Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

La nostra salute / La Germania attira i migliori medici italiani, specialità a rischio.
Asl 2 stipendi di primari, medici e dirigenti


Il reclutamento di Medici Italiani negli ospedali Nord – Europei è una realtà che potrebbe tagliare le gambe, anche a breve, a molte specialità del nostro servizio sanitario. Ma bisogna rendere onore al merito: gli stranieri hanno seguito come andava la demografia medica in Italia, le istituzioni nostrane non lo hanno fatto. La riflessione è implicita nelle parole di Enrico Reginato ex Presidente della Federazione Europea Medici Specialisti, esperto di sanità internazionale. L’ospedale Katholisches Krankenhaus di Hagen ha diffuso un volantino in cerca di Neurologi, Cardiologi, Anestesisti, Psichiatri, Internisti. Hanno per obiettivo non neospecialisti, ma bravi medici abilitati, da specializzare in Germania, e, in parallelo, da far impratichire nella lingua e sanno di poterne trovare a migliaia; invece ci vorrebbero nelle strutture Italiane.

LA TABELLA CHE ABBIAMO RIPRESO E’ PRIVA DELLE DATA:

SONO RETRIBUZIONE ED INDENNITA’ ATTUALI ?

Il sistema Tedesco – dice Reginato – mette in condizione di saper fare di tutto in sei mesi, e va anche smitizzato il fatto che non esporti Medici: da tutti i Paesi di lingua Tedesca o affine gli aspiranti Medici vengono a studiare e ad impratichirsi in Germania e poi tornano a casa o vanno in Paesi dove gli stipendi sono molto buoni, ciò fa della Germania il secondo esportatore di Medici dopo la Romania e prima dell’Italia. Non siamo dunque quelli che perdono più camici, ma se aggiungiamo gli esodi e l’impossibilità di colmarli siamo il paese che rischia di perdere più medici. In assoluto – continua Reginato – nel 2020, in tutta l’Unione Europea mancheranno 260000 Medici, pari al 13.5%. Se è vero che ci sono paesi solo importatori come il Regno Unito (ed è tutto da capire cosa avverrà con l’uscita dall’Unione Europea), è altrettanto vero che gli Ospedali Tedeschi hanno fame di operatori e la Germania, importando, comunque, più personale di quanto ne esporti, ha calibrato da tempo la sua formazione anche sulla base di quanto avveniva in paesi come il nostro dove da anni si sa che la pletora sarebbe terminata e ci saremmo approssimati a un periodo in cui i giovani Medici sarebbero stati sottoutilizzati pur essendo insufficienti a rimpiazzare quanti si pensionavano.

Arriviamo ai giorni nostri, con emissari di grandi Ospedali – Berlino, molti della Renania o della Westfalia (Düsseldorf, Colonia), Amburgo – che offrono contratti di formazione specialistica di 5 anni, stipendi da 4402.38 euro al mese, contro i nostri 25000 lordi annuali, da cui detrarre ENPAM, assicurazione e tasse universitarie, 30 giorni di ferie all’anno, più un piano di integrazione e supporto dopo l’arrivo che passa per una casa nei paraggi della Struttura ed un programma di apprendimento del Tedesco e d’ambientamento nella clinica. «Altri paesi hanno buone condizioni di lavoro.

La Francia ha un 24% di Medici stranieri, ma c’è un esame annuale che orienta alla Specialità con una graduatoria dove, a seconda di come Ti piazzi, puoi finire nella Specialità prediletta o in un’altra; puoi ritentare un anno dopo, ma intanto il tempo va. Stesso ostacolo in Spagna.

In Germania, invece, suoni il campanello, dici che vuoi fare l’Ortopedico, mostri curriculum vitae e documenti riconosciuti a livello Europeo, e Ti mettono al lavoro in vista del conseguimento della Specialità da Te scelta, che avviene in seguito. Le condizioni sono particolarmente allettanti per i Medici di un’Italia che ha bloccato il rinnovo, e che non applicava la direttiva Europea sugli orari di lavoro finché come FEMS non suonai io stesso l’allarme per la Commissione Europea.

Il problema è da noi – sottintende Reginato – Dodici anni fa, come ANAAO Toscana con l’attuale segretario nazionale ANAAO Assomed Carlo Palermo redigemmo una proiezione in cui illustravamo il peso demografico dei nati negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso nella dipendenza medica, pari al 70% delle destinazioni dei laureati in Medicina Italiani da 25 a 27 anni dopo e spiegavamo come, nel 2017, sarebbero andati in pensione molti nati nel 1950 e sarebbe seguito un diluvio. Avremmo avuto bisogno di reclutare per il Servizio Sanitario Nazionale tutti i laureati, ma avvertimmo che, con il blocco dei posti nelle Specialità, non sarebbe stato sufficiente assorbire tutti quelli che servivano.

Le istituzioni non solo non avevano fatto analoghi lavori, ma non ci ascoltarono. Risultato: in questi anni si è creata una sacca di Medici in cerca di titolo. Poco tempo fa, alla Federazione Nazionale, illustrai che il problema non è mai stato quello di aprire il numero ai corsi universitari di Medicina, ma utilizzare questi Medici laureati: se anche, per assurdo, nel 2016, avessimo smesso del tutto di immatricolare nei corsi, utilizzando i laureandi a tutto il 2022 e successivamente i laureati rimasti fuori, avremmo comunque smaltito tutti nel 2027; il problema sarebbe più arginabile. Ricordo che negli anni Settanta c’era il tirocinio: chi non era specialista, dopo 6 mesi poteva svolgere compiti specialistici negli Ospedali e che anche nelle specialità più impegnative come Radiologia o Anestesia, invece di farsi 3 o 4 anni, il Medico poteva accedere con un anno di tirocinio. Questa possibilità, in Italia, non c’è più; in Germania sì. Solo che, dopo, in Germania, hanno programmato i fabbisogni in base agli esodi dei Medici, in Italia non lo abbiamo fatto.

ORGANICI IN CRISI IN VENETO CONTRATTI A TEMPO TRAMITE COOPERATIVE

PER TAMPONARE DISSERVIZI MA PARTONO LE DIFFIDE

Specializzandi e liberi professionisti operativi in Ospedale: così la Regione Veneto si prefigge di tamponare i disservizi temuti a seguito degli esodi dei medici in età pensionabile. La goccia che fa traboccare il vaso è Quota 100: pensionamenti a 62 anni, non previsti, in contesti dove già è in predicato di andare via un Medico ogni quattro. In Regione c’è bisogno di circa 1700 camici su 8500 Dirigenti sanitari in attività, ma i concorsi vanno deserti. A Venezia, sono stati assegnati un quarto dei 432 incarichi autorizzati. La Regione ora intende gestire i bandi centralmente con Azienda Zero e non più a livello di singola Unità Sanitaria Locale: si parte con 21 concorsi unici per 299 posti nelle diverse discipline; i candidati saranno poi suddivisi in graduatorie per ogni azienda, per evitare ciò che accadeva in passato e cioè che, trovata un’altra possibilità, un Medico vincitore lasci il posto sguarnito senza tempestivi rimpiazzi. Si intensificheranno pure le assunzioni, ma fin qui si sono visti per lo più contratti con cooperative o ingaggi di singoli Medici, fornitori di prestazioni a partita IVA, pagati a fattura. Contro entrambe le formule, si è espresso il sindacato ANAAO Assomed a livello Nazionale. Il segretario Carlo Palermo ha inviato una diffida a tutte le ASL e agli Assessori Regionali alla Sanità.

Adriano Benazzato, che di ANAAO è Segretario in Veneto, spiega che, nella sua Regione, la situazione delle carenze è peggiore che nelle altre. In questi anni di blocco contrattuale è stata distrutta l’appetibilità del posto fisso. La prima giunta di Luca Zaia affrontò un buco di un miliardo e mezzo, si bloccò il ricambio in certe situazioni; più di recente c’è stata una richiesta del Governo centrale di risparmiare. Si è creata una grave carenza di personale, che, in superficie, non si vede, ma già nelle prestazioni da prenotare si traduce in disagi ed in attese più lunghe per gli utenti (si ricordi lo scandalo dopo la scoperta che i tempi d’attesa, in certe realtà, risultavano computati solo sulle prime visite e non sui successivi controlli). Oggi, mentre i bandi di concorso vanno deserti, le cooperative contrattano con le Unità Sanitarie Locali pacchetti di prestazioni, dotandosi di Medici senza Specialità per Pronto Soccorso e nell’Emergenza Territoriale 118, e provvisti di Specialità nei reparti. Al Paziente, questi Medici si presentano non con nome e cognome sul camice, ma con la targhetta della cooperativa: è arduo verificarne la Specialità. A ottobre, ANAAO ha inviato due diffide a tutte le Regioni. La prima contro la somministrazione di lavoro: i Dirigenti del Servizio Sanitario non possono essere procurati per il tramite di cooperative.

Qui in Veneto i direttori generali avevano intanto iniziato a fare selezioni per perequazione: bandi dove l’Azienda dice che ha bisogno di Medici per determinate Specialità ed invita chi vuole a presentare documentazione per lavorare. In genere, si spuntano contratti annuali abbastanza vantaggiosi; so di Colleghi che per un turno di 12 ore guadagnano fino a 1200 euro, e, quest’anno, con il regime forfettario, entro i 65000 euro, fruiranno di tassazione agevolata. Di qui, una seconda contemporanea diffida a Regioni ed ASL di tutta Italia, visto che il virus si va diffondendo, ad esempio, in Piemonte. Abbiamo spiegato che il Decreto Legislativo 165/2001 articolo 7 comma 5 bis considera nulli contratti di collaborazione che si concretizzino in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e organizzate dal committente con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Il ricorso a questi Medici, è scritto in diffida, consente, di fatto, di aggirare l’espletamento di concorsi.

Senza contare che, ingaggiati a partita IVA, se trovano di meglio salutano e vanno via, desertificando il reparto. Osservo che, a maggior ragione con quota 100 e l’impennarsi dei pensionamenti, il giovane medico che entra non vive più una fase in cui si confronta con il senior e cresce, anche nel relazionarsi – dice Benazzato. Va detto che il Veneto ha chiesto al governo centrale maggiori margini di manovra per il buon funzionamento della sanità attraverso l’autonomia. Si tende a dare la colpa all’esterno, se mancano i soldi, ma tutte le regioni inclusa la nostra – sottolinea Benazzato – tra il 2010 e il 2017 non hanno accantonato sul fondo sanitario le quote da cui andavano tratti gli incrementi per il personale. Di più, eventuali avanzi, che ci sono, affluiscono ad Azienda Zero e vanno in genere a ripianare i deficit delle aziende sanitarie.

GLI STIPENDI PAGATI DALL’ASL 2 SAVONESE  NELL’ANNO 2017

 


Avatar

Trucioli

Torna in alto