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Liguria e Basso Piemonte

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Alassio orfana di Angelo Bajardo, ingegnere gentiluomo e rettitudine. Melgrati scrive


Non è la casta sociale di appartenenza, è la statura di marito, padre, nonno e gran professionista a fare di Angelo Bajardo, ingegnere, un cerisolese alassino che meritava tutta la stima e l’ammirazione di quanti l’hanno conosciuto nelle più svariate circostanze. Non è mai stato un personaggio pubblico, non frequentava la ‘città festaiola’, semmai fino a quando la salute gli è stata amica, gli appuntamenti culturali. Immancabile a ‘Un autore per l’Europa’. Alassio, gli amici, i conoscenti l’hanno accompagnato, con i famigliari tutti, nella sua ultima dimora: la tomba di famiglia nel camposanto di Cerisola, frazione di Garessio adagiata sulla collina che ‘guarda’ l’orizzonte con Mar Ligure ponentino.

IL RICORDO DI MARCO MELGRATI -“ E’ mancato un amico, un grande professionista, un rotariano, un padre e marito esemplare, il mio amico Angelo Bajardo – scrive su Facebook l’architetto alassino – Dopo il suo percorso professionale nella grande industria si era trasferito ad Alassio e nel suo studio di Albenga si applicava all’impiantistica, con particolare riferimento al controllo delle attività rumorose dei locali della ‘movida’ alassina e non solo. Quante battaglie abbiamo fatto insieme, per strappare qualche posto in più alle commissioni di vigilanza per i locali di animazione della nostra città. Quante volte hai collaborato con il Comune per le commissioni di vigilanza per eventi e spettacoli”.

 “Con la sua calma, il suo carattere sereno, il suo sorriso e soprattutto la sua professionalità mi ha sempre accompagnato nel mio ruolo di assessore prima e di sindaco dopo, e anche nella professione di architetto. Quante volte al tavolo del Rotary ci siamo confrontati, seduti accanto, sui vari problemi e soluzioni da adottare per la città. Perchè tu amavi profondamente Alassio e cercavi di aiutare tutti a risolvere i problemi, con la competenza e l’esperienza che anni di professionalità ti consentivano”.

“Scrivo queste poche righe con commozione e lacrime che mi rigano il volto, perché, caro Angelo, per me eri, sei e rimarrai un amico caro, anche se negli ultimi anni l’aggravarsi delle tue condizioni non ci ha più consentito di frequentarci. E mancherai anche a tutto il ‘popolo della notte’ che tu, sommessamente, hai sempre aiutato a sopravvivere tra le insidie e i cavilli delle leggi sempre più restrittive. Ti voglio ringraziare a nome di tutta la città, e soprattutto mi mancherai. Pregherò per te, anche se non ne avrai bisogno. Ciao Angelo”.


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