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Riserva dell’Adelasia, materia che scotta. Interrogazione al Parlamento Europeo


Cairo Montenotte. La Riserva Naturale regionale dell’Adelasia finisce in un “interrogazione a risposta scritta” al Parlamento europeo da parte di Eleonora Evias dal 2014 europarlamentare e membro della Commissione per l’ambiente. Fa parte del Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea.

Eleonora Evias parlamentare europeo

Quasi in concomitanza con la “Festa della donna”, la Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia ha trovato la sua paladina! Si tratta della parlamentare europea Eleonora Evi, eurodeputata del gruppo dei Verdi/ALE e membro titolare in Commissione Ambiente, eletta nella circoscrizione Nord-Ovest.

Dopo gli esposti alle autorità inoltrati dall’Associazione Italiana per la Wilderness, nella sua veste competente la parlamentare ha ritenuto di inoltrare un’interrogazione al Parlamento europeo in merito ai recenti fatti relativi alla gestione comunale della
Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, la quale, si ricorda, ricade in gran parte anche in un sito SIC (oggi Zona Speciale di Conservazione).

Nell’interrogazione si avanzano dubbi in merito alla regolarità degli interventi programmati secondo un Piano forestale fatto eseguire dal Comune di Cairo Montenotte e avallato dalla ex Provincia di Savona, con la motivazione che gli interventi previsti da detto Piano siano necessari per miglioramenti forestali a seguito di eventi climatici che avrebbero “danneggiato” lo stato delle foreste. In realtà, eventi che in una Riserva Naturale, per di più su suoli appartenenti alla pubblica proprietà, dovrebbero essere ritenuti non un danno
ma un beneficio per la naturale e spontanea evoluzione degli habitat forestali. Mentre gli interventi previsti mirano piuttosto ad un miglioramento economico che ha come concetto basilare lo sfruttamento forestale; cosa che non dovrebbe avere ragione d’essere in una Riserva Naturale il cui fine non è MAI il valore economico dei sui boschi, bensì quello biologico.

Crea scandalo il fatto che, come in quest’occasione l’AIW ha ritenuto di fare presente in una sua nuova lettera alle autorità:

– si tratta di una Riserva Naturale, quindi in quanto tale non ha e NON DOVREBBE AVERE finalità economicistiche, neppure indirette o di fatto;

– è in gran parte inserita in un sito SIC della Comunità Europea, quindi sottoposta a regole non solo regionali e non solo nazionali, che consentono sì forme di interventi gestionali, ma con lo spirito di poter garantire diritti economici, in particolare di privati (che però in questo caso non sussistono!);

– la Riserva Naturale ha una storia dietro la quale ci sta prima il volontariato di persone sensibili alla bellezza e al valore dei luoghi (bellezza e valori poi addirittura aumentati col trascorrere del tempo!) che ne auspicarono la sua conservazione, favorendo così il filantropismo di società private (3M Italia, Imation, Ferrania) che oltre a creare lavoro “donarono” ai valbormidesi questa ormai storica, sebbene oggi maltrattata, realtà ambientale CESSANDO le utilizzazioni forestali e trasformando i loro boschi in una Riserva Naturalistica;

– la Regione Liguria, anche e soprattutto su istanza dell’Associazione Wilderness, quando fallirono le suddette società la sottrasse all’ingordigia di ditte boschive private evitando la sua messa all’asta (e ciò PROPRIO allo scopo di assicurare il perpetuarsi della conservazione che vi avevano applicato con boschi da lasciare alla libera evoluzione naturale proprio per la finalità stessa di una tale Riserva, per dipiù su suoli appartenenti al patrimonio pubblico quindi scevri di necessarie utilizzazioni di “riordino” forestale e tanto meno economicistiche);

– con atto che può solo definirsi di deplorevole disinteresse, la Regione anziché provvedere alla sua gestione in quanto Riserva Naturale ha ritenuto di trasferirla alla Provincia di Savona e questa al Comune di Cairo Montenotte, il quale ultimo proprio in quanto ente locale non ha, per ovvie ragioni, la competenza per una gestione per le finalità naturalistica che la Riserva DOVREBBE INVECE AVERE;

– proprio per tali ragioni, anziché rivolgersi a dipartimenti universitari competenti per la materia (Biologia o Scienze naturali), il Comune ha invece ritenuto di rivolgersi ad un Dipartimento che ha finalità di utilizzazione agronoma e forestale e non già di conservazione della biocenosi e biodiversità quale dovrebbe essere per una RISERVA NATURALE dove, proprio in quanto tale, ogni organismo vegetale dovrebbe restare e decomporsi nella foresta, e non già sottratto quale legname (da palificazione, da opera, da ardere e cippato?), per dipiù a costo quasi zero per le ditte che si sono aggiudicate l’appalto di gestione!

Murialdo, 11 Marzo 2021,  Franco Zunino

(Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness)

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001343/2021 alla Commissione Articolo 138 del regolamento Eleonora Evi (Verts/ALE) Oggetto: Interventi selvicolturali nella Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia

La Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, che coincide parzialmente anche con la ZSC IT1322304 “Rocca dell’Adelasia”, di cui la Provincia di Savona figura come l’ente gestore, è attualmente interessata da una serie di interventi selvicolturali che non trovano precedenti nella storia recente del sito, non risultando volti a migliorare lo stato di conservazione dell’area bensì ad una gestione forestale in un’ottica economicistica non giustificata (salvo per la sentieristica) dalle finalità proprie di una riserva naturale, ancorché motivate da una situazione ambientale di abbandono e “danneggiamenti” per eventi climatici.

Si ricorda inoltre che l’Italia è oggetto dalla procedura di infrazione 2015/2163 per violazione della Direttiva 92/43/CEE, non avendo, inter alia, proceduto alla definizione delle misure di conservazione vincolanti per salvaguardare aree naturali di rilevanza unionale.

Alla luce di quanto sopra, può la Commissione far sapere:

a) se valuta gli interventi selvicolturali che stanno interessando la suddetta area compatibili con le disposizioni della Direttiva 92/43/CEE;

b) se tali interventi, effettuati su un’area boschiva di proprietà pubblica, risultino coerenti con gli obiettivi enunciati nella strategia per la biodiversità al 2030, in particolare per quanto concerne l’effettiva conservazione e gestione dei siti Natura 2000;

c) quali azioni intende intraprendere per garantire la protezione della ZSC IT1322304 “Rocca dell’Adelasia, impedendo l’aggravamento da parte delle autorità italiane dell’inottemperanza agli obblighi definiti nel quadro giuridico UE in materia.                                    

 


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