Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Allegria all’ospedale di Albenga
Siamo rimasti senza cardiologi


La sanità del ponente ligure sempre più modello leghista-lombardo. Con Sonia Viale, assessore, che ‘dirige’ e la condivisione del presidente, neo indipendente da Forza Italia, Giovanni Toti, già giornalista delle tivù berlusconiane, passato alla politica attiva. E oggi leader di ‘Cambiamo con Toti’. Ma con una sanità ospedaliera capace di ‘regalare’ ai cittadini un ospedale seminuovo che rimane persino senza cardiologo, dei quattro in ‘organico’.  Accade ad Albenga. E non da ieri. Causa maternità, missione di volontariato in Africa, dimissioni. “Per ora siamo rimasti senza dottori, le prenotazioni sono bloccate, non sappiamo fino a quando. Ci si può comunque rivolgere al Cupa per essere visitati in altri ospedali della provincia”. Ad Albenga, per i ricoverati, che succede ? “Viene un cardiologo, a turno, dal Santa Corona”.  Che, a sua volta, ha un reparto parecchio malpreso, ai minimi termini: Il dr. G.B. Danzi, primario direttore di Dipartimento d’emergenza e struttura complessa, è in partenza per Cremona. E altri collaboratori in procinto di lasciare. Dalla fuga dei medici alla ‘migrazione forzata’ dei pazienti.

Può accadere che un comprensorio, un ospedale, quello di Albenga, in piena stagione estiva, con la popolazione di turisti, resti senza cardiologo. E tutti stiano zitti ? La segnalazione che riceve trucioli.it appare talmente grottesca, incredibile, da imporre un verifica sul campo. All’ufficio informazione (dove posso trovare un cardiologo? ) rispondono gentilmente di non essere informati e di rivolgersi al primo piano che ospita anche la ‘cardiologia – chirurgia’.

Nella bacheca nessuna comunicazione utile al cittadino. Allo sportello, con le buone maniere, chiedono di sapere: “Perchè ha bisogno del cardiologo….? Qui non si fanno visite a pagamento….”. Domanda:  quando è possibile trovare il cardiologo per una visita ambulatoriale ? Tra malcelato imbarazzo e titubanza (forse temono di trovarsi di fronte un cronista ?) la tristissima verità. Siamo rimasti con zero cardiologi; un comprensorio che va da Andora a Ceriale e le vallate dell’entroterra.

L’ospedale di Albenga, penalizzato e sempre in attesa del rilancio con l’ingresso e la piena operatività  dei ‘privati’. Chissà cosa ci vuole ancora per rendersi conto dei danni alla sanità pubblica – del conseguente disservizio ai cittadini – che  stanno provocando le  striscianti, ma determinate strategie leghiste, dalla Lombardia, dicevamo, alla Liguria. E di cui è abituale parlare tra i camici bianchi, tra gli addetti ai lavori. Dove si può ascoltare di tutto e di più. E i cittadini utenti ? Perlopiù disinformati finchè non si vive la sanità sulla propria pelle o quella di un congiunto, di un amico caro.

Hanno ormai smantellato, di fatto, gran parte del Santa Corona. E l’ultimo colpo di grazia arriverà quando finalmente, ad Albenga, con tutti i titoli,  prenderà possesso l’Istituto Ortepedico Galeazzi (in conflitto legale e giudiziario con l’Ortopedico di Monza) che si è aggiudicata la gara anche per l’ospedale di Cairo Montenotte. A Pieve di Teco, nelle vetrine dei negozi, ci sono da mesi manifestini – appello contro le scelte della Regione di smantellare gli ospedali imperiesi.

La cronistoria del ‘depotenziamento’ del Santa Corona che, per decenni, è stato un’eccellenza ligure e italiana in parecchie specialità, e di pari passo del nuovo nosocomio di Albenga, la si può leggere anche attraverso l’archivio stampa. Da quando si sono aperti i primi varchi di dismissioni, con la giunta del presidente Burlando, e l’ingresso alla gestione  dei  privati. Nulla beninteso contro la sanità privata, purchè non solo a discapito del ‘pubblico’ e finanziata con i soldi delle Regioni e dello Stato.

In Lombardia mire e aspirazioni di potenti gruppi privati si sono concretizzate al punto da trasformarsi in centri di eccellenza che richiamano pazienti da tutta Italia e dalla Liguria. Lo stesso, peraltro, sta accadendo da qualche anno nella sanità privata convenzionata del Basso Piemonte.  Anche in questo caso ha fatto quasi da apripista il graduale e costante esodo, non marginale, di primari e specialisti che operavano con ottimi risultati – sotto ogni aspetto – negli ospedali del ponente ligure.

Si pensi a cos’era l’ortopedia  e la chirurgia vertebrale del Santa Corona. Si pensi all’ospedale di Sanremo.  Siamo al si salvi chi può nonostante all’ospedale di Albenga restino attivi otorino, oculistica, medicina interna, chirurgia (interventi sospesi a dopo Ferragosto e medicazioni in ambulatorio di venerdì pomeriggio), radiologia, laboratorio di analsi, l’attività  ortopedica del policlinico di Monza. E ancora, Mios e malattie infettive. C’è un  Pronto soccorso con i casi gravi dirottati al Santa Corona, Dea di 2°. livello. Un mega ospedale che pare destinato alle ‘urgenze’ lasciando per strada, una dopo l’altra, i suoi, ormai ex, fiori all’occhiello. A piccoli passi si arriva così a perdere l’ultimo cardiologo dell’ospedale di Albenga.


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