Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Le Asl ‘chiamano’ medici stranieri, niente concorsi dopo i pensionati. Prima gli Italiani


C’è una generazione di oltre 10000 camici grigi dimenticata dalla politica. Le Regioni piuttosto stanziassero più fondi per i contratti di formazione specialistica e Medicina generale. Tutto ciò è inaccettabile da parte di chi ha affermato: Prima gli Italiani. E ora salta anche la cittadinanza Italiana come prerequisito per lavorare nell’Ospedale pubblico, ma il cambiamento, che, in altri tempi, sarebbe stato segno di apertura, tale non è.

A Foggia l’ASL cerca Medici Romeni, da far contattare ai dipendenti via social. Servono per coprire i turni, la prospettiva è l’assunzione, verosimilmente a termine (i concorsi sono per gli Italiani). All’ASL mancano oltre 100 tra Medici d’urgenza, anestesisti, pediatri, ortopedici. L’assessore alla Sanità veneto Manuela Lanzarin (Lega), ventila di ovviare alla mancanza di Medici negli Ospedali Veneti con convenzioni internazionali con Università di altri Paesi. Dopo i pensionati in Molise e Veneto, gli specialisti ambulatoriali in Lazio e Campania ed i convenzionati della Medicina generale in Piemonte, l’Italia imita ciò che Germania e Inghilterra fanno con i Medici Italiani, con la Romania e non solo.

Da inizio 2018 all’Associazione Medici Stranieri (AMSI) guidata da Fuad Aodi sono arrivate circa mille richieste da Aziende.

Ma torniamo alla Puglia dove entro il 2025 mancheranno 1686 specialisti: Antonio Amendola, Presidente Regionale degli anestesisti AAROI EMAC, esprime le sue perplessità, premettendo che il titolo specialistico od equipollente è obbligatorio per assumere, anche a tempo determinato, nel Servizio Sanitario Nazionale. Presumo che in Romania si cerchino specialisti. Peraltro, abbiamo in Puglia oltre mille (1398 N. d. R.) laureati in Medicina che non sono entrati nelle scuole di specializzazione e la soluzione dei cui problemi lavorativi è prioritaria, nel rispetto delle regole. Ieri il presidente FNOMCEO, il barese Filippo Anelli, ha sollecitato 10000 borse in più da ripartire tra le Regioni Italiane per assorbire i Medici rimasti fuori dalle Specialità. Per Amendola, il ricorso a Medici Comunitari è legittima conseguenza della libera circolazione dei fattori produttivi, solo che noi stiamo recuperando fuori porta quanto non siamo riusciti a garantirci con risorse che pure avevamo in casa. Come anestesisti – specifica Amendolasiamo una delle specialità dove più ci sarà carenza in Italia eppure siamo anche tra le discipline più incentivate con borse di studio. I contratti erano fino a 620 ÷ 630 annui a livello Nazionale prima del 2017, e dopo siamo passati a 754, 650 finanziati dallo Stato, un’ottantina dalle regioni, 10 da Enti vari. Non ci dovrebbe essere carenza, se non che questi Colleghi, la cui formazione è costata 300000 euro a testa, sono stati assunti solo nelle Regioni che potevano bandire concorsi: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, poco altro. Le Regioni in piano di rientro, come la nostra, non possono assumere, così gli anestesisti del Sud sono espatriati, emigrati in altre Sanità Regionali, finiti nel privato, convenzionato e non, anche i nostri, in Puglia, e, come loro, tanti altri specialisti.

Le regole per il personale atipico sono differenti da quelle del personale contrattualizzato: solo quest’ultimo è tenuto a certi turni, guardie e, in caso di danni a Paziente in un Reparto, a livello di responsabilità, chi risponde? Il Primario, che, a stento, sa dell’accordo tra Azienda e cooperative e non conosce il Medico chiamato in causa? La situazione Pugliese è peculiare. La Regione aspettava il 9 aprile per uscire dal piano di rientro, avrebbe potuto attingere a una quota premiale di circa 260 milioni in più degli 1.7 miliardi che le riserva il fondo sanitario Nazionale, e con quella avrebbe potuto assumere Medici, infermieri ed altro personale, se non che il Ministro ha rimosso il vincolo della spesa per il personale, che, fin qui, doveva essere quella del 2004 meno l’1.3%; ha concesso la spesa 2018 più un 5% dell’incremento 2018 sul 2017.

Una norma approvata da tutte le Regioni, che però, in Puglia, vuol dire contare su meno di quei 260 milioni: c’è il rischio di continuare a non bandire concorsi e a rivolgerci a Medici esteri; dimenticando che questi ultimi, se specialisti, sono ricercati come i nostri e preferiscono andare a lavorare in Francia e in Germania. A medio termine, le cose andranno ancora peggio: le Regioni del Nord con l’autonomia, manterranno nei loro territori almeno 650 milioni, prima appannaggio delle regioni del Sud. La nostra Regione perderà altri 100 milioni circa che serviranno, in ultima analisi, ad assumere Medici, anche Pugliesi, negli Ospedali di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Assumere Medici stranieri e pensionati è una vergogna, non una soluzione per Manuel Tuzi portavoce Movimento Cinque Stelle, che, con Francesco D’Uva, lavora a un disegno di legge per parificare il numero dei contratti post – laurea a quello dei laureati.


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Roberto Borri

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