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Liguria e Basso Piemonte

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Inail Liguria: Rifiutare il vaccino è un diritto. E ricorso in tribunale a Roma per erroneità dati test. E post del medico


Da OggiNotizie : INAIL: “Rifiutare il vaccino è un diritto. Gli operatori sanitari rimangono tutelati. Leggi anche il post diffuso da medici liguri: Il giorno 24 marzo verrà discusso, avanti il tribunale di Roma, il ricorso di urgenza per il riconoscimento dell’ erroneità dei dati scaturenti dai test PCR. Infine un grafico: come stanno i pazienti Covid ?

Gli operatori sanitari che si rifiutano di fare il vaccino anti-Covid hanno diritto alle tutele previste per gli infortuni sul lavoro, nel caso dovessero contagiarsi in corsia. Lo ha stabilito l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Se rifiutare il vaccino è un diritto, allora non ne può conseguire una penalizzazione per i medici e gli infermieri che operano negli ospedali.

Detto altrimenti, se il lavoratore rifiuta di vaccinarsi ha comunque diritto alla copertura assicurativa in caso di contagio, ma non al risarcimento del danno. Questa è la regola enunciata dall’INAIL, in una nota inviata alla direzione regionale della Liguria il 1° marzo 2021.

“Sotto il profilo assicurativo, per giurisprudenza consolidata – si legge nella lettera firmata dal direttore centrale Inail Agatino Cariola – il comportamento colposo del lavoratore, tra cui rientra anche la violazione dell’obbligo di utilizzare i dispositivi di protezione individuale, non comporta di per sé l’esclusione dell’operatività della tutela prevista dall’assicurazione gestita dall’Inail”.

Si tratta quindi di infortunio sul lavoro, anche se il lavoratore non utilizza i dispositivi di protezione individuale obbligatori, ancora di più se gli operatori sanitari si rifiutano di fare il vaccino, strumento di prevenzione raccomandato ma non obbligatorio.

Tuttavia l’Inail prosegue avvertendo che “il comportamento colposo del lavoratore può invece ridurre oppure escludere la responsabilità del datore di lavoro, facendo venir meno il diritto dell’infortunato al risarcimento del danno nei suoi confronti, così come il diritto dell’Inail ad esercitare il regresso nei confronti sempre del datore di lavoro”.

Infine viene precisato che il rifiuto del vaccino COVID  non introduce la possibilità di invocare il concetto di rischio elettivo, dal momento che “il rischio di contagio non è certamente voluto dal lavoratore e la tutela assicurativa opera se e in quanto il contagio sia riconducibile all’occasione di lavoro”.

Dal punto di vista  legislativo ad oggi non esiste una obbligatorietà della vaccinazione né per la popolazione in generale (come succede per malattie come poliomielite, tetano, rosolia  difterite ecc..)  né  nel Testo Unico l. 81-2008, e neppure nei protocolli  anti COVID  sulla  salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, concordati tra parti sociali e Governo a causa dell’emergenza sanitaria per tutti i settori lavorativi.

Fonte: https://www.byoblu.com/2021/03/04/inail-rifiutare-il-vaccino-e-un-diritto-gli-operatori-sanitari-rimangono-tutelati/

E QUANDO L’EBREO SEGRETARIO DI STATO NEGLI USA, HENRY KISSINGER

LA MENZOGNA DEI COLORI E DELLA PRIVAZIONE DELLA LIBERTÀ PERSONALE 
Grazie mille al collega Avvocato Mauro Sandri
Invito tutti ad aderire
I TAMPONI: VERSO L’EPILOGO DI INUTILIZZABILITA’
Il giorno 24 marzo verrà discusso, avanti il tribunale di Roma, il ricorso di urgenza per il riconoscimento dell’ erroneità dei dati scaturenti dai test PCR. L’atto redatto con l’apporto di molti medici, ha l’intento  di far dichiarare che anche qualora sia accertata la positività al detto test, il dato non possa essere ritenuto attendibile sia perché non sorretto da diagnosi medica sia, soprattutto, perché gli alti cicli di sviluppo in laboratorio ne pregiudicano totalmente il fondamento scientifico.
Nella causa in corso abbiamo prodotto tabelle e referti dai quali si ricava che i cicli di sviluppo dei test utilizzati dai laboratori italiani sono tarati ad oltre 35, addirittura un referto di un laboratorio dell’Emilia Romagna attesta che in quella regione  i test si sviluppino a 40 cicli. Varrà rammentare che sopra la soglia dei 25 cicli il margine di errore è talmente elevato da pregiudicare ogni credibilità. I falsi positivi, dovuti agli errori fino ad ora commessi negli sviluppi dei test di laboratorio,
sono percentualmente elevatissimi probabilmente oltre l’80%.
Se si eliminano dai conteggi dei casi confermati di COVID-19 l’80%  di quelli quotidianamente prospettati in maniera allarmistica, e tale operazione si compie ex tunc, vale a dire dal marzo 2020, cade de plano tutta la narrativa che ha sostenuto e sostiene la legislazione di emergenza. Gli effetti sarebbero devastanti per il governo per le regioni che lo hanno utilizzato ed estremamente benefici per tutti i cittadini italiani. Cadrebbe tutta la divisione dell’ Italia a colori, cadrebbe  l’obbligo imposto a milioni di lavoratori di sottoporsi ad un test palesemente marginale per l’effettiva diagnosi di positività al covid 19. Finirebbe anche il vergognoso business  molto più lucroso per entità addirittura di quello dei vaccini. Un tampone ha un costo da 70 a 120 €, viene reiterato spesso su un unico soggetto più di una volta, viene fatto a tappeto su pressoché tutta la popolazione perché obbligatorio per poter accedere ai principali servizi primo tra tutti quello sanitario. Il risultato è a portata di mano e deve essere assolutamente raggiunto. Le recenti prese di posizione di dicembre 2020 e di gennaio 2021 dell’OMS sono conclusive nel senso di confermare pienamente la nostra tesi.
Nel ricorso abbiamo contestato all’Istituto superiore di sanità, al governo e al ministro della sanità di non essersi adeguati all’indirizzo dettato dalla massima autorità sanitaria mondiale attuando un comportamento di inaudita illegittimità finalizzato a mantenere in essere un grave travisamento dei fatti.  L’India ha dichiarato la cessazione dell’emergenza proprio alla luce del ricalcolo corretto dei positivi effettuato dopo l’intervento dell’OMS. È importante che vi sia una partecipazione corale a questa causa nella quale si può intervenire da qui al 24 marzo. Per informazioni scrivere a popolo.governo@gmail.com

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SAVONA GLI ANNI DEL DR. VECCHIETTI PRIMARIO DELLA RIANIMAZIONE AL SAN PAOLO

 


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