Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano il bisnonno operaio calafato, tornato ricco dall’America. Il libro dell’avv. Carrara
Il ricavato a Lodanum, Museo del Mare


La gloriosa Loano dell’800 si ritrova nelle ricchezze e testimonianza storica del Museo del Mare. E ora un libro, fresco di stampa: ‘Due Amici’, edito da Bacchetta, frutto di una meticolosa e sapiente ricerca dell’avv. Stefano Carrara Sutour che di Loano, a fine anni ’60, è stato vice sindaco e consigliere comunale, poi eletto in Parlamento (unico loanese), assessore provinciale, difensore civico.  Il libro nasce dalla casuale scoperta nell’antica casa dell’autore, in via Garibaldi, di un baule (aperto con fiamma ossidrica) durante lavori di ristrutturazione. Accadeva nel 2006. “Disconoscevo il contenuto, sommerso com’era da altri  mobili – rivela Carrara – e vennero così alla luce un cumulo di lettere…”. L’8 dicembre, alle ore 16,30, presentazione del libro nei locali della civica biblioteca (Kursaal), col patrocinio dell’Associazione Lodanum e dell’Amministrazione comunale. Leggi anche il ricordo di Pietro Franco, il ‘metronotte di Loano’ che è mancato a 91 anni il 29 ottobre scorso.

Ezechiele Carrara Sutour è nato a Tangeri il 6 giugno 1934, iscritto all’Albo dei procuratori legali il 15 dicembre 1961 e degli Avvocati dal 15 dicembre 1967, già vice sindaco, parlamentare, Difensore civico con un copioso e dotto archivio di lavoro nell’interesse di cittadini e della comunità

Manoscritti di comandanti della navi  – aggiunge  Carraradi mio bisnonno Giuseppe Carrara; conti, fatture ecc. Decisi subito di costruirci sopra una pubblicazione. Varie vicende di vita mi allontanarono dal progetto. Quest’anno, ripresomi della grave infermità del 2017, ho deciso di por mano all’impresa. Con l’aiuto di mia moglie e di amici carissimi, come il Capitano Italo Elice  (fratello del comm Felice Elice che fu sindaco per due mandati, vice era l’avv. Carrara e ancora fratello di Renzo Elice, benemerito presidente del Circolo Nautico e consigliere comunale ndr), ho portato a termine un sogno. Alla cronaca, costruita sulla selezione delle lettere dei comandanti, ho aggiunto racconti derivanti da vicende e da spunti tutti reali e vissuti dai protagonisti nel contesto della storia della nostra Loano, così importante per l’attività marittima nel secolo XIX. Beppe Schiavetta lo ha illustrato con dieci tavole veramente prestigiose. Un ringraziamento all’artigiano Lorenzo Scarato che mi aiutò nei lavori.”

Il titolo del libro “Due Amici” riprende la denominazione del Brigantino a Palo che il bisnonno dell’autore, già operaio calafato, tornato ricco dall’America, fece costruire dai cantieri Cerruti insieme all’amico Gio Batta Chiozza, con il quale da ragazzi avevano sognato di avere un loro bastimento, i soldi c’erano e Chiozza aveva anche studiato e poteva averne il comando.

Stefano Carrara in compagnia di un amico sul lungomare in una foto d’archivio di trucioli.it

COMUNICATO DELL’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE

SE NE E’ ANDATO (COLPEVOLMENTE DIMENTICATO) PIETRO FRANCO

FU PER TRE DECENNI IL ‘METRONOTTE DI LOANO’, SOCIALISTA, MASSONE IN SONNO

Spiace ricordare a oltre un mese dalla sua scomparsa il ‘personaggio loanese’ Pietro Franco, popolare e conosciuto per la sua lunga attività di metronotte in città e nel comprensorio. Oltre al compito di sorvegliare Loano, con il buio notturno, dalle 22-23 – alle 6 7 del mattino. Conosceva ogni angolo, ogni attività commerciale (era alle dipendenze della società Vigili Città di Savona di cui poi divenne azionista e dei Vigili dell’Ordine, con sede a Firenze). In passato era molto diffusa la pratica di abbonarsi annualmente alla vigilanza privata: negozi, bar, ristoranti, alberghi, stabilimenti balneari, aziende artigiane, imprese edili. Franco, semplice uomo della notte, era sempre informatissimo della Loano by night, in stretta collaborazione con i marescialli comandanti la locale stazione dei carabinieri.  Ricordiamo il cav. Giuseppe Pantè. E non era casuale che grazie alle sue segnalazioni, alla sue dritte, non solo accadeva di sventare un furto (gli impianti di allarme non erano molto diffusi, non c’erano telecamere comunali), era prevenzione, o assicurare alla giustizia i ‘topi della notte’, di auto, su auto in particolare.

Pietro Franco apparteneva a quel mondo di loanesi che coltivava e rispettava l’amicizia,  stare in compagnia, ritrovarsi a tavola. A loro modo benemeriti, nelle diversità di appartenenza, di ceto sociale e culturale; storie di vita e per alcuni di militanza politica che sapevano farsi ben volere, rispettare. E oggi un vecchio cronista che dal 1967 si ritrova a far cronaca o quasi, rimpiange quegli anni. Può testimoniare il rispetto del suo lavoro. Nulla a che vedere con le nuove generazioni. Il bon ton, il saluto, quasi passati di moda. Non va meglio nei rapporti umani. Un caduta di sensibilità che ha contaminato ogni strato, giovani e meno giovani, benestanti e umili. Non certo per sentirsi importanti, sono finite in disuso, alle ortiche, le buone regole di convivenza educativa.

La morte del ‘popolare Franco’ non ha fatto notizia. Ignorata. Quante volte l’abbiamo incontrato nella sede della vecchia questura di Savona o in Prefettura per seguire una pratica, fare una cortesia ad un concittadino, altre volte nei panni di testimone ad un processo a detenuti o imputati a piede libero, storie di furti notturni, numeri di targa segnalati.

Per lui un manifesto, necrologio a pagamento di Ivg.it (Il Vostro Giornale), neppure una breve per ricordare chi è stato Pietro  Franco  nella vita e nella comunità civile. Non l’ha fatto l’amatissimo Ivg.it (che ha in appalto l’ufficio stampa del Comune a mille euro al mese per tre anni, rinnovabili), non l’hanno fatto le cronache locali del Secolo XIX e de La Stampa, i loro corrispondenti che abitano in altre località. Trucioli.it, blog di volontari e che non ospita pubblicità alcuna, ha così saputo della scomparsa di Franco parecchio tempo dopo. Più volte avevamo chiesto alle Pompe Funebri Liguri (sede principale a Loano, soci di maggioranza Munari e Messa) di ospitare gratuitamente i necrologi, o quantomeno essere avvertiti quando muore un loanese testimone di storia. Il mercimonio non ammette eccezioni, neanche per i benemeriti, chi si è distinto nel lavoro o nella professione. A meno che….

Franco lo ricordiamo per la sua semplicità e sensibilità. Poteva accadere che certe notizie di cronaca, di politica, non lo trovassero d’accordo, a volte pungenti. Come quando ci occupammo di logge massoniche in Riviera, con la lista di tutti  gli aderenti, i maestri venerabili, le indagini giudiziarie che scaturirono.  Eppure non mancava di segnalare, di collaborare lealmente con il lavoro del cronista di provincia. Non ci annotava tra i nemici, in perfetto disaccordo, quando gestiva uno Stabilimento balneare a levante; non figuravamo tra i fans, a 360 gradi, di una categoria privilegiata, dove certi rinnovi di concessione o ampliamento significava essere riconoscenti con l’allora Capitaneria di Porto.

Franco, a suo modo, sapeva essere di compagnia e ‘gran signore’, non solo nella sala da ballo, quando frequentava Il Sirena o il Cabana.  Si incontrava da pensionato e gli anni sulle spalle. “Come va, cosa dici…cosa si dice…, cosa pensi…ti ricordi quella notte….Fatti vedere ogni tanto….”. E dalla sua ultima dimora non mancherà di perdonare anche gli ingrati. (l.c.)

Franco Pietro con un gruppetto di amici affiatati e allregi nella fine degli anni sessanta

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