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Liguria e Basso Piemonte

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Savona e interporto di Vado: Orsero, Miazza, Gavio (Canavese) e Corte dei Conti. Chi non ha dubbi e chi li ha persi per strada


Il 28 settembre l’articolo del Secolo XIX  di Bruno Lugaro,  giornalista tra i più introdotti negli ‘affaires’ recenti e passati di Savona. Si parla di un prossimo scoop con pubblicazione delle ‘memorie’ ( rivelazioni inedite?) di Alberto Teardo del quale le nuove generazioni poco o nulla sanno. Quasi una scommessa perchè sono in vita gli ultimi ‘testimoni’ importanti e che hanno vissuto le stagioni delle verità, forse parziali, sul fronte processuale. Il signor Teardo, tra i 94 ‘pensionati d’oro’ della Regione Liguria, potrebbe essere un introdotto ‘commentatore’ di alcune operazioni della storia savonese pre e post teardiana. Incluso l’acquisto dell’interporto di Vado (Vio) da parte dell’ente porto per 23 milioni di euro. Primo beneficiario il Gruppo Orsero che ha dismesso il 64 % per liberarsi del fardello di 245 milioni di esposizione con le banche, Carige in particolare dove la famiglia sedeva nel Cda. Il 30 settembre l’autorevole quotidiano di Confindustria si è occupato del  ‘caso’ Vio, con un sommario significativo: “I dubbi sull’operazione alla Corte dei Conti”. Trucioli.it  ricostruirà a breve, attraverso articoli di stampa, note ufficiali, documenti sindacali, lettere più o meno pubbliche, come si sia arrivati all’epilogo, mettendo a fuoco i principali attori. Appuntamento al prossimo numero, tra privacy ed il primato della notizia. Mentre oggi altra pagina del Secolo XIX  e di Lugaro con l’intervento  a sorpresa di un esperto del calibro dell’avvocato Giacomini di Genova che parla di “clamoroso conflitto di interessi” Leggi…

In origine era nata col nome di ‘ Fratelli Orsero‘, poi ‘Fruttital’, quindi la holding GF Group che raggruppava tutte le società di produzione, distribuzione, logistica ed armatoriali fondate da Raffaello Orsero. Quando è mancato (settembre 2006) erano 1910 dipendenti, un fatturato di oltre 1600 milioni di euro, di cui l’80 % derivante dalla commercializzazione della frutta ed il 20% dalle attività logistiche legate al trasporto e alla distribuzione dei prodotti via nave e via terra. Al gruppo – scriveva Antonella Granero sulla pagina Economia del Secolo XIX –  fanno capo una serie di compagnie che hanno fatto di Orsero anche uno dei principali armatori:  Armatori Partenopei, CCL, Grandi Traghetti, Gilnavi e proprio quest’ultimo acquisto aveva consentito all’imprenditore savonese di arrivare alla seconda posizione nel ranking degli armatori italiani. Del Gruppo Orsero fa parte la società di autotrasporti Siter che distribuisce oltre 800 mila tonnellate di prodotti ed è il leader dell’import e della distribuzione di frutta e ortaggi nell’Europa mediterranea. Dati riferiti a 8 anni fa.

Intanto meritano di essere  portate all’attenzione del lettore le ultime righe che ha scritto il giornalista de Il Sole 24 Ore che si occupa della Liguria e conosce tante realtà. Raoul de Forcade ha così concluso il suo pezzo : “Riguardo al gruppo Orsero,  Miazza spiega: ” Non ho certo fatto l’operazione per correre in salvataggio del gruppo. Ma comunque si tratta di un’azienda con 2, 5 miliardi di fatturato e 2.800 dipendenti e sono contento se riuscirà ad andare avanti”. Perchè non auspicare oltre alla ‘salvezza’, il consolidamento,  rilancio ? Sarà difficile tornare ai tempi gloriosi (sotto ogni aspetto) del fondatore pioniere Raffaello Orsero, dei soci Ottonello, Tacchini, Orione. Tutti avari di notizie con i giornalisti, per nulla inclini a passerelle pubbliche e quindi non ‘meritevoli’ di titoloni o titolini. Il Cavaliere del Lavoro, Orsero, negli ultimi anni, aveva parzialmente dismesso gli abiti dell’imprenditore riservato ed alieno ai salotti della politica che conta e trasversale. E’ coinciso con il coinvolgimento nel settore immobiliare. La morte del capostipite, l’esordio dapprima dietro le quinte, poi a scena aperta, della figlia Raffaella che ha preso le redini del Reefer Terminal, delegando al marito Alessandro Paccardo ruoli importanti, del figlio Antonio che si è dimesso da presidente del gruppo lo scorso inverno, con l’avanzare del diluvio economico e giudiziario (inchiesta Carige) e che nei mesi scorsi si era trasferito in Svizzera per una cura, hanno modificato moltissimi scenari. Comprese le dimissioni, taciute, di Piccardo. Ed è interessante, in retrospettiva, leggere cosa hanno scritto in questi anni i quotidiani diffusi in Liguria, le firme dei giornalisti. Le prese di posizione dei sindacati, dei loro dirigenti, di esponenti della politica locale e regionale, del big dei big Luciano Pasquale.

L’articolo dell’organo degli industriali italiani (a Confindustria Savona sono iscritti sia l’ente porto, sia Orsero) offre una chiave di lettura giornalistica già nelle prime righe.  Parla di un’operazione (Vio – Autority)  destinata ad essere analizzata “con attenzione dalla Corte dei Conti”. Perchè si è usato il termine ‘attenzione’ forse che l’organo di controllo amministrativo non sia uso  all’attenzione ?  Leggendo oltre si intuisce qualcosa di più sull’origine del sostantivo. E’ scritto: “ L’operazione, però, desta qualche perplessità perchè va controcorrente rispetto alla linea dettata dai governi Letta e Renzi sulle partecipazioni negli enti pubblici….” E oltre è ancora più esplicito il solco delle perplessità, degli interrogativi ( a chi giova ?) : “…L’impressione è che un ente pubblico   (Miazza e C.) corra in aiuto di un privato acquisendo una società con risultati non brillanti…..”. Non sarebbe la prima volta in Italia, in Liguria, in provincia di Savona; viene in mente la sorte dell’acquisizione delle aziende private di autotrasporti di Linea.  Ma qui eravamo nell’ambito di un servizio pubblico con chiari risvolti sociali. L’articolo mette correttamente in risalto il ruolo di Miazza tra i primi e convinti ‘difensori dell’accordo ‘Vio- Orsero’.

Il presidente Miazza è descritto nell’articolo di Lugaro (nella foto) quale promotore che si muove “con estrema cautela, tanto da chiedere (e cautelarsi) con un parere preventivo alla Corte dei Conti”. L’articolo da conto che “nei giorni scorsi si era scagliato contro l’operazione il gruppo consiliare Vivere Vado, guidato da Roberto Cuneo. Si è parlato di “denaro pubblico per risolvere i problemi degli Orsero”. Per contro il Comitato portuale, composto anche dai sindaci di Savona, Vado e Albissola, aveva votato all’unanimità la proposta di acquisizione di Miazza.  Conseguente commento del cronista – analista Lugaro: ” Insomma, la comunità locale, attraverso i suoi rappresentanti, sposa l’operazione senza remore. Gli stessi sindacati  vedono il maxi investimento pubblico come l’unico modo per salvare i posti di lavoro. L’ultimo ostacolo è, appunto, la Corte dei Conti. Ma nella sede di via Gramsci si respira ottimismo…”.

La Corte dei Conti non è un organo politico, può essere ‘sensibilizzata’ ? Bella domanda, chi sa risponda.  Esiste davvero un ‘signor X’ che all’ombra dell’ente porto può avvicinare gangli vitali istituzionali ?

 


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