vorrebbe che lo stesso fosse esportato anche in Liguria – dichiara Giampedrone – Noi adottiamo provvedimenti seri che portano risultati, dall’impiantistica ai programmi di raccolta differenziata, cercando di risolvere gli assetti che abbiamo ereditato dalla giunta precedente con cui lei oggi, peraltro, è alleata di governo a livello nazionale. In tre anni abbiamo distribuito più di 7 milioni di euro in contributi ai Comuni per migliorare i programmi di raccolta differenziata. E non è vero che i Comuni sono tassati come dice la Salvatore: chi non raggiunge gli obiettivi deve pagare il suo contributo che viene poi redistribuito da Regione ai Comuni penalizzati per il mancato raggiungimento degli obiettivi. In pratica, una partita di giro a favore di politiche virtuose di incremento della raccolta differenziata. É il caso del Comune di Genova che, in questi tre anni, ha pagato 1,4 milioni di euro di contributo per il mancato raggiungimento dell’obiettivo e ha incassato 1,8 milioni di euro, in corso di utilizzo per implementare il programma di miglioramento della raccolta differenziata comunale”.

 


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