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Savona 2021: urbanistica e cemento, ecco dieci aree calde su cui intervenire


L’ipotesi di ulteriore cementificazione speculativa riferita al lungomare di via Nizza (villette a schiera) deve essere seccamente respinta in un quadro di complessiva rielaborazione della visione urbanistica della Città.

di Franco Astengo (“Il rosso non è il nero”)

L’ipotesi di ulteriore cementificazione speculativa riferita al lungomare di via Nizza (villette a schiera) deve essere seccamente respinta in un quadro di complessiva rielaborazione della visione urbanistica della Città. In un quadro generale di recupero di attrattività, di relazione tra il centro e la periferia e ancora di progettualità riguardante l’intero comprensorio è evidente che si presentano diversi “strappi” nella struttura urbanistica cittadina che dovranno essere sicuramente colmati.

Nell’elaborazione progettuale che stiamo elaborando come gruppo “Il rosso non è il nero” riteniamo che la nuova amministrazione comunale che sarà eletta con le prossime elezioni debba muoversi si queste precise coordinate.

La struttura urbanistica dovrà tenere conto delle prioritarie esigenze di riqualificazione sia nel permettere le necessarie ristrutturazioni, ricucendo gli strappi nel tessuto della città, sia nell’impedire ipotesi di nuova, inutile e dannosa, cementificazione.

Diverse e importanti sono le aree sulle quali operare in modo da evitarne il definitivo degrado, elaborando progetti non destinati alla speculazione ma all’utilità pubblica, al verde, al rinnovamento delle strutture sociali e alla territorialità sanitaria.

A parte il problema enorme creato dall’Aurelia Bis in vari punti (di fronte alle Funivie, Corso Ricci, ecc) le questioni emergenti possono essere così riassunte: piazza del Popolo con la ex squadra Rialzo, ex cantieri Solimano, l’area dello stadio Bacigalupo e del CSI a Legino, Orti Folconi, aree di pregio tra ex-Enaip e San Giacomo, Funivie, ex-sottostazione elettrica di Lavagnola e relativi capannoni non utilizzati, i chioschi di Piazza del Popolo.

La questione dello stadio è sicuramente da discutere e definire, immaginando in prospettiva un impianto di dimensioni ridotte, così come debbono essere ripensate, oltre che conservate, le strutture sportive sparse per tutto il territorio cittadino, sia sotto l’aspetto della manutenzione sia al riguardo della loro gestione.

Il tema degli strappi urbanistici riguarda anche la localizzazione del nuovo carcere che il Ministero non ha ancora individuato: è evidente che si tratta di un forte elemento di discussione politica che dovrà essere affrontato a livello comprensoriale.

In generale il terreno della ricucitura deve essere gestito dalla parte pubblica e orientato alla riqualificazione dell’offerta commerciale (senza nuove strutture della grande distribuzione), culturale e del tempo libero.

In questa sede indichiamo le grandi linee direttrici sulle quali incamminare un’Amministrazione Comunale all’altezza delle sfide del futuro per una visione del centro cittadino inteso quale sede di volano per un nuovo modello di sviluppo.

Sarà il piano strategico che abbiamo proposto a dover individuare, con la collaborazione di tutti i soggetti interessati e dei cittadini in primo luogo, le diverse destinazioni urbanistiche, fermo il principio del contenimento della cementificazione che abbiamo già illustrato.

Franco Astengo

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DALL’ARCHIVIO AGGIORNATO DI TRUCIOLI.IT

L’ANONIMO B.L. DI U.L CHE NON VUOLE RUSSO SINDACO

ARBOSCELLO E’ IN BUONA COMPAGNIA ?

“Bisogna ammetterlo, politicamente Marco Russo non è molto fortunato. Ad ogni elezione comunale il suo nome compare tra i super favoriti per la candidatura a Sindaco per poi scomparire in un nulla di fatto.

In occasione delle prossime elezioni si è autocandidato, ha riunito un gruppo eterogeneo di personaggi che vanno dai cattocomunisti, dagli ex membri della Giunta Berruti fino ai rappresentanti dell’estrema sinistra e solo quando è arrivato l’appoggio del Pd la sua candidatura è diventata più credibile.

Russo finora di errori ne ha commessi tanti, uno fra tutti la campagna elettorale iniziata troppo presto e fatta di annunci con nulla di concreto (ad esempio nessuna posizione sul progetto della centrale a gas, sulla cementificazione in generale e sugli abusi edilizi).

Solo grazie all’appoggio a livello nazionale del Ministro Orlando le incertezze del Pd sulla sua autocandidatura sono state superate.

Ora, però, con l’avvento alla segreteria del partito di Enrico Letta le cose per Russo potrebbero complicarsi, per il fatto che il neo segretario vuole che nei Comuni che vanno alle urne si facciano le primarie”.

Con la scelta del candidato attraverso la partecipazione dei simpatizzanti o degli iscritti probabilmente cadrebbero le titubanze del M5S che con il “patto per Savona” non va molto d’accordo, ma Russo le primarie le ha sempre rifiutate (l’operazione Luca Becce in segreteria del Pd è stata orchestrata proprio per evitarle) quindi tutto potrebbe tornare in discussione.

In attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, c’è una dichiarazione a Primo Canale del Consigliere regionale Arboscello, unico oppositore alla candidatura di Russo nel partito, che confermerebbe le incertezze: “A Savona è difficile tornare indietro visto che un percorso è stato delineato, non sarebbe giusto, ma tutto è possibile”.


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F.Astengo

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