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Liguria e Basso Piemonte

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Che bravo l’editore del Corsera e La 7!
15 milioni di dividenti, ma 50 prepensionati
Informazione Covid: le 10 bufale più diffuse


L’Agcom su disinformazione e coronavirus. Impennata di produzione di news e di fake: ecco le 10 bufale più diffuse. Mentre al Corriere della Sera il Cdr rende noto che: «Rcs annuncia dividendi (per 15 mln) ma chiede sacrifici alla redazione e soldi allo Stato e al’Inpgi». Per i giornalisti è «incomprensibile» constatare che la decisione dell’editore (Urbano Cairo) arrivi «proprio mentre siamo alle battute finali di una trattativa con l’azienda che ha chiesto il prepensionamento di 50 colleghi».

Urbano Cairo editore del Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, La 7 e presidente del Torino Cacio

«Abbiamo appreso con sorpresa che, nonostante la drammatica situazione in cui versa il Paese e la conseguente crisi economica che ci attende, il nostro editore ha deciso di proporre anche per quest’anno la distribuzione di un dividendo, per un esborso complessivo di oltre 15 milioni di euro. Riteniamo legittima la remunerazione del capitale di rischio, ma ci sono momenti in cui è necessario saperci rinunciare per il bene dell’azienda. Questo è uno di quei momenti, vista la paurosa situazione che attraversa l’Italia e il sicuro impatto sui conti di tutte le aziende editoriali, in particolar modo per quanto riguarda le entrate pubblicitarie». È quanto si legge in un comunicato del Comitato di redazione del Corriere della Sera pubblicato anche sul sito web del quotidiano.

«Risulta inoltre incomprensibile – aggiungono i giornalisti – dover constatare che l’annunciata distribuzione dei dividendi arrivi proprio mentre siamo alle battute finali di una trattativa con l’azienda che ha chiesto il prepensionamento di 50 colleghi. E negli stessi giorni in cui l’azienda avvia un massiccio piano smaltimento ferie per una redazione che, con grande fatica, sta riuscendo ogni giorno a garantire un’informazione di qualità su carta e web. Al tavolo della trattativa tre giorni fa abbiamo incontrato anche il presidente Urbano Cairo che ci ha rappresentato le difficili prospettive per i conti aziendali, chiedendo nuovi sacrifici alla redazione. Sacrifici che siamo pronti ad accettare con grande senso di responsabilità e anche perché la solidità dei conti Rcs ci fa stare in ansia. Forse più di quanto non sembri preoccupare il nostro editore».

«Ripetiamo: nei momenti difficili come quello che viviamo – conclude il Cdr – un imprenditore non ha alcuna remora a rinunciare a qualcosa per salvaguardare l’azienda, che poi è la premessa di più solidi guadagni futuri. In questa fase 15 milioni, più che in dividendi, andrebbero spesi in investimenti per rafforzare il gruppo Rcs e il Corriere e affrontare in modo adeguato la profonda trasformazione che sta attraversando il settore dell’editoria».
Agcom su disinformazione e coronavirus

Impennata di produzione di news e di fake: ecco le 10 bufale più diffuse

A tale riguardo il Consiglio ha avviato anche una task force di data science sul tema della disinformazione online, coinvolgendo prestigiosi centri di ricerca e istituzioni accademiche, tra cui il Pietro Gravino (SONY Computer Science Lab di Parigi), Vittorio Loreto (Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza” e SONY Computer Science Lab di Parigi), Luciano Pietronero (Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza” e Istituto Enrico Fermi di Roma), Walter Quattrociocchi e Fabiana Zollo (Università Ca’ Foscari di Venezia), Antonio Scala e Emanuele Brugnoli (Istituto dei Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche). L’obiettivo è svolgere analisi e ricerche avanzate sul fenomeno della disinformazione e sugli effetti sociali ed economici prodotti dalle informazioni, vere e false, sul virus e la sua diffusione.

I numeri dell’edizione speciale dell’Osservatorio si inseriscono tra le attività del Tavolo Piattaforme digitali e Big data – Emergenza Covid-19, istituito dall’Autorità per contribuire, tra l’altro, al contrasto della disinformazione online sulle tematiche legate al coronavirus.
Le analisi condotte a un mese dall’inizio dell’emergenza medico-sanitaria in Italia rivelano un trend via via crescente di informazione e disinformazione prodotta sul coronavirus: dal 21 febbraio al 22 marzo, il 38% delle notizie pubblicate nel giorno medio dalle fonti di disinformazione ha riguardato l’epidemia (il 46% nelle ultime due settimane).

L’ORDINE DI GIORNALISTI, DAL 1° APRILE APPOSITO REGISTRO PER ASPIRANTI PUBBLICISTI

Cambiano le regole, cambiano le modalità d’accesso all’Ordine dei Giornalisti per gli aspiranti pubblicisti.

di Irene Vitale

A renderlo noto è stato direttamente l’Ordine, con una nota sul proprio sito internet, dopo l’approvazione da parte del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, in accordo con la Consulta dei presidenti regionali, della “Integrazione delle Linee Guida per aspiranti giornalisti” varata a larga maggioranza nella seduta del Cnog del 28 e 29 gennaio.

Cosa cambia per chi vuole iscriversi all’Ordine? La nuova norma prevede l’introduzione, dal 1° aprile 2020, del Registro degli aspiranti pubblicisti, come un “foglio rosa” per accedere all’elenco pubblicisti dell’albo professionale.

Questa modalità prevede una comunicazione di “inizio attività” da presentare all’Ordine regionale competente, con tanto di indicazione della testata presso cui si inizia la pubblicazione degli articoli, quindi non ci sarà più il riconoscimento a posteriori dell’attività giornalistica per gli aspiranti pubblicisti. La nuova norma introduce, inoltre, l’obbligo di frequentare corsi di formazione per un equivalente di 20 crediti formativi.

La norma, con effetto retroattivo, si applicherà a tutti coloro abbiano iniziato il proprio percorso per diventare pubblicisti prima del 1° gennaio 2019, mentre sarà esentato chi ha avviato la pratica in data antecedente, quindi entro il 31 dicembre 2018.

L’Ordine ha dichiarato che si tratta di una rivoluzione delle regole dettata dalla necessità di migliorare i profili professionali dei nuovi entranti, soprattutto per quanto riguarda la deontologia. Carlo Verna, Presidente dell’Ordine, ha anche affermato: «È l’affermazione della linea riformista del Cnog che fa seguito all’elaborazione di una proposta di riforma complessiva della professione giornalistica che deve essere esaminata dal legislatore e che, con questa freccia in più al nostro arco, possiamo fondamentalmente sostenere debba avvenire al più presto». (Dal notiziario Unione Stampa Periodica)


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