Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona, marinaio pensionato ‘ vittima software’ (ha solo l’Inps) rinuncia all’appello
Giudice del Lavoro, due consulenti, avvocati
Gianetto da Amici di Grillo a Savona Domani


Se la storia non riguardasse un cittadino che per anni ha scritto (su Uomini Liberi, Trucioli Savonesi e social) con il pungolo dell’impegno civile e  ambientale, forte delle competenze, rigore morale e coerenza, probabilmente non interesserebbe quasi a nessuno. Invece il ‘capitano comandante’ di Savona è raccontato da una copiosa rassegna stampa. Prendiamo un articolo: “Il comandante di navi-petroliere Antonio Gianetto  fa parte del gruppo “Amici di Grillo”, segue  con interesse, impegno e competenza, le vicende del porto di Savona e di Vado…. Il progetto della nuova piattaforma che suscita discussioni, lacerazioni, prese di posizione, interrogativi”. Oppure si legge: “….Gianetto è intervenuto nell’ambito del gruppo di lavoro che l’ing. Giuseppe Ozenda ha “assemblato” per un progetto innovativo “Savona Domani”.” E ancora: il tema dei ‘fumi e inquinamento’ delle navi da crociera in porto”. Tante battaglie, insomma, per gli altri e senza tornaconto personale, come nel caso: ‘….Salviamo la Margonara dal cemento’..

Ora Gianetto deve affrontare altre battaglie di vita e nel silenzio. Ma c’è una sentenza del giudice del Lavoro che ha accolto un ricorso anche se cono strascichi polemici, di insoddisfazione nei contenuti. Si tratta di somme, di integrazioni di somme non riconosciute.

Antonio Gianetto, unica e rara foto d’archivio quando denunciava i ‘fumi’ delle navi in porto a Savona

Se non fosse che è toccato proprio a lui, con la terza età, trovarsi in un ginepraio all’italiana: tra previdenza marinara,  pensione Inps, conti che non tornano, vanno e vengono, con la sua caparbietà di avere almeno ciò che gli è dovuto. Gianetto alle prese con un groviglio di norme, date, conteggi, disposizioni, settimane retribuite, circolari, magari da interpretare. E l’opera degli esperti che,  a loro volta,  possono  finire in qualche svista ai danni del pensionato. C’è pure quel sentirsi incompreso, privato di un diritto, di un trattamento che gli spetta non da grazia ricevuta.

Oggi allarga le braccia quasi in segno di resa. E non vorrebbe neppure se ne parlasse. Cosa è successo ? Può accadere che tutti i calcoli pensionistici elaborati dall’Inps sono corretti. E allora cosa manca ?  Il capitano Gianetto: “….ma soltanto nel mio caso il calcoli sono stati desunti, nel corso della causa di Lavoro, reinserendo nel conteggio settimane di retribuzione fortemente penalizzanti e che in precedenza erano stati eliminati in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale  427/1997, art.25 Legge 413 /1984, circolare Inps 229/1998″

Rassegnarsi e stare zitti, rimetterci quattrini, non appartenendo neppure ai beneficiari di ‘pensioni d’oro’.

“Non ho più la forza di combattere e non voglio farne solo una questione personale -ammette  Gianetto-, non credo neanche sia utile dare fiato allo strumento mediatico della contestazione. Ad un certo punto della vita si preferisce il silenzio, pur di fronte a mostruosità di ordinaria incompetenza di chi, con i conteggi e la burocrazia, dovrebbe avere dimestichezza professionale”.

Il comandante Gianetto non punta l’indice contro il giudice del Lavoro del tribunale di Savona che ha deciso sulla causa contro l’INPS. Nel dispositivo di sentenza si “dichiara il diritto del ricorrente ad ottenere la liquidazione delle pensioni in godimento…condanna l’Inps a ricostituire conseguentemente  il trattamento pensio9nistico, come da conteggio verificato dal CTU nella nota integrativa del 10 settembre 2018 e a corrispondere al ricorrente, a titolo di arretrati, la somma lorda di 17,354 euro, oltre gli interessi come per legge. Condanna l’Inps alla rifusione delle spese di lite che liquida in 3 mila €, oltre i rimborsi dovuti e gli oneri di CTU”. Firmato giudice del lavoro Alessandra Coccoli, 30 novembre 2018.”

Più di così, si direbbe.  Gianetto spiega: “Negli atti  processuali  erano stati depositati i miei conteggi che sono esatti e non perchè lo dica io.” Il  CTU (consulente tecnico d’ufficio) designato dal giudice, il dr. Carlo Botta, non si sarebbe convinto che l’Inps, nei ricalcoli, ha inserito  settimane di scarso valore che erano state eliminate per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale  (pensione marittimi) ed asserendo, il perito, non fosse possibile presentare altri documenti, oltre a quelli già allegati all’apertura della pratica.

Gianetto era convinto  che il CTP, Gherzi,  (suo consulente di parte)  e l’avv. Mario Noberasco dello studio Acquilino di Savona, potessero sbrogliare la  matassa che si era creata.  Va da se che un conto è vivere una vicenda che ti riguarda con il bagaglio delle tue conoscenze della materia, altro è approfondirla con la filosofia dell’esperto, della doppia lente di ingrandimento.

Speriamo, a questo punto, di non essere troppo tecnicisti. La pensione PM di Gianetto calcolata nel 2005, come da circolare Inps 98/2004, non sarebbe stata ricostituita…l’Inps invece ha reinserito nel conteggio della VO, del giugno 2018, n. 4 settimane Prol del 1997 e 5 settimane Prol del 19965 che però erano state eliminate nel carteggio del 4 ottobre 2005 come da sentenza della Corte Costituzionale n. 427 del 1997. Ed è quanto il perito ha ritenuto di fare proprio. Da cosa scaturisce il dissenso di Giannetto ?  Quando si presentò al funzionario INPS e diede conto della circolare 81/2015 e letto il chiarimento  su l’art. 40  della 183/2015, la risposta fu “per noi non è applicabile, abbiamo disposizione di respingere ogni richiesta in tal senso….”.

Nel passato di Gianetto c’è un aspetto significativo del suo modo di essere e rapportarsi. Nel 1994 ha perso un posto di lavoro per aver scritto una verità che non era piaciuta  al suo armatore. Anche in quel caso c’era un discorso  di applicazione di normative  ed il Comitato provinciale Inps respinse il ricorso. “Per il mio recente caso finito davanti al giudice del Lavoro ho continuato a sostenere un diritto, non un privilegio. Non si è fatto uso di ciò che con scrupolo avevo segnalato, mentre un legale Inps sosteneva non avessi  diritto  a 10 anni di arretrati, come aveva del resto dichiarato correttamente l’Istituto di Previdenza Sociale, ma solo a 5 anni. ”

Nella documentazione Gianetto, ad esempio, c’è un  aumento della liquidazione stimato in 5.769 euro. Ma non è stato possibile  avere tutti i conteggi  in base al vecchio tabulato del 27 ottobre 1998.  Tanto per farsi un’idea di cosa significhi il ‘girone infernale’ del confronto.  Ancora  nero su bianco. “Inps, Savona 5 ottobre 2005…pensione VO n….. (pensione di vecchiaia decorrenza 1 aprile 2004)…..con riferimento lettera del 4 luglio 20056 si precisa che la citata circolare  133 del 12 giugno 1997 non riguarda contribuzione “Previdenza Marinara – Prolungamento dei periodi di previdenza Marinara’, ma la sua richiesta è stata considerata quale ‘domanda applicazione circolare 229 del 2 novembre 1998.’  La circolare ha come oggetto ‘applicazione Sentenza della Corte Costituzionale n 427 del  16-23 dicembre 1997 e riguarda specificatamente le pensioni di vecchiaia liquidate con contributi di previdenza marinara  e i prolungamenti previsti dall’art 24 della legge 413 – 1984.  Detta circolare prevede che…ai fini della sua concreta applicazione è sempre necessaria un’esplicita richiesta da parte degli interessati….”.

Sono tre anni – dice sconsolato Gianettoche sto soffrendo per una faccenda  che avrebbe dovuto essere risolta da subito, se l’Inps avesse rispettate e lo regole. Non solo, purtroppo devo convivere con gravi problemi di salute di mia moglie. Sono 17 anni di cure e sofferenze, di assistenza continuativa verso una malattia gravemente invalidante…..E poi leggi frasi tipo: “L’operato della sede è conforme alle disposizioni legislative vigenti e alle istruzioni diramate dalla sede centrale  Inps (e ribadite ultimamente dalla circolare  81 del 22 aprile…).Considerato che le motivazioni e le argomentazioni addotte a sostegno del ricorso non sono state ritenute congrue per l’accoglimento…..“.

E il giudice che formula al  CTU, Carlo Botta, il quesito: “ Determini il CTU, letti gli atti ed esaminata la documentazione di causa, l’ammontare del trattamento pensionisto cat. PM…..poi divenuta pensione…. cat. VO… spettante al ricorrente in applicazione dei criteri di cui all’art 8 Legge 114 /81″. Quindi il giorno del deposito della motivazione della sentenza: sei pagine del giudice  Alessandra Coccoli (a Savona aveva esordito come sostituto procuratore della Repubblica). Un breve periodo a Mondovì  quindi di nuova a Savona, giudice del tribunale civile, sezione Lavoro.

A sommi capi la motivazione ricorda:  1997, Gianetto non essendo più idoneo al servizio, dopo aver lavorato molti anni come marittimo, ottiene dall’Inps pensione di inabilità cat. PM. Raggiunto il 65° anno d’età chiede ed ottiene la pensione di vecchia cat VO …liquidata il 3 marzo 2005. Breve inciso, quella del 25 febbraio 2005 è stata eliminata e sostituita con quella del 4 ottobre 2005 in applicazione  della sentenza della Corte Costituzionale  427 del 1997, con l’eliminazione di settimane Prol 1997 e 1996 che l’Inps ha considerato nel conteggio del 12 giugno 2018 presentato in tribunale.

Gianetto mentre era in attesa della liquidazione della pensione aveva saputo che secondo la circolare Inps n98 del 25 giugno 20045 i periodi di continuità del rapporto di lavoro (CRL) avrebbero dovuto essere presi in considerazione anche per il calcolo della pensione PM cosa che invece, nel caso l’Istituto, non aveva fatto.  I prospetti  di calcolo documentano che Gianetto  avrebbe dovuto percepire una liquidazione pensionistica di importo superiore a quello riconosciuto.  Si era rivolto al patronato INCA Mare di Genova con domanda  di ricostituzione  della pensione  categoria PM e pensione VO.  Ma l’Inps aveva respinto entrambe le domande sostenendo che “la contribuzione figurativa era stata considerata nel conteggio secondo le norme previste”.

Un diniego illegittimo è la tesi del pensionato,  “posto che il ricorrente poteva vantare 44 settimane di contribuzione figurativa relative al periodo trascorso a terra…dunque il valore retributivo  da attribuire per ciascuna delle settimane avrebbe dovuto essere determinato dalla media  delle retribuzioni settimanali percepite… e calcolata sulla base di tutte le componenti della retribuzione, anche quelle con cadenze extramensili o ultramensili. Solo in epoca successiva alla costituzione delle pensioni in favore di Gianetto era entrato in vigore l’art. 40 della legge 183/10……”

C’è un aspetto, indicato in sentenza, che Gianetto continua a contestare. Ovvero laddove è scritto: “La determinazione dell’ammontare del corretto trattamento pensionistico seguiva un iter piuttosto travagliato, poichè ai fini della rideterminazione del calcolo era necessaria una dotazione di software e di risorse  informatiche alle quali il CTU dott. Botta non poteva  avere accesso in quanto presenti nell’esclusiva disponibilità  dell’Inps e l’Istituto inizialmente non provvedeva  a depositare in giudizio, come richiesto dal giudice, il conteggio elaborato secondo i criteri precisati dal CTU….. che depositava  brevi relazioni integrative e  3 maggio 2018 e 10 ottobre 2018….”.

E non condivide  che la difesa anzichè citare la Sentenza  della Corte Costituzionale 427/1997, ha segnalato la circolare Inps 229/1998 per quanto riguarda la prescrizione.  Utile leggere un messaggio sempre Inps: 220 /2013. Se il diritto al rateo è sorto a luglio 2005, a luglio 2011 residuano 4 anni, del previdente termine decennale di prescrizione da computare a decorrere da luglio 2011, pertanto il rateo sorto a luglio 2005 si prescrive a luglio 2015.

Il giudice Coccoli  ricorda che le circolari amministrative invocate dall’Inps “non sono fonte di diritto nè di interpretazione della legge….gli accertamenti tecnici del CTU consentono di appurare che la liquidazione delle pensioni in godimento al ricorrente al momento del deposito del ricorso era stato effettuato in violazione dell’art.8 legge 155/81.  E che sempre il Ctu, rielaborando i conteggi che hanno portato alla liquidazione  delle pensioni in esame, ha evidenziato che l’Inps ha operato lo scomputo di 1/13 della retribuzione ‘ai fini di una stima più corretta del valore retributivo figurativo’….ma in assenza di previsioni di legge che legittimassero tale decurtazione forfettaria….il ricorrente ha quindi diritto alla ricostituzione della pensione cat. PM, poi divenuta….le relative domande meritano l’accoglimento”.

E qui nasce un’altra doglianza del ricorrente.  La pensione calcolata nel 2005, da circolare  Inps 98/2004, non è stata ricostituita….l’Inps aveva reinserito settimane che erano state  eliminate  nel conteggio del 4 ottobre 2005 come da sentenza della Corte Costituzionale del 1997. Occorreva, ritiene Gianetto, una correzione che però non è avvenuta parrebbe per una banale incomprensione. Cosa che, a quanto pare, non ha condiviso il CTU per il quale andava bene la PM del 1997. Sta di fatto che il trattamento pensionistico, riconosciuto dal giudice, si rifà pedissequamente  al conteggio verificato dal CTU con nota integrativa del 10 settembre 2018.

E’ andate bene ? La causa è vinta, ma il ‘comandante’ ritiene  che le spettanze avrebbero dovuto essere superiori e non per colpa del giudice. Con uno spaccato curioso e sorprendente. Anche disporre o non di un software  che nell’era tecnologica non è alla portata di tutti. I calcoli diventano così più laboriosi ed ‘imprecisi’. Gianetto, almeno questa volta, ha scelto di deporre l’ascia dei diritti irrinunciabili. C’è chi ricorda e fu tra i primi in Italia a rivolgersi alla giustizia facendo causa al colosso Fastweb,  solo contro due  affermati avvocati e armati di competenza ed esperienza. E lui che ne uscì vittorioso, senza suonare la tromba.

Eppure qualche delusione l’ha avuta anche con le sue battaglie ambientali. Fu tra i primi, a Savona, ad aderire agli ‘Amici di Grillo’. Anni dell’esordio di lotte e  denunce plateali del comico e dei suoi sostenitori:  ‘grillini’ duri e puri che, sotto la Torretta, facevano proseliti senza l’attrattiva e la forza del potere. Poi diventarono il primo partito d’Italia e di Savona (vedi il successo alle politiche) ma non si erano ancora allenati alla politica dei compromessi. E li divideva, anche a Savona, dal leghismo sovranista ed oltranzista di Salvini, vicino a Putin e nelle grazie di Trump.

Oggi a chi potrà mai interessare il malessere e la sofferenza di Gianetto, rimasto con la sua integrità e forza d’animo, è difficile dirlo.  Eppure è nei momenti difficili della vita o peggio della vecchiaia che si misura la solidarietà umana, lealtà e coerenza. Anche se coraggio e riconoscenza non è da tutti.  E’ merce sempre più rara. (L.Cor.)

 

 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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