Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Da Molini di Triora al lupooo, al lupooo!
‘Piano casa’ boom nelle Riviere di ponente
ma è flop entroterra in attesa Piano Marshal


Notizie contraddittorie per il Ponente Ligure. Da una parte la Riviera ed il mare, dall’altra l’entroterra in sofferenza, con le valli montane imperiesi e savonesi che tutti decantano ed ossequiano con l’arte della comunicazione e della auto visibilità. Hanno pervaso la politica nazionale al potere (Salvini – Di Maio), nella regione il ‘modello Toti’, seguito da molti sindaci dell’opulenza balneare, anche se tutti lamentano che ‘mancano risorse adeguate’ per lo sviluppo.

L’esempio del ‘Piano Casa’, omaggiato, ritenuto intelligente e virtuoso da architetti, ingegneri, geometri, geologi, sindaci, assessori, consiglieri comunali, ci descrive realtà che di virtuoso, quanto a disuguaglianze, hanno ben poco. L’entroterra povero è quasi ovunque fermo, in discesa di residenti e dove, trucioli.it cocciutamente escluso, non fanno presa gli annunci ad effetto. La sofferenza socio economica non risparmia praticamente nessuno. Tutti, o quasi, tagliati fuori  dallo splendore che pare si viva ormai da decenni sulla costa miracolata dal flusso turistico e dalle seconde case, dall’edilizia che vale pur sempre il tornaconto ad investire, vendere, comprare, affittare. Per fortuna accadono anche  originali eventi quali “Al Lupooo ! Al Lupooo “, nella sperduta, ma ricca di fascino, Agaggio Inferiore (Molini di Triora), grazie all’estro dell’Agriturismo La Fontana dell’Olmo.

Le nostre montagne, candide di verde, silenziose ed incontaminate da polveri sottili, raccontate attraverso foto e filmati di Matteo Serafini ed Andrea Biondo. Ricercatore e dottore in scienze naturali il primo, fotografo naturalista per passione il secondo. Descrivono l’altro volto, forse meno conosciuto, delle aree montane ponentine, che non hanno problemi di consumo di suolo e speculazione edilizia immobiliare, di Puc che distribuiscono fortune ai proprietarie di terreni agricoli baciati dalla fortuna dello sviluppo cementizio. I paesi montani che si spopolano ? Una tempo si diceva: aspetta e spera l’arrivo del ‘prossimo tram’. Intanto non resta che apprezzare lo spirito di iniziativa e di volontà che si manifestano soprattutto tra i giovani, quelli che resistono. Fino a quando ? Fino a quando la politica locale e soprattutto regionale e nazionale (quella Europea sta facendo la sua parte anche se non è nota ai più ) adotteranno un Piano Marshall, già adottato dagli Stati Uniti nel 1947 per aiutare il rilancio e la ricostruzione dei paesi devastati dalla Grande Guerra.  Più che ricostruzione le nostre vallate hanno bisogno di priorità assoluta di finanziamenti ed opere pubbliche, dalle strade alle infrastrutture per creare lavoro, opportunità di sviluppo e crescita reale, iniziando dalla valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio in gran parte abbandonato e deprezzato. Con interventi che non siano palliativi.

L’Alto Adige ha realizzato dal dopoguerra, nelle diverse vallate, 47 seggiovie, cabinovie, skilift, impianti da fondo valle alle vette. Il ponente ligure aveva una funivia ed una seggiovia. Quella di Sanremo – Monte Bignone realizzata 1936 è stata chiusa nel 1981 e smantellata, restano alcuni ruderi. La seconda seggiovia di Monesi di Triora che era la più lunga d’Italia, venne smantellata perchè non più a norma (una gemella è ancora in servizio nei pressi di Merano), ricostruita, con tanti vincoli, alcuni assurdi, è rimasta a metà strada, La parte finale per raggiungere il Saccarello ha perso il finanziamento della Fondazione Carige, colpa anche di ritardi e rimpalli di competenze con la Provincia (colpevole malgoverno della politica al potere e della burocrazia, abbiamo  più volte scritto e documentato) e la Regione. Si aggiunga che anche con il nuovo impianto, unico caso in Italia, un paio di burocrati della Regione hanno imposto l’utilizzo solo nel periodo invernale e proibito l’esercizio primaverile, estivo e del primo autunno, a tutela di tre specie di fauna montana, gallo forcello incluso, del quale non è neppure proibita la caccia.  Di fronte a quella assurdità la comunità locale non è abituata alle rivolte pur sempre civili. Ha fatto buon viso a pessime prospettive, nella convinzione che le cose sarebbero mutate col tempo. Le voci solitarie e minoritarie non hanno fortuna.

Venerdì 21 dicembre alle ore 19 ad Agaggio Inferiore (Comune Molini di Triora) presso l’Agriturismo “La Fontana dell’Olmo”, serata “Al lupooo, al lupooo!” con il ricercatore e naturalista Matteo Serafini e il fotografo Andrea Biondo.

Attraverso foto e filmati verranno presentati anni di lavoro, ricerca e appostamenti sulla fauna delle Alpi Liguri. A seguire, apericena d’inverno con prodotti dell’azienda, zemin, dolci di Natale e vin brulé (€ 10,00 a persona).

Prenotazione obbligatoria: Tel. 349 7895886

PIANO CASA REGIONE LIGURIA: 

IN PROVINCIA DI IMPERIA 290 INTERVENTI

IN DUE ANNI GENERANDO VALORE ECONOMICO  DI 36 MILIONI DI EURO. ASSESSORE SCAJOLA: “RIGENERAZIONE, LAVORO E SICUREZZA SENZA CONSUMO DI SUOLO E COLATE DI CEMENTO”

Marco Scajola presenta i risultati del Piano casa in provincia di Imperia

Sono 290 gli interventi effettuati nel biennio 2016-2017 in provincia di Imperia, per una volumetria complessiva che supera i 58mila metri cubi e un valore economico generato che supera i 36 milioni di euro. Sono questi i numeri presentati questa mattina nella Sala Multimediale della Camera di Commercio di Imperia, in presenza dell’assessore regionale Marco Scajola. “Si tratta di investimenti privati che hanno dato fiato a un settore, quello dell’edilizia, che stava attraversando un periodo di crisi profonda ma di cui hanno beneficiato anche i Comuni”.

La legge si concentrava sulla possibilità di ricostruzione con opere di urbanizzazione che arricchissero il territorio, oltre che sulla demolizione di manufatti realizzati in aree a rischio idrologico. I dati rilevano una diminuzione del peso degli ampliamenti (dal 2017 al 2017 scesi dal 57% al 35%) e un aumento dell’incidenza della sostituzione edilizia (dal 25% al 37%).

A SAVONA 305 INTERVENTI E UN VALORE ECONOMICO GENERATO DI OLTRE 50 MILIONI.

Comunicato stampa -SAVONA. Il Piano casa in provincia di Savona, nel biennio 2016-2017, ha portato all’approvazione di 305 interventi edilizi, che hanno generato un valore economico superiore a 50 milioni di euro. “A tre anni dall’approvazione della legge una prima valutazione degli effetti – commenta l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola – i dati evidenziano come il “Piano casa” non abbia minimamente compromesso, come all’inizio da molti sostenuto, il paesaggio ligure e gli assetti urbanistici dei Comuni. La volumetria complessiva supera appena gli 89mila metri cubi, e la maggior parte degli interventi è stata soggetta ad autorizzazione paesaggistica, garantendo ulteriormente la qualità e la compatibilità degli interventi”. La Legge si concentrava soprattutto sulla possibilità di ricostruzione, con incentivi limitati, per rinnovare e riqualificare il patrimonio edilizio. Oltre a questo, la scelta era quella di concentrarsi sulla possibilità di demolire le costruzioni realizzate in aree a rischio idrogeologico.

“Molti interventi – aggiunge Scajola – hanno consentito di rigenerare abitazioni vetuste o di spostarle in luoghi più sicuri. In più, attraverso l’obbligo di realizzare opere di urbanizzazione, gli interventi hanno portato in dote ai Comuni di migliorare la possibilità di potenziare la dotazione di servizi e infrastrutture”. Dal confronto dei dati riferiti ai due anni in esame emerge che nel 2017 si sia registrato un minor numero di interventi (-31), un decremento delle volumetrie (-3.659 metri cubi) ma un analogo valore economico sviluppato sempre pari a più di 25 milioni di euro. Oltre a questo, si registra una riduzione del peso degli ampliamenti (passati dal 68% al 57%) ed un aumento dell’incidenza della sostituzione edilizia in sito (dal 34% al 44%), la contrazione delle volumetrie degli ampliamenti (da 47% a 28%) e la crescita delle volumetrie che riguardano la sostituzione edilizia in sito (da 34% a 57%).

“L’insieme delle cifre confermano la lungimiranza della scelta fatta da questa Giunta nel 2015. Era necessario valutare gli effetti nel medio periodo – prosegue Scajola-. Solo a Savona e provincia, con un valore economico che supera i 50 milioni di investimenti privati in due anni, si è risollevato il settore dell’edilizia. L’impatto del Piano casa sul piano delle ricostruzioni fuori da aree a rischio non ha solo migliorato il patrimonio edilizio della Liguria e contribuito alla riqualificazione del territorio, ma ha portato a un miglioramento delle condizioni di sicurezza dei cittadini”.

 

 

 


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